Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
La sanità regionale affossa sempre più. Ora, come già era nell’aria da tempo, a chiudere battenti potrebbe essere il Popolo oncologico della Fondazione Campanella di Catanzaro, unico centro oncologico di eccellenza nell’intera regione. Il provvedimento, che porterà contestualmente anche al licenziamento irreversibile dei 180 dipendenti occupati nella struttura, è stato reso noto qualche ora fa dai vertici amministrativi e sanitari dello stesso Polo.
Il management della fondazione Campanella è stato, infatti, costretto ad avviare la procedura che porterà, a partire dal prossimo giovedì 17 luglio, alla soppressione di tutte le attività di ricovero ed ambulatoriali, svolte fino ad ora nella struttura di Germaneto. Secondo quanto comunicato dagli stessi dirigenti del Campanella, «non vi sono più le condizioni per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari».
La decisione è stata ufficializzata anche tramite una lettera indirizzata all’attenzione del Governo, dove testualmente viene indicato come il Centro oncologico – di proprietà della Regione Calabria e dell’Università Magna Græcia di Catanzaro – sia stato trasformato nel tempo «in una clinica privata e ridotto in una situazione economica disastrosa, costretto a chiedere in prestito farmaci alle altre strutture sanitarie per non interrompere le cure dei propri pazienti».
Nella stessa missiva sottoscritta direttamente dal Direttore generale Mario Martina e dal Presidente Paolo Falzea, viene sottolineato, inoltre, come l’imminente soppressione riguardi il fallimento di un «progetto culturale» imprescindibile per la rete sanitaria ed universitaria calabrese e non solo. Un dramma che «sta facendo affondare la Fondazione in un mare di debiti costringendola a chiudere i battenti» con circa, al momento, 500 pazienti «che sono in cura presso il Centro costretti a trovare un'altra struttura». Tutto ciò, viene fatto notare, «mentre nella vicina Crotone sta avviando la sua attività un Centro oncologico veramente privato».
Già lo scorso 19 maggio tutti i soggetti istituzionali interessati alla questione erano stati informati della condizione a dir poco complicata in cui verteva il presidio. In seguito il consiglio regionale ed il presidente dalla giunta regionale facente funzioni, Antonella Stasi, avevano dichiarato l’intenzione di avviare tutte le procedure utili a perseguire una giusta risoluzione del problema, tanto che la paventata soppressione era stato prolungata proprio fino alla scadenza del 17 luglio prossimo. Ma, a soli sei giorni di distanza, come rimarcato dalla lettera presentata oggi, «non si sa se e quando saranno trasferite le risorse necessarie per poter acquistare farmaci, dispostivi medici e pagare gli stipendi ai dipendenti». «Per la gestione di tutte le attività – si aggiunge nella nota – da parte della Fondazione sono necessari circa 30 milioni all'anno; ne sono stati previsti solo 10 milioni. Solo per la gestione delle attività non oncologiche un'apposita commissione paritetica Università - Regione ha stabilito il costo in circa 26 milioni all'anno».
«Sarà sempre la Regione – continua la nota – nei prossimi anni a pagare comunque i debiti accumulati dopo aver distrutto una struttura ove sono presenti eccellenti competenze che non possono essere sminuite nella loro professionalità da miopie di vario genere. Quotidianamente siamo costretti a ricorrere allo scambio al prestito di farmaci con altri ospedali della Regione; le case farmaceutiche si rifiutano di fornire i farmaci e dispositivi medici che comunque devono essere pagati in anticipo dopo estenuanti trattative». Nel comunicato è evidenziato inoltre che «già dal 14 luglio non sarà possibile effettuare presso la Fondazione le Pet. Nei prossimi giorni si darà corso ad ulteriori iniziative giudiziarie nella speranza che sia ancora la volta la magistratura ad intervenire per ripristinare il diritto alla salute dei cittadini calabresi».
I giovani imboccano sempre meno la strada dell’imprenditoria. Secondo uno studio condotto dall’Istituto Demoskopika, tra il quinquennio 2009-2014 sono 2600 i giovani imprenditori in meno sotto i 30 anni. Gli over 50 crescono anche in termini di cariche, infatti, sul territorio regionale, il dato di presenza per questa fascia di età è incrementato del 10,1%, ossia di 9 punti percentuali rispetto al dato nazionale.
