A dirlo stamane, secondo quanto riferito dall'Ansa, nel corso dell'udienza del processo "Black Money", che vede coinvolti elementi di spicco del clan Mancuso di Limbadi, è padre Michele Cordiano, direttore della Fondazione "Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime", citato dal pm distrettuale Marisa Manzini per riferire sulle presunte pressioni che i Mancuso avrebbero fatto al fine di agevolare la ditta Naso nella fornitura del calcestruzzo per la realizzazione dell'Auditorium voluto da Natuzza Evolo.

Nel lontano 2004, infatti, il parroco era già stato sentito dal Gico della Gdf di Trieste che, in sostanza, avrebbe redatto un verbale con le dichiarazioni rese da padre Cordiano, smentite però dal diretto interessato sia nel corso della passata udienza del processo “Black Money”, che in quella tenutasi nella mattinata odierna nell'aula bunker del tribunale di Vibo.

«Mi hanno detto - ha affermato il direttore della Fondazione – che stavo firmando la circostanza che erano venuti i finanzieri a fare una visita e quanto a loro riferito in ordine ai lavori, ma smentisco categoricamente il contenuto di quel verbale che all’epoca non lessi e che, a seguito della lettura in udienza, non corrisponde a quanto dichiarai». Padre Cordiano, dunque, vuole vederci chiaro e, per farlo, ha deciso di presentare querela nei confronti di chi «ha riportato quelle cose, perché ho il dovere di difendermi, e lo farò. Eccome se lo farò».

«La ditta di Antonio Mirarchi - ha aggiunto il parroco nel corso dell'udienza - vinse una gara anche se non ricordo il particolare dell’importo né di averlo verificato. Ho incontrato per la prima volta l'imprenditore Francesco Naso (imposto dai Mancuso per la fornitura del calcestruzzo, ndr) quando l’impresa Mirachi aveva iniziato i lavori. Personalmente, però - ha concluso padre Cordiano - non ho mai conosciuto Pantaleone Mancuso, classe '47».