Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Le forti raffiche di vento che per tutto il corso della settimana hanno sferzato il Vibonese, non hanno chiaramente risparmiato la zona delle Serre, dove sono stati numerosi i casi di alberi sradicati, rami spezzati o i danni ad abitazioni private.
In particolare tra la notte di martedì e mercoledì scorso, l’intensità delle folate ha sfiorato velocità record che hanno finito per procurare ingenti danni anche agli esterni del presidio San Bruno. A spiccare il volo, infatti, sono stati alcuni degli infissi esterni della facciata anteriore, che si sono letteralmente librati in aria per poi atterrare sul terreno a pochi metri di distanza, fortunatamente senza provocare ulteriori danni. Stessa sorte per le vetrate alla cappella interna ubicata al primo piano e, soprattutto, al tunnel rivestito in plexiglas che, al piano terra, copre la rampa di accesso al reparto di Fisioterapia. Quasi per tutti i casi, già nella mattinata successiva, i tecnici si sono prontamente messi all’opera per riparare i danni, eccetto per il tunnel che conduce alla Fisioterapia del quale ancora adesso rimane solo lo scheletro.
Un gigante di argilla, quindi, l’ospedale serrese, incline allo sfaldamento facile. Già da anni, infatti, ai piedi della struttura sono state sistemate delle transenne in legno rivestite da nastro segnaletico bianco e rosso a delimitazione della stessa facciata danneggiata dal vento nel corso della settimana, dalla quale si erano pericolosamente liberati in passato anche dei cornicioni e diversi pezzi di calcinacci.
Il tutto, nonostante, già quasi un anno fa, sia stata indetta dall’Azienda sanitaria di Vibo Valentia, la gara per la «Progettazione e realizzazione di opere di efficientamento energetico ». I lavori, che avrebbero dovuto essere finanziati completamente con i fondi europei Por Calabria 2007-2013 nell’ambito della progettazione denominata “Demetra”, nel dettaglio avrebbero dovuto riguardare diversi interventi di miglioramento all’involucro edilizio: la «realizzazione di un cappotto termico sulle facciate dell’edificio e sulle coperture» per un importo stimato di 1,2milioni di euro; la «sostituzione degli infissi esterni con componenti finestrati ad elevata qualità e prestazione» per 610mila euro; la realizzazione di un «sistema di monitoraggio centralizzato per la gestione ed il controllo delle prestazioni energetiche» per 115mila euro; la «sostituzione ed integrazione delle attuali lampade presenti nel cortile del Presidio con lampade a basso consumo (Led)» per 108mila euro. L’importo totale dei lavori, compresi gli oneri di sicurezza e progettazione, ammontava a poco meno di 2,2milioni di euro.
Il termine di scadenza per la presentazione delle offerte era il 22 settembre 2014 e, ad aggiudicazione dei lavori già avvenuta, l’intervento si sarebbe realizzato senza interrompere il normale funzionamento della struttura sanitaria ed in un arco di tempo massimo di 240 giorni.
Al momento, però, di “rivoluzioni murarie” sul San Bruno non si scorge neanche l’ombra, ma indipendentemente da tutto è bene tenere memoria del fatto che il bando per l’ammodernamento della struttura non era stato frutto della bontà dell’operato di alcuna forza politica, ma, piuttosto, conseguenza del verbale redatto dalla Polizia giudiziaria a fine 2013, che aveva messo nero su bianco tutte le deficienze della struttura, comminando ingenti sanzioni anche ai vertici della sanità provinciale e costringendo l’Asp e la Regione finalmente ad intervenire.
Tutto ciò, partendo dal sacrosanto assunto di fondo che intonaci, murature, infissi e cornicioni messi a nuovo serviranno veramente a poco quando alla porta del locale pronto soccorso si presenteranno infartuati o donne in gravidanza.
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