Giovedì, 12 Marzo 2020 17:42

Ospedale San Bruno, carenza di dispositivi di protezione: «Senza mascherine FF P2 e P3 è dura»

Scritto da Redazione
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Con il San Bruno sempre più ai margini nella rete ospedaliera regionale è salita l’attenzione delle comunità afferenti al Distretto socio sanitario delle Serre rispetto alla qualità dell’offerta dei servizi garantiti sul territorio. Una questione in realtà mai chiusa, ma che nei giorni complicati del rischio contagio da Coronavirus in tutta Italia pare essere ora prepotentemente riesplosa. Le testimonianze che arrivano dai sanitari in servizio presso il presidio di Serra San Bruno sembrano però non essere incoraggianti, perché al momento molti tra medici e infermieri hanno evidenziato la grave carenza anche semplicemente in materia di approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale. L’abc insomma per chi si trova a lavorare in prima linea in questi giorni delicati in cui anche una minima scintilla potrebbe portare a conseguenze gravi.

In tal senso proprio uno dei professionisti in servizio al nosocomio serrese ha spiegato come il personale sia letteralmente in crisi in merito alla fornitura di mascherine. «Noi ci siamo - ha affermato l’infermiere - ma senza Dpi la guerra è persa. In particolare il personale del 118, del Pronto soccorso e quello che svolge assistenza domiciliare è carente di mascherine. Tra l’altro disponiamo di quantità ridotte anche di quelle chirurgiche, mentre non ci sono le FF P2 e le FF P3, da utilizzare nei casi sospetti di Covid-19». Nella fattispecie si starebbe quindi registrando una grave carenza sulla disponibilità di mascherine idonee ad ambienti ed attività in presidi sanitari e in contesti domiciliari, respiratori con filtranti facciali, che rappresentano l’unico dispositivo in grado di assicurare una buona qualità di protezione anche rispetto a casi come quello dell'emergenza in corso. L’efficacia filtrante viene infatti indicata in tal caso con sigle FF da P1 a P3. Le FFP2 e P3, che hanno un’efficacia filtrante rispettivamente del 92% e del 98%, sono le più indicate per la protezione da virus. Ed è proprio di questi dispositivi che vi sarebbe urgente necessità anche per i professionisti dell’ospedale di Serra San Bruno, sia per quelli in servizio all’interno del nosocomio e in particolare nel Pronto soccorso, sia per quelli impegnati sul territorio.

A rendere ulteriormente l’idea della gravità del momento, condivisa anche nelle altre strutture del Vibonese, è stato il presidente dell'Ordine degli infermieri di Vibo Valentia, Stefano Moscato, che ha lanciato un appello ai colleghi in servizio negli ospedali, considerando anche che nella provincia i casi di contagi ufficiali sono 4 (anche il bollettino previsto per il tardo pomeriggio di oggi potrebbe dare riscontro di un ulteriore incremento dei dati) e si registrano circa 350 casi di quarantena volontaria. «Quello che tutti temevamo, inesorabilmente sta arrivando. I contagi nella provincia di Vibo Valentia stanno aumentando e quindi dobbiamo prepararci all’emergenza. Questo – si legge nell’appello di Moscato ai colleghi – è il momento dell’unità, è il momento di dimostrare ancora una volta che “ci siamo”. Ora che l’opinione pubblica capisce l’importanza del Servizio sanitario nazionale, noi infermieri e tutti i professionisti della sanità, dimostreremo che non siamo noi quelli degli sprechi, quelli dei tagli, quelli delle chiusure di interi ospedali. Gli infermieri che operano nelle strutture sanitarie del Vibonese – ha continuato Moscato – assieme a quelli che svolgono il proprio lavoro in altre province, regioni, all’estero, affronteranno questa emergenza con dedizione, professionalità e amore per il proprio lavoro. L’Ordine delle professioni infermieristiche, attraverso i suoi componenti, sarà con voi in prima linea, tra gli infermieri del Pronto Soccorso, del 118, delle terapie intensive, delle degenze, sul territorio. E allora, per i sacrifici che avete affrontato e per “l’ignoto” che dovremo insieme affrontare vi vogliamo dire solo grazie».

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