mini ambulanzaStava lavorando alla ristrutturazione di un'abitazione quando, ad un certo punto, un muro in pietra gli è crollato addosso. Protagonista, suo malgrado, dell'ultimo incidente sul lavoro che si è verificato nelle Serre vibonesi è A.M., 46enne, di San Nicola da Crissa. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno inizialmente soccorso il quarantaseienne, per poi trasportarlo in elisoccorso presso l'ospedale di Catanzaro. 

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mini pistola1Un giovane di 18 anni, G.G., è stato ferito da un colpo di pistola alla spalla, mentre era con un amico, in una zona di campagna di Monasterace, nel Reggino. I Carabinieri del gruppo di Locri, diretti dal tenente colonnello, Giuseppe De Magistris, hanno già avviato le indagini per cercare di capire i motivi dell'agguato. Al momento, non sarebbero gravi le condizioni del giovane, visto che è stato lui stesso a presentarsi, in compagnia di un amico, presso il pronto soccorso di Sovertato. Ricoverato, la prognosi al momento resta riservata. Il diciottenne, inoltre, ha detto di non sapere chi ha sparato. 

 

 

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mini mediciNon c’è la disponibilità di un posto letto. Non c’è quasi mai la disponibilità dell’autoambulanza per soccorrere il paziente o trasferirlo in un altro ospedale. Non c’è neanche un adeguato livello di professionalità, in grado di dare indicazioni appropriate sullo stato di salute di chi si rivolge al presidio, vista la precarietà in cui oggi lo stesso personale sanitario è costretto a lavorare. Non c’è una diagnostica accurata. C’è solo la morte. Questa volta è toccato a una donna serrese di 55 anni, madre di due figli, che purtroppo - dalle prime ore dell’alba di ieri - non c’è più.

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mini sanitRiceviamo e pubblichiamo:
 
