Potrebbe essere di Francesco Vangeli, il 26enne di Scaliti Filandari sparito nel nulla il 9 ottobre 2018 e vittima di “lupara bianca”, il corpo senza vita e in avanzato stato di decomposizione rinvenuto nello specchio d’acqua antistante il lungomare di San Ferdinando, centro della Piana di Gioia Tauro. A dare l’allarme è stato un giovane pescatore, il quale ha notato il cadavere galleggiante. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale Stazione, mentre in mare si è reso necessario l’intervento della motovedetta della Capitaneria di porto di Gioia Tauro e quello del Nucleo Sommozzatori dei vigili del fuoco in quanto il corpo, forse a causa delle correnti, è finito nei fondali. Solo dal test del Dna sarà possibile risalire all’identità della persona. Non è da escludere, però, che il corpo possa essere anche di un marittimo siciliano: Vito Lo Iacono, di 26 anni, comandante del peschereccio “Nuova Iside”, scomparso nelle acque tra Terrasini e Cinisi, in Sicilia, nella notte fra il 12 e il 13 maggio. Così come potrebbero appartenere a Francesco Vangeli che, secondo le risultanze investigative, fu ferito a colpi di fucile, rinchiuso in un sacco e gettato, ancora vivo, in un affluente del fiume Mesima.

Dopo il rinvenimento del corpo, la madre del giovane Elsa Tavella ha ricevuto la visita dei carabinieri, i quali le hanno chiesto se il figlio indossasse o meno un paio di slip “Calvin Klein”, la cui marca è leggibile sull’elastico che cinge la vita delle spoglie recuperate. «Prego - ha scritto Elsa Tavella su Facebook - affinché quei resti appartengano a mio figlio. Ma come si fa ad avere tanta crudeltà? Mi auguro solo che pagherete per quello che avete fatto».