Lunedì, 29 Aprile 2013 10:22

Intimidazione a coniugi testimoni di giustizia: un piccione impiccato al cornicione di casa

Scritto da Redazione
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mini Carabinieri-sorianelloFABRIZIA - Un piccione impiccato, appeso al cornicione della loro casa. E’ il macabro messaggio intimidatorio indirizzato ai testimoni di giustizia Giuseppe Mariano Iennarella, di Serra San Bruno, e alla moglie Laura Mamone, titolare della farmacia di Fabrizia. A fare la scoperta, ieri mattina, gli stessi coniugi che vivono in un’altra località e che, recandosi nella loro abitazione nel centro storico di Fabrizia, si sono trovati davanti la surreale scena del volatile che penzolava dal loro cornicione, sul lato della strada principale affinché tutti lo vedessero. L’episodio è stato segnalato ai carabinieri della locale stazione e della Compagnia di Serra, che hanno dato il via alle indagini

accertando da subito che gli autori del gesto avrebbero raggiunto il cornicione attraverso alcuni terrazzi adiacenti. L’episodio ha fatto scattare subito l’allarme. Iennarella e la moglie, assistiti dall’avvocato Giovanna Fronte, non sono attualmente sottoposti ad alcun programma di protezione, pur essendo due testimoni chiave nel processo “Business cars”, a carico di otto persone accusate a vario titolo di usura ed estorsione. L’operazione portata a termine il 10 novembre 2011 da parte dei carabinieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, fece emergere un giro di usura con tassi di interessi da capogiro, talvolta sino al 1.500%. Iennarella, commerciante rimasto intrappolato nel vortice dell’usura, ha denunciato due gruppi operanti uno sulla costa jonica reggina e catanzarese e un altro con base tra Soriano e l’hinterland vibonese.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Mario Spagnuolo, inizialmente portò all’arresto di dieci persone tra Ardore, Catanzaro, Lamezia Terme, Soriano, San Costantino Calabro e Serra San Bruno, con accuse pesantissime come usura aggravata, abusiva intermediazione finanziaria ed estorsione. L’indagine è scattata a seguito della denuncia di Iennarella, all’epoca titolare di un autosalone a Serra San Bruno. Grazie alle sue segnalazioni gli inquirenti sono riusciti nel giro di poco tempo a sgominare le bande dei presunti usurai finiti sotto processo. Gli inquirenti non escludono che l’episodio di ieri mattina abbia lo scopo di intimidire i testimoni in vista delle prossime udienze del processo.

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    Da qui l’accusa per i tre che si sarebbero procurati un ingiusto profitto consistente nel possesso ed utilizzo del fondo ai fini del pascolo con conseguente danno per il legittimo proprietario che non avrebbe potuto esercitare liberamente il suo diritto di proprietà.

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