Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Serra San Bruno, patria di maestranze e artisti, è stata sempre una sorta di paese-museo, soprattutto se si considera che gran parte delle opere presenti nella Certosa sono state trasferite nelle chiese del centro storico dopo il terribile terremoto del 1783. Al percorso culturale cittadino non poteva mancare un luogo che ospitasse le sculture di uno dei più illustri artisti serresi, Giuseppe Maria Pisani. Per volontà della famiglia, in primis del figlio, lo storico dell’arte Domenico Pisani, in pieno centro lo scorso 15 settembre è stata inaugurata la gipsoteca dedicata proprio al celebre scultore. Al fine di ospitare le opere è stato recentemente restaurato un palazzo nei pressi di Corso Umberto I (in via Fontana Guido). Un progetto nato con l’intento di far conoscere a un ampio pubblico i manufatti realizzati fin dagli anni quaranta. Ma anche una fucina di studio per chi volesse conoscere nel dettaglio le sculture del Pisani perché, oltre all’esposizione permanente, nei progetti della famiglia dell’artista c’è anche l’intenzione di salvaguardia dell’arte e della storia attraverso la scansione 3D, con la possibilità di riprodurre opere in forma digitale al fine di farne un archivio fedele da mettere a disposizione degli studiosi.
La mostra
Come si legge sul portale dedicato alla gipsoteca, la casa, trasformata in spazio espositivo, ospita sui vari piani l'intero laboratorio dell'artista, recentemente riportato nella sua terra d'origine. Singolare la presenza di calchi originali da cui sono state tratte le sculture in bronzo, molte delle quali presenti a Serra San Bruno, come il celebre portale della chiesa dell'Addolorata, (cronologicamente il primo della Calabria) o la statua del santo patrono della città posta davanti al municipio o l'Immacolata recentemente collocata nel cortile del Museo della Certosa. Poi vi sono le opere realizzate per collezioni private o quelle collocate in varie città italiane ed estere. Oltre alle sculture in gesso, la gipsoteca accoglie anche terrecotte, bronzi, ceramiche e quadri, nonché «i progetti originali che negli anni Cinquanta hanno cambiato definitivamente l'aspetto del territorio», da citare tra tutti la scalinata di “Santa Maria del Bosco”. Tra le opere esposte spicca quella che per i serresi è diventato un tabù, ossia la riproduzione della “Spera randi”, rubata nel 1982 e rifatta tenendo in grande considerazione ogni dettaglio. In più, in occasione dell’ostensione del busto reliquiario di San Bruno nella chiesa di Maria Santissima Addolorata, per completarne le informazioni, la Gipsoteca Giuseppe Maria Pisani ha presentato il calco in gesso realizzato dallo scultore nel 1994. Questa scultura, ora visibile nel palazzo, è la prima copia ricavata dall’originale in argento da cui venne estratto un secondo esemplare oggi esposto nel Museo della Certosa.
La vita artistica del Pisani offerta nella gipsoteca servirà anche da richiamo per le opere presenti nel circondario. Si tratta, dunque, di un ampio progetto che intende creare rete col territorio e scavare nella storia non solo del Pisani ma dell’intera tradizione artistica locale e calabrese. Gli spazi saranno resi pertanto dinamici anche attraverso l’organizzazione di eventi culturali incentrati su altri importanti artisti, e figure storiche, che hanno dato lustro alle Serre calabre.
Il calco del busto argenteo di San Bruno e della "Spera randi", ostensorio rubato nel 1982
Arte, patrimonio collettivo
Dopo la scomparsa dell’artista nel 2016 tutte le sue sculture erano rimaste nell’abitazione di Soverato, città di adozione, e da diverso tempo i familiari avrebbero voluto renderle fruibili a tutti, studiosi e appassionati di arte. «Abbiamo pensato – ha spiegato al Vizzarro Domenico Pisani – di recuperare la collezione di gessi, a cui mio padre teneva molto, per togliergli quella patina di oblio che rischiava di ricoprirli con lo scorrere del tempo. È stato pure un modo per avvicinare le sue opere ad un pubblico più vasto che lui, per timidezza o per il suo tratto schivo, aveva sempre trascurato».
Il progetto ha attraversato tante difficoltà ma per fortuna oggi è una realtà. Al difficile restauro del palazzo – che ha compreso il recupero dei gattoni di granito, dei pavimenti e dei soffitti originali degli anni '30 – si è affiancato anche il complesso trasporto delle statue di grandi dimensioni, molto pesanti e delicate. L’apertura al pubblico al momento è solo su prenotazione, anche se sarà garantita continuità nei fine settimana e nei periodi festivi.
Per concludere vorremmo ricordare il grande artista con le parole del figlio Domenico Pisani, che nella premessa del catalogo "Giuseppe Maria Pisani - Scultore” (edito da Promocultura di Gerace in occasione dell’apertura della gipsoteca) fa comprendere alcune singolari sfumature della personalità di Giuseppe Maria Pisani. Le sue opere «sono frutto della semplicità di una vita vissuta fuori d'ogni retorica e lontano da ogni ribalta. Certamente tutto ciò lo ha privato della notorietà, ma lo ha reso diverso da coloro che hanno sempre cercato solo la mostra, l'oratore vuoto e inconsistente – meglio se accademico – i concorsi col diplomino istoriato e le medaglie di cartone, il catalogo, il collezionista, il valore di mercato e tutte quelle cose che erano lontanissime dal suo modo di essere. Forse per questo Giuseppe Maria Pisani non divenne mai un caposcuola, non ebbe allievi né seguaci perché non fu un personaggio popolare e non frequentò i cosiddetti ambienti che contano. Furono però in tanti gli artisti che si ispirarono alle sue opere pubbliche e private anche se alcuni di loro cercarono di copiarle con risultati deludenti. Per tutta la vita mantenne fede alla sua idea di arte intesa come qualcosa di intimo, di riservato, da vivere tra le pareti del suo laboratorio rifuggendo dalle inaugurazioni e dai riconoscimenti e pensando che un giorno vissuto senza l'arte, i colori, la bellezza e l'armonia è solo tempo sprecato».
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