Sabato, 25 Maggio 2013 13:58

Amianto nell'aria, panico a Vibo Marina: crolla un capannone, era 'attenzionato' da 4 anni

Scritto da Angelo De Luca
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mini stabile_porto3VIBO VALENTIA - Certo, se ci fossero state le famose centraline di rilevamento dell’inquinamento atmosferico si sarebbe saputo con precisione la quantità di amianto dispersa nell’aria. Ma, come da prassi nel Comune di Vibo Valentia, dopo il crollo, ieri, di un capannone abbandonato nell'area portuale, basta una semplice ordinanza per arginare il problema e passare così la patata bollente ai cittadini, obbligati in tempi record a munirsi di mascherine, a chiudere le finestre, a stare attenti a non spazzare i balconi e a barricarsi dentro casa in attesa della contrordinanza. Normale amministrazione, dunque, come già successo altre volte con il divieto di utilizzo dell’acqua potabile

e con la chiusura delle scuole. Il tutto ovviamente senza mai risolvere i problemi, lasciando passare ‘a nuttata fino al prossimo allarme.

Si dirà, giustamente, “ma il sindaco, ricevuta la notizia del pericolo, cosa avrebbe dovuto fare?” Vero. E non fa una piega. Quando però, spulciando carte e archivi, si scopre che quello stabile è attenzionato da 4 anni, ovvero dal 15 ottobre 2009, perché ritenuto da un controllo dei Vigili del Fuoco “precario” in quanto, cita la nota 40/2009 della Capitaneria di Porto, si sono verificati il “crollo parziale, circa 20 mq. di alcuni pannelli di masonite”, “lesioni diffuse su pareti perimetrali”, “espulsione del copriferro su vari pilastri e su intradosso di alcune travi”; “armatura degli elementi strutturali in avanzato stato di ossidazione”, “tetto in eternit parzialmente logoro ed in avanzato stato di degrado”, allora sì che viene spontaneo maledire la negligenza e l’ignavia amministrativa. Perché non è possibile continuare a fare gli spettatori passivi di un film dal finale scontato. E, ovviamente, nemmeno la Capitaneria di Porto è esente da colpe. Lo stabile in questione (690 mq circa), prospiciente alla banchina “Tripoli”, ricade nell’area di pertinenza demaniale, dunque di competenza dello Stato. Già, proprio quello Stato che ha pensato bene di rifare recentemente il look, per ovvie ragioni di immagine, alla caserma e contemporaneamente di lasciare abbandonato l’edificio - a due passi dalla stessa caserma - cadente e pericolante. Per non parlare poi dei modi e dei tempi utilizzati per diffondere la notizia, specie se è vero - come dice la vox populi - che l’incidente è accaduto verso le 12. L’altoparlante dei vigili urbani, barricati in macchina con le mascherine tipo “Alien”, ha fatto il suo giro per la città solo alle 20, ovvero ben 8 ore dopo l’accaduto e, per giunta, all’orario di chiusura delle farmacie, scatenando così un vero e proprio panico collettivo. Insomma, comunque la si veda, questo modo di intendere la politica sta iniziando a stancare davvero la maggiorparte della popolazione. In fondo, a Vibo Marina, nessuno ha mai chiesto lo straordinario, che comunque meriterebbe visti i lauti introiti (si parla di 51 milioni di euro annui di sole accise portuali) che fa guadagnare alla Regione e allo Stato. Qui il territorio chiede solamente attenzione per l’ordinario e per la sicurezza. Ma alla politica, fino ad oggi, non è sembrato interessare troppo.

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    Riceviamo e pubblichiamo:

    I consiglieri comunali sedicenti Pd della città di Vibo Valentia, dopo aver celebrato ieri mattina il Festival del pretesto e dell'ipocrisia, prima ancora di scendere dalle scale di via Argentaria hanno incassato l'ennesima figura barbina.

    Mentre in effetti Russo e compagni affastellavano argomenti e ricercavano giustificazioni per definire un inciucio politicamente inqualificabile, il consigliere Stefano Luciano li scavalcava a sinistra sul tema che di più mette a nudo le incoerenze e le timidezze del gruppo: la sfiducia a Costa.

    Dalle chiacchiere ai fatti, già oggi in sede di approvazione del DUP abbiamo verificato quanto regge il patto di potere sancito - officiante Vito Pitaro, con Mangialavori e il centrodestra - sulle elezioni provinciali di Vibo. Gli eroici tutori dell'ortodossia democratica in salsa vibonese hanno fatto ancora una volta da stampella a Costa e dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quali erano i contorni del baratto politico stipulato in sfregio al Pd di tutto il territorio vibonese.

