Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Il Vibonese senza bandiere blu quest’anno sarà penalizzato da una scarsa presenza dei turisti? Ogni volta con l’arrivo della bella stagione ci si chiede se le nostre spiagge avranno più fortuna di altre in termini di afflusso turistico. La speranza, per chi vive e opera in questi territori, è che la gente possa arrivarvi e soggiornare, soprattutto nel periodo più importante che dà ampio respiro all’economia di questi luoghi, ossia quello estivo. Chi invece il Vibonese più nascosto lo conosce e ne è innamorato, con atteggiamento quasi egoistico, spera che in alcuni posti della meravigliosa “Costa degli dei” la gente non ci arrivi mai, per godere in pace l’unicità di alcuni luoghi che tutto il mondo ci invidia (o potrebbe se solo ne conoscesse l’esistenza). Dunque, tralasciando tecnicismi e burocrazia che permettono di conquistare la famigerata “bandiera blu”, e senza nulla togliere (anzi) alle spiagge che quest’anno hanno conquistato il prestigioso traguardo, proviamo qui a mostrare la bellezza di alcuni posti, che non hanno bisogno di servizi e non aspirano ad alcun titolo, ma si spera solo possano restare così come sono, incantevoli e selvaggi.
LA ZAMBRONE CHE NON TI ASPETTI DIETRO LA STAZIONE In alcuni punti bisogna attraversare i binari e in molti lo fanno noncuranti del divieto, desiderosi di ritagliarsi, prima degli altri avventori, uno spazio su una spiaggia dalle acque cristalline e il paesaggio mozzafiato: Il paradiso del sub. Dopo aver fatto qualche passo attraverso un campo dietro la stazione si arriva all’imbocco del sentiero. Prima di procedere verso il mare, come uno stimolo pavloviano, parte il primo scatto fotografico dall’alto, colpiti da un paesaggio che rapisce. La scalinata/sentiero, ricavata nella parete del dirupo, porta verso uno dei posti più spettacolari della Costa degli dei. Luogo che pare essere protetto dal leone di roccia (una scultura naturale) che sovrasta la parte sud della spiaggia (o meglio spiagge), interrotta da scogli posizionati qua e là come cerberi. Questo angolo di Calabria, che ancora conserva la sua essenza come la selvaggia Irlanda, non sarà mai insignito della bandiera blu perché qui i servizi non ci sono. E speriamo che mai a nessuno venga in mente di crearne. Sarebbe solo un modo per procurare delle grandi ferite.
MICHELINO Anche se non dal presuntuoso nome come l’appena descritta spiaggia della vicina Zambrone, ma battezzata piuttosto con un umile diminutivo, la Spiaggia di Michelino ha (nondimeno) tutti i requisiti per definirsi un altro angolo di paradiso nel Vibonese. Sempre sul versante tirrenico, quest’altro incantevole pezzo di costa ricade nel territorio di Parghelia, comune confinante con la vicina Tropea. Per raggiungere la spiaggia di Michelino bisogna fare un bel pezzo di strada a piedi tra la caletta, attraverso una scala che conduce al mare. Sdraio, lidi e comodità varie hanno luogo altrove. Ma in cambio, sempre in uno scenario selvaggio ma puro, un’imponente scogliera (con lo scoglio del Palombaro/Pizzuta che ne fa da padrone), sabbia bianchissima e acque di un verde smeraldo, che fanno da lente a un fondale ricchissimo di fauna ittica. Il luogo, dove un tempo sorgeva una costruzione dedicata a San Michele (da qui il nome), offre inoltre uno sguardo su Stromboli e sulla vicina Tropea.
