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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Un tempo si poteva affermare con ragione che l'unica cosa certa della vita era la morte. In questo momento storico la popolazione residente in Italia è afflitta anche da una seconda nefasta certezza: i politici di mestiere non hanno a cuore il benessere dei cittadini e la buona condizione del loro ambiente di insediamento. La feroce, eversiva, anticostituzionale devastazione della democrazia, delle istituzioni e del territorio a cui stiamo assistendo è il culmine di un aberrante e negli ultimi venticinque anni galoppante processo finalizzato alla privatizzazione dei nostri beni comuni. Le industrie di stato, i servizi pubblici essenziali, i beni demaniali, culturali e ambientali, in una tragica e rapida successione di colpi di mano messi a punto da scellerati governanti di diversi colori, sono passati dalla proprietà collettiva del popolo italiano alla proprietà privata di pochi soggetti smaniosi di immorali e miserabili guadagni.
Il territorio nazionale consegnato agli speculatori del settore energetico, alla faccia degli articoli 9, 41 e 43 della Costituzione e, di conseguenza, della qualità della vita e della dignità degli abitanti, è un inaccettabile aspetto di questo rovinoso fenomeno, che dimostra una volta di più il grande inganno nascosto dietro le parole dei politici imbonitori: il sovranismo di certuni, servitori solerti del capitale finanziario globale e non di chi li ha eletti, è reale come la bontà del mostro di Firenze. Ma per fortuna oggi qualcosa si muove sotto la crosta di delusione, sconforto, disimpegno e individualismo che ammanta l'atmosfera sociale complessiva; stimolata da neonati comitati e coordinamenti in agitazione al fianco di associazioni storiche per la difesa dell'ambiente e del paesaggio, la cittadinanza si sta rendendo conto di quanto sia atroce la transizione energetica affidata al libero mercato, capace solo di partorire mostri come il progetto di centrale idroelettrica a pompaggio dell'acqua marina che si è abbattuto sul territorio di Scilla partendo addirittura dalla Francia, dove risiede la proponente Edison SPA.
L'otto febbraio la popolazione di Scilla e delle sue frazioni, con alcune presenze del limitrofo comune di Bagnara, ha dato vita a una intensa e confortante assemblea pubblica, nel corso della quale è stato possibile ragionare con un gruppo di tecnici (che annoverava tra gli altri l'urbanista Alberto Ziparo, l'ingegnere ambientale Piero Polimeni, il fisico Gianni Mento, il geologo Giovanni Salerno ) fortemente critico nei confronti del progetto e investito del problema dal Coordinamento regionale Controvento e dal Comitato spontaneo per la difesa della Costa Viola. È venuto fuori, in sintesi, che la realizzazione dell'impianto avrebbe ricadute ambientali devastanti e irreversibili sulla costa e sul fragile contesto idrogeologico dell'entroterra di Favazzina fino a Melìa.
I cittadini di Scilla ( pescatori, operatori turistici, protagonisti dell'opposizione alla chiusura dell'ospedale) si sono dichiarati disponibili alla lotta con interventi commoventi per passione civica e lucidità storico- politica. Vecchie ragioni di indignazione si sommano alle nuove e sotto la cenere covavano braci che si sono ravvivate: come ha detto qualcuno dei tanti intervenuti "tra la mortificazione, il definanziamento della sanità pubblica e i denari del contribuente elargiti con generosità ai gruppi economici dominanti c'è un nesso strettissimo. L' energia deve di nuovo diventare un servizio pubblico essenziale come vuole la Costituzione repubblicana, solo così si concilieranno le esigenze di produzione energetica da fonti rinnovabili con la salvaguardia del territorio, solo così i costi delle bollette potranno essere alla portata degli utenti e solo così aumenterà la capacità di spesa dello stato destinata ai servizi per i cittadini". Insomma la partecipatissima assemblea ospitata dai locali dell'Hotel Le Sirene è sembrata il primo deciso passo di una mobilitazione che si annuncia tenace e suscettibile di allargarsi. Onore al merito della gente di Scilla e di Bagnara che, per usare parole di Salvatore Settis, ha mostrato di voler " riconquistare in prima persona un pieno diritto di cittadinanza in nome della sovranità popolare, della moralità e della legalità costituzionale ".
Movimento Terra e Libertà Calabria
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