Le parole chiave dello spot pubblicitario che in questi giorni viene trasmesso dalle reti radio e televisive locali, tappezzate sui cartelloni pubblicitari, che chiunque avrà visto, sia nella cittadina di Serra San Bruno sia in tutti i grandi centri regionali, avrebbero dovuto essere: Piano di Rientro, Ridimensionamento, chiusura di Strutture e Presidi Ospedalieri, tagli ai Servizi Sanitari, al Personale Medico e Paramedico, ticket e aumento dei farmaci. 
Questa pubblicità viene proposta proprio nel nostro territorio dove per cattiva sanità e per la quasi chiusura del nosocomio serrese siamo ridotti al lastrico. Liste d’attesa lunghissime, pronto soccorso intasati, mancanza di strumentazione adeguata, carenza di personale, mancanza di autoambulanze e mezzi di primo soccorso, casi di malasanità, emigrazione sanitaria.
Un territorio come il nostro ricco di grandi potenzialità versa in uno stato di degrado e abbandono impressionante, colpa delle istituzioni che ostacolano e bloccano ogni possibilità di progresso. 
La nostra classe politica certamente merita la qualifica di mediocre. Di peggio in tutti questi anni non si poteva fare. 
La maggior parte dei mali, nella sanità, sono da attribuire alla cattiva gestione. Purtroppo gli effetti più devastanti ricadono proprio sui cittadini o peggio ancora sui pazienti più deboli, cioè quelli affetti da malattie gravi, spesso costretti ad assurde peregrinazioni da un ufficio all’altro o per chilometri e chilometri alla ricerca di uno sperduto posto in un letto di ospedale dove realmente possano essere  eseguiti i necessari controlli, gli interventi, le visite, gli accertamenti. Ai disagi dovuti alla carenza di adeguate strutture si aggiungono procedure sempre più complesse per procurarsi le opportune impegnative al fine di accedere ai servizi sanitari di base,  per non parlare dei rinnovi dei piani terapeutici o delle esenzioni dal ticket (senza le quali famiglie con difficoltà economiche o con familiari affetti da malattie gravi, o i disoccupati, sarebbero costretti ad aver paura per l’incombere di un malore o di una malattia perché non saprebbero dire se è peggio la malattia o il compenso economico da dare allo Stato e alla Regione). 
A tutta questa misera e disperata situazione, dulcis in fundo, arriva qualche tempo fa la buona novella: l’Ospedale di Serra San Bruno verrà, - o lo è già – o lo è a metà – o più in là verrà -, chiuso. Cose da pazzi!
Non tenendo conto che in campagna elettorale e nelle feste politiche di piazza si era affermato e assicurato che “l’Ospedale di Serra non sarebbe mai stato chiuso, anzi, sarebbe stato potenziato e riqualificato”. Ma alle bufale in questo paese siamo abituati! 
Da umile cittadino voglio rivolgermi alla parte più razionale di chi prende le decisioni dall’alto, mi voglio appellare alla loro clemenza in nome di 30mila persone, malati, anziani, bambini, madri di famiglia, gente sola senza nessuno costretta a convivere con la paura che se dovesse incombere qualcosa di avverso, le possibilità di salvarsi, con l’ospedale chiuso sono davvero limitate e quasi inesistenti. Tenendo conto che ci troviamo in un circuito montano, dove la viabilità è al limite dell’assurdo, senza mezzi di primo soccorso come dovremmo arrivare a Vibo, Catanzaro, Soverato con un arresto cardiaco in corso o con una emorragia celebrale? 
L’episodio dell’80enne pensionato Bruno Pelaggi, ci dovrebbe far riflettere, morto a causa di un infarto nel cortile di un supermercato, situato nei pressi dell’ ospedale “San Bruno”, dopo essere stato colto da malore. L’anziano dopo il malore si è accasciato a terra e i titolari dell’ esercizio commerciale hanno dato subito l’allarme, ma l’unica ambulanza presente al locale nosocomio, che soddisfa le esigenze di oltre 30mila persone, era impegnata in un altro servizio.  A prestare soccorso al pensionato è stata un’ altra ambulanza proveniente da Soriano C., giunta sul posto dopo circa 40 minuti.
Mentre i fatti ci dimostrano, come è successo invece con la signora Rosa Rita Zaffino, colpita da 13 arresti cardiaci e salvata dall’arrivo tempestivo e dall’ottimo lavoro svolto dal 118 dell’Ospedale di Serra San Bruno. Ciò a dimostrazione che anche in Calabria abbiamo eccellenze di buona sanità, e il presidio ospedaliero di Serra in passato è sempre stato fiore all’occhiello della buona sanità calabrese.  
Tenendo anche in considerazione il fatto che non si tratta solo di una cittadina ma che sull’Ospedale di Serra si appoggia gran parte del circondario vibonese e il circondario delle Serre, ben 19 comuni, si parla, quindi, di un bacino di utenza di oltre 30mila persone.
Per tutta questa gente l’ospedale di Serra San Bruno è Vita!
 
Vito Carello
  
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Martedì, 25 Giugno 2013 10:05

Serra, storia di un' ambulanza a metà

mini ospedale_serraSERRA SAN BRUNO - Che sia necessario potenziare il presidio ospedaliero della cittadina bruniana con un ulteriore mezzo di soccorso per l'emergenza urgenza tale da affiancare quello in servizio è di fondamentale importanza. Ma quella che è stata presentata come la seconda ambulanza in dotazione presso l'ospedale serrese si è rivelata una bufala. Si tratta in realtà di un mezzo della Croce Rossa, mandato dall'Asp di Vibo Valentia, il cui compito è unicamente quello di garantire il trasferimento agli ammalati presso altre strutture ospedaliere e di operare in codice verde. Nessuna possibilità quindi di operare in caso di urgenza quando l'unica ambulanza in dotazione al nosocomio montano è impegnata in altro intervento, anche perché il mezzo della CRI è sprovvisto di equipaggio sanitario.
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mini LOGO_COMITATO_ORiceviamo e pubblichiamo:

 

Il comprensorio delle Serre Calabre vive ormai da anni una crisi sanitaria aggravata ulteriormente dal corposo ridimensionamento del P.O. “San Bruno” deciso dal Decreto 18/2010 che lo ha di fatto ridotto ad un ex ospedale con soli circa 25 posti letto del Reparto di Medicina-Lungodegenza ed una sola autoambulanza per le esigenze clinico-sanitarie e per il primo soccorso di ben 39.600 cittadini utenti del Distretto Sanitario di Serra San Bruno costituito da 19 Comuni montani.

