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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Postazioni vuote e tempi d’attesa destinati a farsi sempre più lunghi.
Questo il quadro che caratterizza oggi il Centro per l’impiego di Serra San Bruno che, di recente, ha dovuto fare i conti con il forte ridimensionamento del personale in dotazione.
Un provvedimento che, gioco forza, sta avendo effetti gravemente negativi sui servizi erogati a favore di un’utenza che resta comunque molto ampia. Sono infatti ancora ben 23 i Comuni del Vibonese che rientrano nelle competenze del presidio serrese (Acquaro, Arena, Brognaturo, Capistrano, Dasà, Dinami, Fabrizia, Filadelfia, Francavilla Angitola, Gerocarne, Mongiana, Monterosso Calabro, Nardodipace, Pizzoni, Polia, San Nicola da Crissa, Serra San Bruno, Simbario, Sorianello, Soriano Calabro, Spadola, Vallelonga, Vazzano) che potrà però contare adesso su meno della metà dei dipendenti che aveva a disposizione fino a pochi giorni fa. Sui 14 operatori in servizio ben 8, quindi oltre la metà, sono stati infatti destinati alla sede della Provincia di Vibo Valentia. Ciò a fronte del processo che ha portato le restanti 6 unità, già alcuni mesi fa, a divenire dipendenti dell’amministrazione regionale. L’intesa sancita nella Conferenza Stato Regioni e nella Conferenza Unificata sui lavoratori dei Centri per l'impiego era dunque apparsa come un passo in avanti per le politiche attive per il lavoro, ma si sta piuttosto rivelando adesso un’arma a doppio taglio per la qualità dei servizi offerti. Ciò perché i dipendenti che sono rimasti fuori da tale transizione e dalla convenzione per l’inclusione nei ruoli regionali, ossia gli ex Lsu-Lpu in dotazione al Cpi, sono stati adesso richiamati a svolgere funzioni presso uffici di competenza del proprio ente di destinazione, quindi quelli afferenti proprio alla Provincia di Vibo Valentia. Al di là del disagio che ha interessato i lavoratori, notevoli sono chiaramente anche le conseguenze negative che si stanno registrando rispetto ai servizi erogati agli utenti, con la mole di lavoro – già abbastanza importate – che dovrà essere quindi ripartita ora tra meno della metà dei dipendenti annoverati in pianta organica fino a pochi giorni fa.
Il tutto alle porte di quello che dovrà essere l’avvento di uno strumento atteso da molti utenti come il Reddito di cittadinanza, una misura che dovrebbe apportare rilevanti novità sia in termini di lotta alla povertà sia come strumento per l’inserimento occupazione, e che porterà a far crescere ulteriormente le competenze e gli adempimenti burocratici che gravano sui Cpi.
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