    Repentinamente chi, per qualche giorno, quando il proprio voto valeva 8, ha fatto il leone, è tornato a farsi pecorella in consiglio comunale quando è tornato valere 1, esattamente come accade da 3 anni. Del resto, la clamorosa incoerenza del gruppo dei "lanciatori di segnali" e cacciatori di incarichi in astinenza, oltre che nella totale infondatezza dell'assunto secondo cui per rafforzare il partito a Vibo bisogna votare Forza Italia, sta nella faccia tosta di presentarsi in federazione sedendo allo stesso tavolo con un consigliere che appena sei mesi fa si è candidato alle politiche in altra coalizione e che è già automaticamente decaduto dell'anagrafe degli iscritti.

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    Pino Pellegrino

    Dirigente del Partito democratico

    Commissario del Parco naturale regionale delle Serre

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    Il provvedimento di arresto, emesso dalla procura generale di Catanzaro, è stato posto in essere in merito a quanto emerse a conclusione dell’operazione “Ghost” effettuata dalla Polizia di Stato all’inizio del 2009, con la quale è stata fatto luce su un giro di droga che avrebbe interessato nello specifico il territorio compreso tra i comuni di Pizzo, Soriano, Sorianello e Gerocarne.

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    La tradizionale manifestazione del WWF assume quest’anno un carattere particolare, essendo legata alla campagna del WWF Italia denominata “Stop ai crimini di Natura”, una iniziativa finalizzata a far conoscere all’opinione pubblica i pericoli gravissimi che minacciano la biodiversità in tutto il mondo, senza sottovalutare gli attacchi continui che subisce la Natura d’Italia e della nostra regione. Il programma prevede, oltre alla presentazione della campagna nella sala conferenze, l’allestimento di tavoli per raccogliere adesioni, percorsi di interesse botanico e faunistico (a cura del CFS) e una visita al museo delle Ferriere.

    Distruzione, alterazione e frammentazione degli habitat naturali, caccia eccessiva, bracconaggio, commercio illegale e introduzione di specie “aliene”, oltre alla minaccia globale rappresentata dal riscaldamento del pianeta determinato dall’effetto serra, sono le sfide quotidiane che il WWF è impegnato a contrastare , con la sola forza dei suoi volontari, degli scienziati e dei milioni di persone, che, in tutto il mondo, sostengono concretamente questa autentica guerra per salvare il pianeta e le irripetibili e meravigliose creature che lo popolano e lo rendono straordinario.

    Un impegno di civiltà e di amore che il WWF combatte dal 1961 in ogni regione della Terra per salvare dall’estinzione le ultime Tigri in Asia (ne sopravvivono in tutto 3200) o gli ultimi Rinoceronti sterminati per l’utilizzo del corno nei paesi orientali (della specie che vive a Giava, ne sono rimasti appena una cinquantina!); per non parlare delle poche centinaia di Gorilla di montagna rimasti, che vengono ancora braccati e massacrati per la carne o minacciati dalla distruzione delle loro foreste. Gli stessi elefanti africani, il simbolo stesso della savana, vengono crudelmente abbattuti dai bracconieri al ritmo impressionante di 22.000-25.000 all’anno . Ma l’elenco delle specie animali e vegetali che la terra rischia di perdere in breve tempo è sconvolgente e si allunga ogni giorno che passa, tanto da aver indotto gli scienziati a parlare di una “sesta estinzione di massa ”, dopo le cinque che hanno sconvolto la vita sul pianeta nelle passate ere geologiche. Con la differenza che stavolta, ad essere responsabile della fine di migliaia di specie, è un’altra specie: la nostra.

    Del resto gli Italiani e i Calabresi sanno benissimo che l’assalto alla natura e agli animali ha assunto anche da noi il livello di allarme rosso, considerato il continuo massacro del territorio e le minacce che gravano sulla nostra fauna. Un assalto contro cui agiscono, spesso a rischio della vita, i Ranger del WWF in tutto il mondo e, in Italia, 300 eroiche Guardie Venatorie Volontarie che , dalle Alpi alla Sicilia, sacrificano il loro tempo e i loro soldi per salvare orsi e lupi, uccelli migratori o per denunciare gli innumerevoli “Crimini di natura” che vengono commessi quotidianamente in ogni parte dell’ex “Bel Paese”, mettendo a repentaglio la salute dell’ambiente e, con essa, quella degli stessi abitanti. Un drappello di queste autentiche sentinelle dell’ambiente, sotto le insegne del Panda, opera da tempo in Calabria ed è anche al loro impegno quotidiano, così come all’insostituibile ruolo svolto tradizionalmente dal Corpo Forestale dello Stato, che l’appuntamento di Mongiana è dedicato.

    Per arrestare la folle corsa verso la distruzione del pianeta (l’unico che abbiamo!), il WWF chiede il sostegno di tutti: sul sito www.wwf/criminidinatura chiunque può informarsi maggiormente sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione, oltre a diffondere le informazioni e sottoscrivere la petizione per chiedere sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche.


    WWF Calabria


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