Come ha sostenuto l’economista Raffaele Rio «trovare un imprenditore con meno di 30 anni è diventato sempre più difficile. Nel periodo analizzato – ha continuato Rio – emerge un progressivo invecchiamento del sistema imprenditoriale regionale che rischia di assumere un carattere strutturale almeno per due elementi prioritari, la difficoltà per i più anziani di uscire dall’azienda e quella per i più giovani ad entrarvi persi nei meandri degli adempimenti burocratici, della pressione fiscale, dell’accesso al credito e del reperimento di finanziamenti per sostenere il mercato aziendale».
I principali ostacoli deriverebbero dalla difficoltà di accesso al credito, dalla scarsa formazione manageriale e dalle condizioni politico-istituzionali poco favorevoli per l’avvio di nuove start-up. Nonostante la maggior parte dei giovani abbia una formazione scolastica (diploma o laurea), la burocrazia, i costi del lavoro e la fiscalità troncano i nuovi progetti imprenditoriali quasi sul nascere.
Come riportato nello studio dell’Istituto Demoskopika «l’analisi del livello territoriale pone la provincia di Cosenza in vetta alla crescita degli imprenditori over 50 con un 16,8% quantificabile in valore assoluto nella presenza di 5.876 imprenditori in più rispetto al 2009. A seguire la provincia di Reggio Calabria con 3.605 vecchie leve in più (+13,8%) e la provincia di Catanzaro con un incremento di 1.200 imprenditori pari ad un aumento del 6,2% rispetto al 2009. In direzione opposta i due territori provinciali di Vibo Valentia e di Crotone che hanno fatto segnare una contrazione degli imprenditori over 50 nel 2014 rispettivamente del 5,3% e del 2,8%».
In mancanza del cambio generazionale, l’impresa calabrese dunque subisce la mancanza di giovani che possano dare nuova linfa al sistema imprenditoriale. Numeri a parte, il risultato più triste si riscontra nella sempre più frequente fuga dei cervelli all’estero.
L'assessore all'Agricoltura della Regione Calabria, Michele Trematerra, da questa mattina risulta tra i quindici indagati nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro su alcuni appalti pubblici assegnati illegittimamente tra il 2010 ed il 2013.
Trematerra è dunque indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, assieme ad un ex consigliere del Comune di Acri, per aver agevolato la cosca ‘ndranghetistica dei Lanzino di Cosenza, guidata da Giuseppe Perri nella sua articolazione territoriale di Acri. L'indagine intende fare luce su presunte irregolarità connesse all'affidamento di appalti pubblici da parte della precedente amministrazione comunale di Acri, guidata, all'epoca dei fatti, dal sindaco Luigi Maiorano, anch’esso inscritto agli atti per concorso esterno.
Gli appalti a cui fa riferimento l’indagine riguardano svariate attività afferenti alle competenze di Trematerra, assessore regionale all'Agricoltura e alla Forestazione dal 2010, già consigliere regionale, giunto al secondo mandato consecutivo ed eletto per la prima volta nel 2005 in quota Udc, partito nel quale milita attualmente. Tra i lavori presi in riferimento dagli inquirenti, quelli per la pulizia delle rete viaria cittadina dalla neve, nonché, soprattutto, alcune attività di disboscamento e la conseguente cessione del materiale legnoso. Secondo l'accusa, gli indagati avrebbero condizionato enti pubblici, quali la Regione e il Comune, facendo fulcro sull'apporto di «figure istituzionali come l'assessore al ramo Michele Trematerra e l'ex sindaco Luigi Maiorano» proprio per assegnare illegalmente appalti nel settore del disboscamento e della vendita di legname a favore dei Lanzino. Come già detto, tra gli indagati risulta anche un ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, attuale componente della segreteria di Trematerra.
Nel dettaglio a Trematerra, indagato quindi per concorso esterno in associazione mafiosa, è imputato di aver posto in essere una serie di «condotte materiali e procedimentali amministrative a favore dell'associazione mafiosa dei Lanzino e in particolare a favore degli imprenditori facenti parte della cosca e delle rispettive società», oltre che a favore dell'ex consigliere comunale Angelo Gencarelli.
Contestualmente, questa mattina, i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza e della Compagnia di Rende hanno effettuato numerose perquisizioni direttamente nell'abitazione dell'assessore Michele Trematerra, nonché nel suo ufficio regionale e negli uffici del dipartimento Agricoltura in uso a Trematerra e a Angelo Gencarelli, componente della segreteria dell'assessore ed ex consigliere comunale ad Acri.
Deve essere stata una soddisfazione immensa quella vissuta alcuni giorni fa da Giovanni Martino, studente della terza B dell’Istituto Alberghiero di Serra, indirizzo sala e vendita, che al 501 di Vibo Valentia - prendendo parte alla competizione organizzata dall’Associazione Italiana Barman e Sostenitori nell’ambito del “Circuito del Cocktail” regionale - si è aggiudicato la prima posizione per il miglior cocktail presentato al concorso nella categoria Juniores.