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mini ospedale serraSERRA SAN BRUNO – Che il presidio ospedaliero 'San Bruno', dopo il pesante ridimensionamento del piano sanitario di rientro, sia ridotto all’osso è chiaro a tutti. Cosi com’è abbastanza chiaro che la colpa della scure sanitaria sull’ospedale serrese è da rinvenire nella malapolitica dei comportamenti antisociali del centrosinistra calabrese prima e successivamente del centrodestra. Ma ora, alle carenze di strutture e di mezzi - ne è esempio l’unica ambulanza a disposizione per un bacino di utenza di circa trentamila persone che è puntualmente assente per altri interventi quanto capita una urgenza - sono da aggiungersi anche i turni piuttosto pesanti a cui vengono sottoposti molti lavoratori a causa della carenza di personale.

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mini funghiPer molti appassionati di micologia, quella in corso, si sta rivelando una stagione straordinaria. In questi ultimi giorni i cacciatori di funghi, armati di ‘panaru’ e bastone, hanno spasmodicamente setacciato le montagne delle Serre, come fosse la corsa all’oro del Klondike, riscuotendo quasi tutti un buon successo. In molti infatti dopo poche ore di intensa ricerca si sono ritrovati con i freezer e la pancia traboccanti di porcini.

Ma a San Nicola da Crissa (VV) l’appagante esplorazione micologica ha registrato un epilogo increscioso. Un’intera famiglia è finita in ospedale, a causa di forti dolori allo stomaco, avvertiti dopo aver ingerito i funghi raccolti nella stessa mattinata, rivelatisi solo nelle prime ore post-pranzo tutt’altro che commestibili. Il pasto consumato dai 4 componenti di questo sfortunato, o forse inesperto, nucleo famigliare pare sia stato caratterizzato da un’abbondante menù a base di “boletus satanas”. Un fungo diffuso nel nostro territorio, ma irraccolto per via della sua alta tossicità.

Per fortuna, dopo una breve osservazione al pronto soccorso dello Jazzolino di Vibo, la famiglia ha potuto fare ritorno a casa. Un episodio analogo sembra si sia verificato anche a Maierato, dove alcuni improvvisati cercatori di funghi sono finiti in ospedale dopo aver ingerito dei “boletus erythropus”, che secondo gli esperti, perderebbero la loro tossicità solo se bolliti a lungo.

Intanto dall’azienda sanitaria raccomandano: ‘Non raccogliere assolutamente funghi che non si conoscono al 100%. In ogni caso rivolgetevi, prima di ingerirli, all’ispettorato micologico dell’Asp’.

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mini ospedale_serraLa mannaia sulla sanità nelle regioni commissariate non ha prodotto danni ingenti solo in Calabria. La stessa identica situazione è vissuta in Abruzzo dove il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, commissario ad acta per la sanità, ha predisposto un piano di rientro che ha severamente penalizzato i piccoli ospedali, considerati ‘non coerenti con i fabbisogni di prestazioni della popolazione’. Così molte strutture ospedaliere abruzzesi sono state tagliate. Tra queste quella di Tagliacozzo, in provincia di L’Aquila, che serve un bacino di 30 mila abitanti. Le similitudini con il caso dell’ex-ospedale ‘San Bruno’, sono tantissime, se si pensa che la struttura di Tagliacozzo sorge in una zona montana mal collegata

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mini Bivongi_e_fiumaraGiuseppe Gerace, 30 anni, è stato ucciso in un agguato avvenuto stamattina nelle montagne tra Bivongi e le Serre, al confine tra le province di Reggio, Vibo e Catanzaro. La vittima era alla guida di una jeep su una strada sterrata, quando l'auto è stata raggiunta da diversi colpi di fucile. Insieme a Gerace in auto c'era Giuseppe Geracitano, 19 anni, che è rimasto ferito. Secondo le prime ricostruzioni, pare che i due siano scesi dall'auto e abbiano tentato la fuga: il 30enne non c'è riuscito ed è stato freddato, mentre il 19enne, dopo essere fuggito attraverso un bosco, è stato visto e soccorso da alcuni operai forestali. Geracitano sarà sottoposto ad intervento chirurgico presso l'ospedale di Locri. Pare che a sparare siano stati almeno due sicari. Sull'agguato indagano i carabinieri.

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