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Un'altra scossa di terremoto, alle 12,02 di oggi, è stata registrata nel Cosentino dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. L'evento di oggi, di magnitudo 1,9 con epicentro nella Valle del Crati, è il quarto verificatosi nel giro di due giorni, l'ennesimo da alcuni mesi a questa parte. I paesi più vicini all'epicentro sono Montalto Uffugo, San Vincenzo La Costa, San Benedetto Ullano e San Fili. Dei tre eventi registrati ieri nella stessa zona, il più intenso ha raggiunto magnitudo 2,7. Non sono stati registrati danni a cose o persone, ma la paura a Cosenza e dintorni aumenta poichè lo sciame sismico in atto non accenna a fermarsi.
Beni per un valore di due milioni di euro sono stati confiscati a Siderno ad Antonio Stefano, genero del boss della 'ndrangheta Vincenzo Macrì (foto), deceduto in carcere nel giugno del 2010 mentre stava scontando una condanna a 27 anni di reclusione. Vincenzo Macrì era il nipote di Antonio Macrì, figura storica della 'ndrangheta e capo del cosiddetto ''Siderno Group'', con importanti collegamenti col Canada e l'Australia, ucciso in un agguato nel gennaio del 1975. Vincenzo Macrì, detto "u baruni", era ritenuto proprio il successore del patriarca Antonio alla guida della potente cosca.
I beni confiscati oggi ad Antonio Stefano, che erano stati sequestrati nel marzo del 2011, consistono in un'azienda agricola, con annesso allevamenti di cavalli e pastori tedeschi; una villa di duemila metri quadrati ed un'automobile Audi 3 intestata alla moglie di Stefano. Il provvedimento di confisca e' stato emesso dalla sezione misura di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del questore, Carmelo Casabona, ed eseguito dal Commissariato di Siderno.
18 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Catanzaro, di cui 14 eseguiti stamattina dai carabinieri del Comando provinciale del capoluogo e della Compagnia di Soverato. L'operazione di stamane punta a fare luce sulla faida che ha interessato una vasta area compresa tra le province di Catanzaro, Reggio Calabria e Vibo Valentia. I fermati farebbero parte, secondo gli inquirenti, delle presunte cosche Sia-Procopio-Tripodi che sarebbero attive sul territorio di Soverato, Davoli, San Sostene, Montepaone e Montauro. L'accusa a vario titolo, per tutti i fermati, è di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina e ricettazione. Nel corso della stessa operazione gli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno sequestrato beni mobili ed immobili per un valore di 30 milioni di euro. Le persone fermate sono: Pietro Aversa (56 anni); Vincenzo Bertucci (28); Pasqualino Greco (50); Antonio Gullà (44); Michele Lentini (40); Giovanni Ativo (28); Giuseppe Pilieci (39); Angelo, Manuel, Fiorito e Francesco Procopio (25, 30, 58, 22); Giandomenico Ratta' (29), Mario Franco Sica (57) e Francesco Vitale (25).
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