TRA BAIE E PISCINE NATURALI La lingua di pietra (lo Scoglio Grande) che spunta dal fondale e interrompe il confine della spiaggia, per crearne uno nuovo in mezzo al mare, forma la caratteristica Baia di Riaci a Ricadi (località Santa Domenica). Anche qui la spiaggia bianchissima fa pendant con il mare di un blu intenso, frastagliato di verde in prossimità del bagnasciuga. Molto più semplice da raggiungere rispetto al “Paradiso del Sub” e a “Michelino”, basta percorrere la strada provinciale e superare Tropea in direzione Ricadi, fin quando non ci si imbatte (prestando attenzione) nel bivio “Baia di Riaci”. Arrivati sulla spiaggia il tempo di levare la maglietta e indossare scarpette adatte (data la conformazione tagliente delle rocce in alcuni punti anche nel fondale) non si può fare a meno di nuotare attraverso le insenature dello Scoglio Grande. Un percorso suggestivo formato qua e là da piscinette naturali, percorribile anche a piedi per godere di un panorama che non ha eguali. Per i più esigenti sulla spiaggia è presente anche un lido che offre servizi e ristoro.
SULLE ORME DEGLI ANTICHI GRECI “Rotolando verso Sud”, sempre percorrendo la Sp 22, il patrimonio naturalistico e ambientale del Tirreno vibonese aumenta dove si fa brusca la morte del Monte Poro, che impotente si arrende al mare. Ricadi e la sua Capo Vaticano offrono ai visitatori una miriade di spiagge non sempre facilmente raggiungibili. A Santa Domenica di Ricadi, dietro la stazione, si accede attraverso una scalinata ad un’altra piccola spiaggia, Alla Scalea, luogo molto particolare per la conformazione rocciosa. Nonostante le bellezze già descritte, i frequentatori più accaniti della Costa degli Dei non hanno dubbi: «per quanto possa risultare difficile stilare una classifica, il primo posto spetta a Formicoli». Accessibile con l’auto da una discesa ripida, la cosiddetta Baia d’Ercole prende il nome da Forum Herculis antico porto greco-romano. E qui anche uno sperone di roccia ricorda il profilo dell’eroe greco. Più che per le sue peculiarità paesaggistiche ogni anno se ne trova traccia sui giornali per via dei consueti presidi di Legambiente con “Spiagge pulite”, impegnata con le scuole del luogo a ripulirla dai rifiuti. Ma una volta messa a nuovo la spiaggia, molto lunga e sabbiosa, permette di fare anche delle belle passeggiate. Non mancano i punti ristoro, servizi e parcheggi.
LE SPIAGGETTE Sempre in direzione sud, prima della più turistica Grotticelle, l’infinita scogliera di Capo Vaticano nasconde altri angoli di paradiso. Praia i fòcu vista dall’alto è una piccolissima baia che il mare col tempo ha ricavato nella scogliera che cade a picco sulla stessa. Infatti, data la conformazione proibitiva del territorio, è accessibile solo dal mare. Qui i pescatori accendevano un fuoco come punto di riferimento quando si allontanavano in mare aperto, per questo si ricorda col nome di “spiaggia di fuoco”. Affiancata, poco più a sud, come una compagna di avventura, da La Ficara, chiamata così per via di un albero di fico che dimora in prossimità della spiaggia.
CARATTERE SELVAGGIO A VOCAZIONE TURISTICA Anche se le tre spiagge che costituiscono la baia di Grotticelle, a Capo Vaticano, in estate sono affollatissime dai turisti – soprattutto stranieri che qui preferiscono soggiornare – il luogo mantiene ancora la sua essenza selvaggia con la macchia mediterranea che presuntuosa arriva fino al mare. Di fronte lo spettacolo delle isole Eolie. Luoghi magici dove, secondo varie leggende, indovini e sacerdoti si recavano presso l’oracolo per vedere il futuro e impedire ai naviganti di imbattersi nei mostri mitici di Scilla e Cariddi.
Tra le calette della scogliera di Capo Vaticano posti come questi ce ne sono a decine: Petraia, Calispera, Salamite, Rocca di Vadaro, Fiorina, Tono, Ruffa, Torre Ruffa, Casa d’u gaiuzzu, Turianu, Pirainu, Santa Domenica, Torre marino… un patrimonio che, senza esagerare, fa del Tirreno vibonese uno dei luoghi più belli al mondo.
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