Se, infatti, l’idea avrebbe potuto essere buona in astratto, in concreto si è rivelata piuttosto discutibile. Intanto va detto che una bella fontana barocca il monastero bruniano ce l’ha a pochi  metri dal portone d’ingresso. Magari avrebbe potuto essere restaurata e collegata ad una delle fonti di acqua di montagna che sgorgano a non molta distanza. In secondo luogo la fontana messa in opera dal Parco delle Serre mal si concilia con l’intera architettura della Certosa. Era stato Bruno di Colonia nella celebre lettera a Rodolfo il Verde ad esaltare le bellezze naturalistiche e paesaggistiche che aveva trovato nel bel mezzo della Calabria in cui aveva deciso di vivere nel “deserto” alla ricerca dell’Assoluto. Una fontana di ferro costruita in scala può rappresentare l’ideale di bellezza inteso da Bruno e dai costruttori dell’Eremo certosino? Secondo noi no. Questione di gusti, ma c’è di più. La fontana in questione infatti, secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, sarebbe alimentata attraverso il collegamento ad un serbatoio Sorical. Sarebbe stato lo stesso Sodaro a chiedere che i tecnici della società regionale finita nel mirino della Procura vibonese con l’inchiesta “Acqua sporca” intervenissero per il collegamento.
A questo proposito, c’è da rilevare che i cittadini di Serra e dintorni da anni diffidano dall’acqua che arriva nelle case: pur essendo ufficialmente potabile, è innegabile che nessuno la beve. La fontana in questione sembra invece in procinto di entrare in funzione, e in questo caso nessuno avviserebbe turisti e visitatori che di quell’acqua a Serra e dintorni diffidano tutti.
C’è da rilevare poi una scarsa collaborazione tra le istituzioni locali, in particolare Parco e Comune, che avrebbero potuto realizzare un piccolo e nuovo serbatoio con le sorgenti di acqua pura che si possono rinvenire senza l’ausilio di rabdomanti a poca distanza nei “monti seghettati”. C’è solo da sperare che col tempo la fontana alimentata dall’acqua Sorical non diventi un ammasso di ruggine, o forse sì...