Giovanni Martino, assieme al compagno di classe Leo Massimo Maiolo, si è quindi cimentato, con altri studenti della provincia, per la preparazione di una miscelazione di fantasia utilizzando il liquore “Indianello” prodotto dall’azienda Caffo, partner e sponsor ufficiale della manifestazione.
Il cocktail preparato da Giovanni è stato, dunque, giudicato il migliore in gara da ben due giurie di alto profilo professionale, distinte e complementari: una tecnica e una degustativa. Il giovane aspirante barman serrese ha proposto il cocktail “Magnolia” ottenuto miscelando 4/10 di liquore Indianello Caffo, 4/10 di Gin e 2/10 di Amaretto di Saronno, completato poi in coppetta con gocce di succo di limone e foglie di menta piperita. Un cocktail, ad avviso di chi ha avuto il piacere di assaggiarlo, molto vicino ai classici per struttura organolettica, ma allo stesso tempo originale, soprattutto, per le tecniche utilizzate nella miscelazione: un perfetto mix tra il cosiddetto stile classico e quello libero (definito tecnicamente dagli addetti ai lavori free style o flair). Caratteristiche che hanno quindi convinto le due giurie, che dopo un’attenta e meticolosa valutazione hanno deciso di tributargli il premio più ambito.
La gioia e la soddisfazione per il prestigioso risultato raggiunto ha coinvolto anche i compagni di classe, il personale ed il Dirigente scolastico, oltreché chiaramente il docente di Sala e Bar, Francesco Angotti, che con Giovanni e Leo ha condiviso la preparazione tecnica e didattica, non solo della manifestazione specifica, ma soprattutto in funzione degli esami di qualifica che da qui a qualche settimana saranno chiamati ad affrontare tutti gli studenti del terzo anno. Il professor Angotti, soddisfatto per il risultato raggiunto dal suo studente, ha esclamato: «In fondo, le cose non bisogna solo farle. Bisogna anche e soprattutto volerle fino in fondo, perché solo se ci si crede fino in fondo si possono centrare risultati così prestigiosi».
La partecipazione dell’Istituto serrese è stata resa possibile anche grazie all’apporto di Domenico Scrivo, barman professionista, partecipante anche lui al concorso per la sua categoria. Infatti la competizione di Vibo Valentia, terza tappa regionale del “Circuito del Cocktail” prevedeva uno scontro agguerrito a colpi di shaker in diverse gare, a cui hanno partecipato in totale una cinquantina di concorrenti, suddivisi in quattro diverse categorie tra professionisti e non professionisti. Scrivo si è classificato quinto per la categoria professionisti costituita da un totale di 34 partecipanti. Risultato che gli permette di mantenere una posizione di favore per la finale nazionale.
Sulle ali del legittimo entusiasmo frutto di una stagione da incorniciare, la Serrese - dopo il meritatissimo salto di categoria verso la Promozione e dopo lo storico trionfo in Coppa Calabria - guarda ora con fiducia alla Coppa della Regione: il prestigioso "quadrangolare" organizzato dal Comitato Regionale Calabria della Lega Nazionale Dilettanti.
L’ambito trofeo - a conclusione della stagione sportiva 2013/2014 - vedrà impegnate le prime classificate dei rispettivi quattro raggruppamenti di Prima Categoria. Sono, pertanto, ammesse a prendere parte alla manifestazione l’Asd Juvenilia Alto Jonio (vincente del girone A); l’Asd Uria 2000 (vincente del girone B); l’Asd Calcio Cittanovese (vincente del girone D) e la stessa Asd Serrese (vincente del girone C).
Il quadrangolare si svolgerà il prossimo sabato 10 maggio, a partire dalle ore 15.00, sul campo comunale “Rocco Riga” di Lamezia Terme, appositamente messo a disposizione dalla società Nsd Promosport. Il sorteggio per definire lo schema degli incontri, effettuato di recente nella sede del Comitato Regionale Calabria, ripropone già ad apertura del torneo quella che fu la finale di Coppa Calabria, disputata l’1 maggio scorso proprio sul neutro di Lamezia, tra Uria 2000 e Serrese e conclusasi a vantaggio della squadra del presidente Salvatore Albano.
Di seguito il calendario completo degli incontri*
Prima semifinale
URIA 2000 - SERRESE ore 15.00
Seconda semifinale
CALCIO CITTANOVESE - JUVENILIA ALTO JONIO ore 16.00
Finale 3° e 4° posto ore 17.00
Finale 1° e 2° posto ore 18.00
* Le gare avranno la durata di quarantacinque minuti ciascuna.
