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Ultima giornata di campionato per le compagini impegnate nei gironi della Seconda categoria. Nel raggruppamento F epilogo dolce-amaro per il Real Serra di mister Nicola Fortebuono che in definitiva si guadagna il gradino più basso del podio piazzandosi al terzo posto, a 39 punti, in compagnia del Mammola. Un risultato eccellente che, però, per via della famigerata regola “dei 10 punti” nega ai serresi l’accesso ai play off. Infatti, secondo il regolamento, gli spareggi per la corsa alla promozione in prima categoria – che avrebbero dovuto coinvolgere anche terza, quarta e quinta in classifica – nel girone F non verranno però disputati proprio per un distacco superiore alle 10 lunghezze tra la prima classificata e la terza. Di conseguenza, risultati alla mano, a guadagnarsi l’accesso diretto in prima categoria sono soltanto il Nicotera (secondo classificato) e, soprattutto, la Rombiolese, vera dominatrice del campionato.
Per la cronaca della partita di ieri, il Real Serra, impegnato in trasferta sul campo del Vigor Sant’Onofrio, è sceso in campo con Valenti, Politi, Capone, Gamo, Bertucci, Maiolo, Tripodi, Vallelunga, Tassone, G. Pisani, e Iozzo. A dominare la prima frazione di gioco sono stati proprio i ragazzi del presidente Bruno Masciari, tanto da riuscire a conquistare il vantaggio al 32’ con una prodezza di Bruno Vallelunga. La risposta del Sant’Onofrio giunge però al 14’ del secondo tempo, quando Amante trova il pari con un gol in probabile posizione di fuori gioco. Nel finale arriva il forcing dei padroni di casa ma che, nonostante qualche ghiotta occasione, non riescono a siglare il raddoppio. Giusto il pareggio.
Ritornando alla classifica, se la situazione nelle zone alte è ormai ben definita e le promosse Rombiolese e Nicotera hanno già brindato alla meritata prima categoria, rimangono grossi interrogativi per la retrocessione. Ad approdare – loro malgrado – ai play out troviamo la Joppolese contro la vincente dello spareggio preliminare tra Nuova Mileto e Galatro. Direttamente retrocessa in terza categoria, l’ultima classificata, San Costantino, già da tempo esclusa dal campionato.
RISULTATI 26a giornata
Galatro Rombiolese 1 - 4
Nicotera Grotteria 2 - 0
Nuova Mileto Hierax 3 - 1
Real Spilinga Joppolese 3 - 3
Vigor Sant’Onofrio Real Serra 1 – 1
CLASSIFICA
Rombiolese 53
Nicotera 52
Real Serra 39
Mammola 39
Grotteria 36
Vigor Sant’Onofrio 36
Real Spilinga 28
Allarese 24
Hierax 23
Nuova Mileto 22
Galatro 17
Joppolese 6
San Costantino esclusa dal campionato.
I VERDETTI
Rombiolese e Nicotera promosse direttamente in prima categoria
Play out tra Joppolese e la perdente dell’incontro tra Galatro e Nuova Mileto
San Costantino retrocessa direttamente in terza categoria
SERRA SAN BRUNO - Si sono tenute nel pomeriggio di oggi le elezioni per il rinnovo del seggio priorale dell’Arciconfraternita Maria SS. Assunta in Cielo di Spinetto. Numerosi gli iscritti, ben 135, a partecipare al voto. A spuntarla, nella seconda terna proposta, per il ruolo di Priore, è stato Dante Vallelunga, eletto con 72 voti favorevoli, mentre a meritarsi il ruolo di primo e secondo Consultore sono stati rispettivamente Mario Dominelli (90 voti favorevoli) e Francesco Zaffino (123 voti).
La nuova terna succede quindi a quella in carica dal 26 dicembre 2011, guidata dall’ormai ex Priore Rosa Vellone, che chiude in bellezza con l’inaugurazione del nuovo museo, allestito proprio nei locali della Chiesa di Maria SS. Assunta in Cielo di Spinetto, presentato al pubblico di recente.
Lo scorso 2 marzo Enzo Vavalà era stato invece nominato alla guida dell'Arciconfraternita di Maria SS dei Sette Dolori. Unica Confraternita, quindi, che rimane in attesa del rinnovo dei vertici del seggio priorale, quella di Maria SS. Assunta in Cielo di Spinetto di Terravecchia, dove per il momento resta in carica il Priore Tonino Errigo.
