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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Si dirà, giustamente, “ma il sindaco, ricevuta la notizia del pericolo, cosa avrebbe dovuto fare?” Vero. E non fa una piega. Quando però, spulciando carte e archivi, si scopre che quello stabile è attenzionato da 4 anni, ovvero dal 15 ottobre 2009, perché ritenuto da un controllo dei Vigili del Fuoco “precario” in quanto, cita la nota 40/2009 della Capitaneria di Porto, si sono verificati il “crollo parziale, circa 20 mq. di alcuni pannelli di masonite”, “lesioni diffuse su pareti perimetrali”, “espulsione del copriferro su vari pilastri e su intradosso di alcune travi”; “armatura degli elementi strutturali in avanzato stato di ossidazione”, “tetto in eternit parzialmente logoro ed in avanzato stato di degrado”, allora sì che viene spontaneo maledire la negligenza e l’ignavia amministrativa. Perché non è possibile continuare a fare gli spettatori passivi di un film dal finale scontato. E, ovviamente, nemmeno la Capitaneria di Porto è esente da colpe. Lo stabile in questione (690 mq circa), prospiciente alla banchina “Tripoli”, ricade nell’area di pertinenza demaniale, dunque di competenza dello Stato. Già, proprio quello Stato che ha pensato bene di rifare recentemente il look, per ovvie ragioni di immagine, alla caserma e contemporaneamente di lasciare abbandonato l’edificio - a due passi dalla stessa caserma - cadente e pericolante. Per non parlare poi dei modi e dei tempi utilizzati per diffondere la notizia, specie se è vero - come dice la vox populi - che l’incidente è accaduto verso le 12. L’altoparlante dei vigili urbani, barricati in macchina con le mascherine tipo “Alien”, ha fatto il suo giro per la città solo alle 20, ovvero ben 8 ore dopo l’accaduto e, per giunta, all’orario di chiusura delle farmacie, scatenando così un vero e proprio panico collettivo. Insomma, comunque la si veda, questo modo di intendere la politica sta iniziando a stancare davvero la maggiorparte della popolazione. In fondo, a Vibo Marina, nessuno ha mai chiesto lo straordinario, che comunque meriterebbe visti i lauti introiti (si parla di 51 milioni di euro annui di sole accise portuali) che fa guadagnare alla Regione e allo Stato. Qui il territorio chiede solamente attenzione per l’ordinario e per la sicurezza. Ma alla politica, fino ad oggi, non è sembrato interessare troppo.
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