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Contrariamente alla maggioranza dei fermati dell'operazione “Costa pulita”, condotta dalla Dda di Catanzaro, il presunto boss di Briatico, Nino Accorinti, ha risposto alle domande del gip, contestando però le accuse e negando ogni tipo di addebito.
Assistito dal suo legale di fiducia, l'avvocato Giuseppe Bagnato, nell'udienza di convalida - secondo quanto riportato dall'Ansa – l'uomo avrebbe risposto alle contestazioni emerse dalle indagini coordinate dalla Dda di Catanzaro e condotta da carabinieri, polizia e guardia di finanza. Il gip Alberto Filardo, al termine, ha convalidato il fermo, disposto dai pm distrettuali antimafia Pierpaolo Bruni e Camillo Falvo, dopodichè si è dichiarato funzionalmente incompetente, trasmettendo gli atti al collega di Catanzaro che avrà 20 giorni di tempo per decidere se tramutare il fermo in ordinanza di custodia cautelare oppure non convalidare.
Accorinti, tratto in arresto nella giornata di martedì scorso, 26 aprile, era sfuggito alla cattura il 20 aprile quando scattò il blitz delle forze dell'ordine che portò al fermo di 22 persone ritenute appartenenti ai clan Mancuso, Accorinti e alla famiglia Il Grande di Parghelia con ipotesi di reato che vanno dall'associazione di stampo mafioso, alle armi, alle estorsioni, all'intestazione fittizia di società.
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