Martedì, 02 Ottobre 2012 14:56

Bullismo, si spintonano all' uscita da scuola ed i genitori litigano tra loro

Scritto da Alessandro De Padova
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mini Carabinieri-sorianello

SERRA SAN BRUNO - Tutto nasce da episodi che gli agenti della locale Compagnia dei Carabinieri, guidati dal Capitano Stefano Esposito Vangone, ascrivono a fenomeni di bullismo, pratica diffusa soprattutto tra gli adolescenti. Una lite tra minori - uno di 14 e l'altro, invece, di 16 anni - ha provocato la reazione immediata dei genitori che, per difendere i propri figli, avrebbero litigato all'uscita da scuola.  Il tutto è avvenuto nella tarda mattinata di ieri, nei pressi della Scuola Media Statale 'I. La Russa'. Proprio in quel momento, però, una pattuglia dei Carabinieri stava transitando nei pressi dell' istituto. Allertati dai presenti, gli agenti sono riusciti nell' intento di riportare la calma in poco tempo.
Contattato telefonicamente da IlVizzarro, il capitano dei Carabineri, Esposito Vangone, ha precisato che, al momento, non ci sono state denunce, ma una 'semplice comunicazione alla Procura della Repubblica' su quanto avvenuto. 

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    Il padre e i due figli sono adesso ai domiciliari.

    Le indagini sono iniziate il 15 ottobre 2017 quando nella frazione Sant’Angelo di Gerocarne, durante la nottata, è stato appiccato un incendio a un capannone di una persona del luogo.  Da lì sono subito scattate le indagini, che hanno consentito di raccogliere utili risultanze investigative in capo ai due giovani con precedenti di polizia. In quella circostanza fu incendiato l’intero immobile dove erano custoditi, oltre ad alcuni capi di bestiame, un trattore che era stato utilizzato il giorno stesso per lavorare all’interno di un fondo agricolo situato in contrada Cerasara a Gerocarne. Ed è stato proprio questo l’elemento che ha indirizzato le indagini: gli inquirenti, infatti, sono riusciti a ricostruire una vicenda che andava avanti già da tempo in relazione alla proprietà del fondo agricolo.

    Il fondo in questione, di proprietà di un avvocato vibonese, era da tempo oggetto di attenzioni da parte della famiglia Donato, che – secondo i carabinieri - cercava di impossessarsene con minacce e pressioni indirizzate al proprietario del fondo e a tutte le persone che si recavano all’interno per lavorarlo.

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    Da qui l’accusa per i tre che si sarebbero procurati un ingiusto profitto consistente nel possesso ed utilizzo del fondo ai fini del pascolo con conseguente danno per il legittimo proprietario che non avrebbe potuto esercitare liberamente il suo diritto di proprietà.

    La vicenda trae origine, storicamente, già dai primi anni 2000 quando il terreno era già oggetto di contesa tra il legittimo proprietario e la famiglia Donato. La diatriba è culminata il 23 giugno 2010 in un tentativo di omicidio che sarebbe stato posto in essere da Giuseppe Donato (reato per il quale è stato condannato con pena definitiva) nei confronti dell’avvocato vibonese, legittimo proprietario del terreno agricolo in argomento.

    «La collaborazione delle vittime – ha affermato il capitano della Compagnia di Serra, Marco Di Caprio – è stata fondamentale, in quanto ci hanno fornito da subito le informazioni che hanno poi indirizzato le indagini. Il nostro lavoro è stato quello di riscontrare le informazioni raccolte, per arrivare alle fonti di prova utili a sostenere l’accusa in giudizio. In ogni caso, non emergono contatti con ambienti mafiosi».

     

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