Oltre a lui e a Raffaele Lo Iacono (ex sindaco di Serra San Bruno), Cosmo Tassone (attuale primo cittadino di Brognaturo) e Francesco Andreacchi (ex sindaco di Simbario), stessa sorte è toccata a Francesco Bartone (attuale primo cittadino di Soriano), Sergio Cannatelli (sindaco di Sorianello), Saverio Franzè (sindaco di Stefanaconi), Gabriele Corrado (ex sindaco di Dasà), Abdon Servello (sindaco di Vallelonga), Rosamaria Rullo (ex sindaco di Mongiana), Antonio Mirenzi (ex sindaco di Vazzano), Paolo Crispo (ex sindaco di Gerocarne), Alfonsino Grillo (ex sindaco di Gerocarne), Romano Loielo (ex sindaco di Nardodipace), Giosuele Schinella (ex sindaco di Arena), Pasquale Fera (ex sindaco di San Nicola da Crissa), Cesare Pasqua (direttore del dipartimento di prevenzione dell'Asp di Vibo), Silvana Angela Emilia De Filippis (dirigente della Regione), Giacomino Brancati (ex dirigente pro tempore del settore area-Lea del dipartimento tutela salute e politiche sanitarie della Regione) e Beniamino Mazza (Arpacal di Vibo).

Per il gip, ci sarebbe l’impossibilità di ritenere integrato il reato di omissione di atti d’ufficio contestato tanto ai sindaci, quanto a coloro i quali ricoprivano diversi incarichi pubblici (i direttori di Asp e Arpacal, oltre ai dirigenti comunali).

Il procedimento era scaturito dall’inchiesta “Acqua Sporca”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, che nel 2012 ha disposto il sequestro preventivo dell'invaso dell'Alaco, che si trova a cavallo tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia.