Venerdì, 05 Agosto 2016 09:14

Paolillo (Wwf Vibo): 'Siamo rimasti da soli, chi si prende cura della fauna selvatica in Calabria?'

Scritto da Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo

Anche quest’anno la stagione estiva sta mettendo a dura prova l’impegno e i sacrifici dei volontari del WWF in Calabria per il recupero di animali appartenenti alle specie più disparate per salvarli da morte sicura.

Nella maggior parte dei casi si tratta di nidiacei caduti dal nido, come accade spesso per rapaci, rondoni e vari passeriformi, ma non mancano quelli vittime di collisioni con auto, in prevalenza rapaci notturni, avvelenamenti o altre patologie. Senza dimenticare che, con l’apertura della caccia, si moltiplicheranno i casi di uccelli feriti a fucilate dai bracconieri.

«La situazione è diventata ormai insostenibile», afferma Pino Paolillo, naturalista e responsabile del settore conservazione del WWF vibonese. «Da mesi ormai siamo sommersi da una valanga di richieste di intervento da tutta la Calabria, e persino da Napoli (un raro Rondone pallido è stato rimesso in libertà, dopo le amorevoli cure di chi lo ha allevato per giorni seguendo i nostri consigli on-line ). Mentre prima - prosegue Paolillo - potevamo usufruire della collaborazione della polizia provinciale almeno per qualche recupero, sobbarcandoci di persona le prime cure, l’alimentazione e il trasporto fino al centro di recupero di Catanzaro, con l’abolizione delle Province tutto il peso è ricaduto su di noi, non essendoci in provincia nessun centro veterinario che si occupi della cura e della riabilitazione della fauna selvatica, che pure, almeno a parole, è tutelata dalla legge 157 del 1992 “nell’interesse della comunità nazionale e internazionale». Paolillo ricorda a proposito che , in base all’art.3 comma 8 della legge regionale 9/1996, “chiunque rinviene fauna selvatica in difficoltà deve darne immediata comunicazione alla Provincia o al comune o anche al Corpo Forestale dello Stato, …che dovranno provvedere al ritiro e, ove necessario, al ricovero presso centri di recupero o servizio veterinario per le opportune cure.”

«La verità – precisa Paolillo - è che, se non ci fossero i volontari del WWF, le sue guardie di Catanzaro e Crotone e qualche veterinario volenteroso, non esisterebbe nessuno sul territorio che si preoccupi di recuperare gli animali feriti o debilitati o immaturi, prestargli un primo soccorso, svezzarli fino alla liberazione e, cosa più importante, trasportarli fino al CRAS di Catanzaro nei casi più gravi e urgenti».

Tutti questi animali sarebbero insomma abbandonati al loro destino e condannati a morire miseramente, a onta delle norme di legge che li tutelano solo sulla carta e dei tanti proclami in difesa della natura . Parliamo dei tassi di Pizzo e Cessaniti, degli allocchi, delle civette, dei barbagianni e degli assioli di mezza provincia, dei tantissimi pulcini di balestrucci, rondoni, corvidi o merlo da accudire costantemente, di gheppi e poiane con le ali fracassate (l’ultima, rinvenuta a Piscopio, purtroppo deceduta, aveva una zampa recisa di netto). Da non sottovalutare inoltre l’attività di consulenza telefonica per richieste di privati cittadini o Forze dell’Ordine provenienti da tutta la Calabria, da Reggio a Trebisacce. Un problema insomma che richiede una soluzione urgente e radicale, con la creazione di un centro recupero per la fauna selvatica in provincia, con tanto di servizio veterinario specializzato nella cura di questi animali, così come richiesto negli anni scorsi proprio dal WWF.

WWF Vibo Valentia

 

 

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