SERRA SAN BRUNO - Sette paia di Scarpe, la prima fatica letteraria della giovane archeologa serrese Eliana Iorfida, sarà presentata domani, sabato 29 marzo, a partire dalle ore 17.00, a Serra San Bruno nei locali di Palazzo Chimirri.
Interverranno all’evento Bruno Rosi, sindaco di Serra San Bruno; Giovanni Bruno, prefetto di Vibo Valentia; Franca Falduto, responsabile delle consulte studentesche - Ufficio Scolastico Regionale; Demetrio Crucitti, direttore Rai Calabria; Paola Gaglianone, Rai Eri; Mario Bozzo, già presidente della commissione regionale del Premio Letterario "La Giara" e presidente della Fondazione Carical; nonché l’autrice Eliana Iorfida, Giara d'Argento 2013. Nelle vesti di moderatore il professor Tonino Ceravolo.
Il libro nell’agosto scorso si meritò “la Giara d’Argento”, un importante riconoscimento assegnato al romanzo nell’ambito dell’edizione 2013 del Premio Letterario “La Giara” indetto da Rai Eri; una preziosa opportunità di scouting per scrittori esordienti al di sotto dei 39 anni, la cui premiazione è avvenuta nello splendido scenario della Valle dei Templi di Agrigento.
«Sette paia di scarpe – si legge nella motivazione che spinse la prestigiosa giuria alla consegna del premio – è la storia di Ahida e della sua adolescenza, che sullo sfondo della guerra arabo-israeliana del 2006, ci trasporta in un mondo arcaico, rurale, destinato a metamorfosi profonde, senza tuttavia rinnegare i valori di una tradizione millenaria. Eliana Iorfida, narrandoci la vita del piccolo villaggio nella Jazeera siriana, ci descrive, senza giudizi morali o politici, una società dettata da rigide leggi patriarcali, di cui riconosce i limiti, la durezza, ma anche la forza e l’integrità morale. Di quel mondo ci restituisce i colori, la natura, e un senso profondo di humanitas, di collettività, che ci ricorda la genesi delle nostre radici mediterranee».
Il giovane talento letterario ha tratto aspirazione per la stesura del suo romanzo di esordio, durante una delle tante missioni archeologiche, effettuata tra il 2006 e il 2007, sotto la direzione scientifica del Prof. Buccellati (Università della California), in un territorio, dunque, che può senza alcun ombra di dubbio essere annoverato tra i più caldi e sventurati al mondo. Nonostante i tanti impegni quotidiani, Eliana inizia a scrivere il suo romanzo, in maniera intermittente, nel 2008, lasciandolo in sospeso più volte. Poi nel 2012, una volta ultimata, decide di inviare la sua opera alla sede Rai di Cosenza per prendere parte al concorso. Tra gli autori di riferimento della giovane autrice serrese, Corrado Alvaro, che la stessa Eliana Iorfida riconosce peculiare per essere stato «tra i primi a cogliere l’omogeneità della tradizione mediterranea, la comunanza del Meridione d’Italia coi paesaggi e i volti che popolano la sponda opposta e che io stessa ho potuto apprezzare».
«La notizia del taglio di alcuni alberi nel bosco Archiforo delle Serre, tra cui alcuni di particolare pregio, desta inquietudine e pone interrogativi sulla gestione del patrimonio boschivo che, soprattutto in Calabria, rappresenta una risorsa unica sia dal punto di vista ambientale che di potenziale sviluppo turistico, e Legambiente si attiverà in ogni sede, nazionale e comunitaria, per impedire che questo scempio venga compiuto» È quanto affermano, in una nota diramata nel pomeriggio di ieri, il presidente di Legambiente Calabria, Francesco Falcone e il componente della segreteria regionale Franco Saragò.