Il gup distrettuale di Reggio Calabria ha pronunciato ieri il verdetto con rito abbreviato sul caso dell’omicidio di Damiano Vallelunga, boss delle Serre vibonesi, ucciso a Riace nel 2009. La sentenza - riguardante una vicenda cruciale della decennale Faida dei Boschi - pronunciata nell’ambito dell’operazione “Confine”, avviata nell’agosto del 2012 per far luce sull’omicidio, ha deciso la pena all’ergastolo per Angelo Misiti (residente a Stignano) ritenuto l’esecutore materiale dell’attentato. Le altre pene minori sono state di 8 anni di reclusione per Luigi Vallelonga (di Campoli di Caulonia) e Cosimo Franzè (di Caulonia); 6 anni e 8 mesi per Domenico Ruga (di Monasterace); 6 anni e 4 mesi per Bruno Vallelonga (di Monasterace); 6 anni per Renato Comito (di Caulonia); 4 anni ed 8 mesi per Vincenzo Franzè (di Caulonia); 2 anni ed 8 mesi per il collaboratore di giustizia Michael Panaija (di Placanica). Assolto invece Piero Vallelonga (di Stilo) Tutti i Vallelonga sono cugini dello stesso defunto boss Damiano Vallelunga, ritenuto il capo indiscusso del clan dei “Viperari”. L'accusa era sostenuta dai pm Nicola Gratteri e Sara Ombra. Parti civili nel processo figuravano la Provincia di Vibo Valentia ed i Comuni di Serra San Bruno, Stilo, Caulonia, Monasterace e Riace.
Il pm Sara Ombra, della Dda di Reggio Calabria, ha formulato ieri la richiesta di tre ergastoli e cinquanta anni e due mesi di carcere complessivi, per i 9 imputati coinvolti nell’operazione antimafia "Confine", tutti giudicati con il rito abbreviato.
L’inchiesta scattò l’8 agosto di un anno fa, con l’intento di far luce sull'omicidio del boss Damiano Vallelunga, ucciso il 27 novembre 2009 a Riace. La condanna all’ergastolo è stata richiesta per Angelo Misiti (di Stignano), Luigi Vallelonga (di Campoli di Caulonia) e Cosimo Franzè (di Caulonia). Richieste invece pene minori per altri sei imputati: dieci anni di carcere nei confronti di Bruno Vallelonga, Domenico Ruga (entrambi di Monasterace) e Renato Comito (di Caulonia); otto anni ciascuno sono stati invece chiesti per Piero Vallelonga (di Stilo) e Vincenzo Franzè (di Caulonia); quattro anni e due mesi, infine, la richiesta per il collaboratore di giustizia Michael Panaija (di Placanica).
Tutti i Vallelonga imputati nel processo sono cugini del defunto boss di Serra San Bruno, Damiano Vallelunga, ritenuto il capo storico dei clan delle Serre. La Provincia di Reggio Calabria e i Comuni di Serra San Bruno, Stilo, Caulonia, Monasterace e Riace si sono costituiti parte civile.
C'è anche l'omicidio del boss di Serra San Bruno, Damiano Vallelunga, tra le accuse contestate dalla Dda di Reggio Calabria a 19 persone coinvolte nell'operazione "Confine" per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. Oltre che per l'omicidio Vallelunga, avvenuto a Riace il 27 novembre 2009, i pm Gratteri e Ombra nella richiesta avanzata al Gup hanno formulato accuse per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, detenzione illegale di armi e tentato omicidio. In particolare, il rinvio a giudizio è stato chiesto per: Agostino, Bruno, Piero e Luigi Vallelonga, di Campoli, frazione montana di Caulonia (figli di Gianni Vallelonga, ucciso nella montagne tra le Serre e Stilo il 21 aprile 2010);
Ci sarebbero anche i presunti assassini di Damiano Vallelunga tra le sedici persone arrestate questa mattina in un blitz condotto dai Carabinieri e dalla Polizia, coordinato dalla Dda di Reggio, nei confronti di presunti affiliati alle cosche Gallace, Ruga, Leuzzi, operanti nei comuni di Guardavalle, Monasterace, Caulonia, Stilo, Riace e Stignano. Il capo indiscusso del clan dei "Viperari" fu freddato il 27 settembre 2009 di fronte al Santuario dei Santi Cosma e Damiano, a Riace. Ed è stato proprio quell'omicidio a riaccendere la "faida dei boschi". Gli arrestati, accusati a vario titolo di omicidio, associazione mafiosa e altro, sono: Vincenzo Gallace di Guardavalle, Renato Comito di Caulonia, Cosimo Franzé di Caulonia, Vincenzo Franzé di Caulonia, Antonio Leuzzi di Stignano, Cosimo Leuzzi di Stignano, Angelo Misiti di Stignano, Salvatore Papaleo di Monasterace, Domenico Ruga di Monasterace (irreperibile), Andrea Sotira di Stignano, Cosimo Spatari di Placanica, Luca Spatari di Riace, Agostino Vallelonga di Fabrizia, Bruno Vallelonga di Monasterace, Damiano Vallelonga di Mongiana, Luigi Vallelonga di Caulonia, Piero Vallelonga di Caulonia.
Carabinieri e polizia hanno proceduto a Serra San Bruno allo sgombero di un immobile che era stato confiscato al boss della 'ndrangheta Damiano Vallelunga, ucciso nel 2009. L'immobile era stato occupato dai familiari di Vallelunga, che avevano avviato azioni giudiziarie per tornare in possesso della struttura. Il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, ha definito lo sgombero dell'immobile ''un importante risultato per l'affermazione della legalita'''. (ANSA)
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