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'Business cars', confermato il sequestro di beni dei coniugi Tassone-Mancuso

Scritto da Redazione

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mini tribunale_vibo Il Tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso dei coniugi sorianesi Giovanni Battista Tassone e Teresa Mancuso contro il provvedimento con cui il Gip, il 3 maggio scorso, ha sequestrato i loro beni per un valore di 4,5 milioni di euro. I congiugi Tassone-Mancuso sono coinvolti nell'operazione antiusura "Business cars". Tassone è stato arrestato il 3 novembre 2011 insieme ad altre 10 persone accusate di far parte di due distinte organizzazioni di 'cravattari', operanti una nel reggino e l'altra nel vibonese. Il Riesame ha quindi rigettato il ricorso della coppia e ha confermato il provvedimento che ha portato al sequestro di 4,5 milioni di euro beni (2 appartamenti, 7 magazzini commerciali, un terreno, un supermercato e un ingrosso alimentari, tutti a Soriano) che non erano giustificati rispetto alla loro capacità reddituale.

Ai coniugi Tassone-Mancuso erano stati sequestrati, contestualmente all'operazione, quattro autovetture, di cui due di lusso, un appartamento e denaro contante per un valore di oltre 400.000 euro. Oltre a quello che ha riguardato Tassone, nell'ambito dell'inchiesta era già scattato un altro sequestro di 1,2 milioni di euro di beni all'imprenditore lametino Adriano Sesto.

L’indagine, partita dalle denunce di alcuni imprenditori finiti sotto usura, è stata condotta dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri, e ha preso il nome dal fatto che uno degli imprenditori, Giuseppe Iennarella, titolare di un autosalone a Serra San Bruno, sarebbe stato costretto a pagare i debiti – quando non era in grado di farlo in contanti – attraverso auto di lusso che i presunti usurai, dopo averle utilizzate per un periodo, rivendevano a commercianti compiacenti. A capeggiare il gruppo vibonese, secondo la Procura, sarebbe stato proprio Tassone che, oltre ad avere incassato somme in contanti e la cessione di almeno due autovetture di lusso, pretendeva da Iennarella la cessione di un’importante proprietà immobiliare sita nel Nord Italia.

il Gip Gabriella Lupoli, accogliendo la richiesta del procuratore Mario Spagnuolo e saltando l'udienza preliminare, ha disposto, per evidenza della prova, il giudizio immediato per le 10 persone coinvolte nell'operazione. Lo scorso 19 giugno si è tenuta la prima udienza del processo, che è stato rinviato ad ottobre.

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