Mercoledì, 24 Aprile 2019 17:42

Una guerra senza né vinti né vincitori

Scritto da Salvatore Albanese
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Il clima si è fatto rovente e per chi assiste da spettatore terzo il pronostico scontato sui cui puntare fino all’ultimo quattrino che si ha in tasca è che sul ring allestito da Pro Loco e Comune si stia per giocare un match che non potrà consegnarci né vinti né vincitori. Ci sono ragioni che si scontrano e si impastano con equilibri che prescindono dai relativi settori di competenza, non prendiamoci in giro. È forse scontato che sia così, perché più un paese è piccolo più è facile che gli attori siano sempre gli stessi, impegnati su più fronti, attivi su più campi ed è allora altrettanto fisiologico che non sempre gli interessi e le ragioni possano collimare. Ragioni che però non dovrebbero valicare, né nelle intenzioni né nei fatti, il campo d’azione di due istituzioni distinte e – oggi più che mai – distanti, ma che allo stesso tempo dovrebbero tentare di trovare la forza e la volontà di tornare a discutere, a programmare, a pianificare, a ricominciare a spendersi in ciò che rende “bello” e “vivo” il paese come nel recente passato si è riuscito a fare. È su quel piano che si deve tornare a misurarsi. Ci vuole uno sforzo grande, non facile visto il livello di deterioramento raggiunto attualmente dai rapporti che uniscono e dividono le due parti. Lo si deve fare, altrimenti il risultato – anche questo fin troppo scontato – è che le belligeranze in atto finiranno per non consegnarci alcun vincitore – lo abbiamo già detto –, ma un solo unico sconfitto: Serra San Bruno.

Tra sedi da sgombrare troppo in fretta, impegni presi e non rispettati, eventi già programmati che saltano all’improvviso e altri portati a conclusione a fatica, isterismi e accuse reciproche al vetriolo, la contesa tra l’amministrazione comunale di Serra San Bruno e gli attivisti della sezione locale della Pro Loco si è fatta molto dura. È passata dalle lingue di paese, ai manifesti e ancora prima ai giornali. Per l’amore di Dio, ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni e le proprie verità (sarebbe una contraddizione in termini se un giornale che fonda il suo credo sull’informazione libera sostenesse il contrario), ma le considerazioni che stanno dominando il campo in queste ultime ore sembrano evitabili. Lo sembrano soprattutto per una comunità che non ne sentiva affatto l’esigenza, in un momento già di libero declino collettivo. Un declino che se va ad intaccare in maniera così grossolana anche chi negli ultimi tempi, più di ogni altro, è stato foriero di cultura, non potrà che trascinarci tutti irrimediabilmente nel baratro. Saremmo spacciati. Definitivamente spacciati.

Non sappiamo chi nello specifico abbia ragione e chi torto, non lo sappiamo e non ci interessa saperlo, né indagarlo. Sappiamo che Serra San Bruno ha bisogno di un’amministrazione comunale che capisca quando si deve smettere di pensare ai voti, perché alcuni temi devono essere lavati dalla politica (troppo spesso nel recente passato si è assistito all’operato di cariche politiche prestigiose che hanno strumentalizzato le istituzioni esclusivamente per rincorrere i propri scopi personali e per racimolare consenso), e di una Pro Loco che deve rendersi autoimmune da logiche che possano inficiarla, che possano alterarne la sua natura stessa. Così come deve tenere ben presente che è condannata a dare il meglio di sé pur lavorando tra mille difficoltà, mille ostacoli, senza soldi e senza strumenti. Lo si sapeva già. Lo sapevano bene i ragazzi della Pro Loco, lo sa bene e non lo scopre oggi, più di ogni altro, il presidente Franco Giancotti che con queste criticità si misura ormai da tempi immemori. Chi vuole fare cultura a Serra San Bruno deve rassegnarsi a fare i salti mortali, è purtroppo cosa nota a tutti quelli che hanno/abbiamo deciso di spendersi in questo settore.

Allora, non sappiamo come possa accadere, ma c’è bisogno di un confronto diretto tra le parti, viso a viso, da un lato il Comune dall’altro la Pro Loco. C’è bisogno di chiudersi in una stanza e di parlare di contenuti concreti, di dirsele in faccia, urlandosi uno contro l’altro anche per un pomeriggio intero, per uscirne non cinguettando a braccetto come se nulla di ostile fosse mai accaduto, ma con dei confini e compiti ben rimarcati, con dei paletti che definiscano in maniera precisa i diritti e gli obblighi di una e dell’altra parte, se davvero per la collettività e per la buona immagine della cittadina si vuole continuare ad operare. Ad esempio: l’amministrazione di un paese che vuole puntare sul turismo inteso come comparto trainante non può non istituire un PIT (Punto d’informazione turistica) ubicato in un posto facilmente raggiungibile per chi non è del luogo e, allo stesso tempo, della sua gestione non può non occuparsene la Pro Loco secondo un utilizzo che va chiaramente regolamentato; l’amministrazione di un paese che vuole puntare sul turismo non può più fare spallucce e dire «non abbiamo soldi in Bilancio» ma già nel Bilancio di previsione deve individuare un capitolato di spesa da destinare ad un calendario di eventi che la Pro Loco deve assumersi la responsabilità di definire e pianificare con mesi e mesi d’anticipo; eccetera, eccetera. È di questo che si deve discutere, dei contenuti, lasciandosi alle spalle le polemiche, le maldicenze e le considerazioni fini a se stesse. Nulla si deve concordare più in funzione del semplice fatto che si è amici o meno, conoscenti o meno, che si è in buoni rapporti o meno, che si condividano o meno ideali e visioni culturali, sociali, politiche e quant’altro. Il tema turismo va affrontato secondo una visione professionale e secondo un ruolino di marcia pianificato a priori, scritto nero su bianco. Altrimenti Serra San Bruno muore, come morta è sembrata già nelle festività di fine 2018, quando per un motivo o per l’altro all’improvviso si rinunciò al Presepe vivente che si arrampicava per le vie del centro storico fino alla Chiesa di San Gerolamo o al Mercatino di Natale in piazza Tucci o su corso Umberto I che aveva attirato a Serra un numero di presenze sorprendente. Eventi che andrebbero finanziati, storicizzati, preservati così come per la Festa del Fungo, altra geniale intuizione della Pro Loco, vetrina ormai prestigiosa per il paese e a cui il paese non può rinunciare.

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