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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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È arrivata la smentita dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia riguardo a un caso scoppiato nei giorni scorsi, e assurto agli onori della cronaca nazionale, denunciato pubblicamente dai familiari di un anziano di Serra San Bruno.
Per l’uomo, 83enne, sarebbe stata richiesta la prenotazione per un esame cardiologico ma la prima data disponibile, era stato spiegato dal figlio, avrebbe catapultato la visita alla primavera del 2020. Gli stessi familiari si erano dunque rivolti allo sportello di Serra in cui vengono effettuate le prenotazioni, dove – secondo i vertici dell’Azienda sanitaria – il figlio del pensionato sarebbe stato informato da «un’operatrice rispetto al fatto che l’attesa presso l’ospedale di Serra San Bruno risultava essere superiore ai sei mesi». Allo stesso tempo la dipendente Asp avrebbe però comunicato che la prestazione «poteva essere prenotata presso l’ambulatorio del Capt di Soriano Calabro i cui tempi di attesa risultavano essere di soli 20 giorni». A quel punto, sarebbe stato però il figlio del pensionato a rifiutare la soluzione più breve, esortando l’impiegata a «procedere comunque a effettuare la prenotazione per la prestazione da eseguire presso l’ospedale di Serra San Bruno». Sempre per l’Azienda sanitaria l’impiegata avrebbe di conseguenza «contravvenuto a una disposizione aziendale che vieta agli operatori degli sportelli Cup di effettuare le prenotazioni per le prestazioni che prevedono tempi di attesa superiore ai sei mesi». I chiarimenti rispetto alle dinamiche che hanno quindi caratterizzato la vicenda sono arrivati grazie ad una conferenza stampa convocata dal direttore generale dell’Asp Angela Caligiuri, del direttore sanitario Michelangelo Miceli, dal direttore del distretto Vincenzo Damiani e dal responsabile Cup Ernesto Torchia. Gli stessi vertici dell’Azienda di via Dante Alighieri hanno quindi chiarito i particolari del caso, “sgonfiando” di parecchio l’ondata di polemiche registrata nei giorni scorsi. «Non si comprende – hanno aggiunto ancora dall’Asp – perché l’uomo, pur nella consapevolezza dei tempi d’attesa molto lunghi, ha optato per la prenotazione presso l’ospedale San Bruno, a meno di non ricondurre tale scelta al fatto che nella stessa giornata di venerdì e successivamente alla prenotazione rilasciata dall’operatrice, un parente dell’interessato si è recato presso lo stesso ospedale chiedendo allo specialista di anticipare l’esame ecocardiografico. Prestazione che è stata anticipata e realmente effettuata in data 10 aprile 2018».
In conclusione ancora i vertici dell’Asp hanno di conseguenza espresso molti dubbi «sul perché sia stato prodotto tanto clamore per un esame che, contrariamente a quanto affermato dal figlio del pensionato, non presentava alcuna urgenza e che ribadiamo, in ogni caso si sarebbe potuto effettuare entro 20 giorni dalla prenotazione presso l’ambulatorio di Soriano che dista appena 15 minuti dalla Città di Serra San Bruno. Si evidenzia infine, che l’impegnativa prodotta dall’interessato allo sportello non riportava alcun criterio di priorità che, se disposto e ritenuto necessario dal medico di medicina generale, avrebbe consentito la prenotazione dell’esame in urgenza in un lasso di tempo compreso tra 72 h e 30 giorni».
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