«La vicenda - continuano Falcone e Saragò - ha giustamente creato clamore in tutto il Paese poiché rappresenta una risposta sbagliata alla reale esigenza di valorizzare economicamente il patrimonio forestale di una regione che, nonostante sia tra le più forestate d'Italia, manca dei più elementari strumenti di programmazione forestale e di pianificazione dell'uso del bosco che in altri contesti territoriali hanno garantito un reale sviluppo socio-economico. La Calabria, infatti, non ha una legge forestale regionale e si affida alle prescrizioni minime di polizia forestale per gestire e programmare gli interventi forestali che rappresenta un'assurdità se si pensa agli interessi economici, legali e non, che ruotano attorno al settore forestale regionale. Le difficoltà economiche che vive il paese e in particolar modo i piccoli comuni, spingono questi ultimi a fare cassa e la vendita di legname spesso diventa una concreta occasione per fare fronte alle esigenze di bilancio. Un rischio che non possiamo e non dobbiamo correre. Siamo convinti che i territori montani, dalla tutela del loro patrimonio ambientale, possano ricevere guadagni, anche in termini concreti ed immediati, imparagonabili a quanto incassato dalla vendita del legname. È necessario, soprattutto in Calabria - concludono - rivedere i confini delle aree di pregio destinandole a riserve ma è altrettanto necessario che i Comuni, diano attuazione alla legge numero 10 del 14 gennaio 2013 che li obbliga a censire gli alberi monumentali e di particolare interesse naturalistico adottando tutte le misure necessarie alla loro salvaguardia».
«È inconcepibile, poi – concludono i due - che la Regione Calabria, nonostante sia stato adottato nel lontano 2008, non abbia ancora approvato il Piano del Parco regionale delle Serre, strumento indispensabile per l'attuazione piena della tutela del territorio».
Raffiche di vento forte stanno portando le prime avvisaglie della temibile ondata di maltempo prevista su tutta la Calabria per il prossimo weekend. In particolare per la zona delle Serre – compresa fra i 579 e i 1424 metri di altitudine – è scattato, dalla prime ore di questa mattina, l’allarme meteo di “livello rosso per tempeste”. Le copiose precipitazioni, con contestuale forte incremento delle temperature, si protrarranno per il periodo a partire da venerdì 31 gennaio, ore 13.00, fino a domenica 2 febbraio, ore 7.00, ed interesseranno in particolare i centri abitati al di sopra dei 1000 metri sul livello del mare.
Le tempeste saranno caratterizzate – secondo le previsioni – da forti raffiche di vento (oltre 100 Km/h) e piogge ingenti (oltre 50 l/qm nell’arco di 24 ore).
Resta quindi alto il livello di guardia per le possibili criticità connesse alle precipitazioni diffuse, a carattere temporalesco ed accompagnate da forte vento. L’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione ambientale) ha comunicato che «a partire dalla serata di oggi è previsto il sopraggiungere sulla nostra regione di un fronte instabile e compatto che darà luogo a precipitazioni intense e prolungate». «Tale livello – ha fatto sapere il Centro Multirischi della stessa Agenzia regionale - contempla scenari di evento tali da determinare potenziale pericolo per l’incolumità delle persone che si trovano nelle aree a rischio, fenomeni di dissesto dei suoli, frane, allagamenti ed esondazioni. In ragione di ciò si richiama la popolazione a seguire le disposizioni contenute nei Piani di Protezione civile comunali e, comunque, ad evitare di auto-esporsi a tali rischi, limitando al necessario il tempo trascorso all’aperto e praticando tutte le misure necessarie alla propria salvaguardia (ad esempio evitare di sostare in locali posti al di sotto del livello del terreno, evitare di approssimarsi a corsi d’acqua e canali, evitare di posizionarsi al di sotto di versanti di terrapieni, rilevati e colline)».
In caso di difficoltà è consigliato contattare i centri di informazione della Protezione Civile stanziati sul territorio. L'evolversi della situazione potrà essere seguito consultando il sito web dedicato www.cfd.calabria.it
info www.meteo-allerta.it
mappa meteo www.meteoweb.eu
Con un breve e conciso comunicato - diramato pochi minuti fa - il titolare dell'agriturismo 'Fondo dei Baroni', Domenico De Paola, in protesta assieme a due dei suoi dipendenti - Immacolata Timpano e Domenico Randò - ha reso esplicità la ferma intenzione di continuare nell'azione di contestazione che vede i tre incatenati nel corridoio del Municipio di Serra San Bruno dalle 9.30 di questa mattina, per reclamare il pagamento dei servizi prestati dall'azienda ricettiva nell'ambito del Progetto 'Pitagora Mundus'.
La struttura aveva ospitato, per diversi mesi, 26 dei 53 ragazzi egiziani arrivati in città per effettuare un percorso didattico-formativo di 5 anni, presso l'Istituto Superiore di Serra. Ma il pagamento dei servizi prestati - se non per una minima parte - non è mai di fatto stato effettuato dal Comune. Si legge nella nota: «Nonostante i vari disagi, il freddo e la stanchezza la nostra protesta continua. Le proposte che ci sono state fatte vanno bene e le abbiamo accettate, ma noi - continuano i dipendenti del 'Fondo dei Baroni' - non andiamo via dal comune e faremo lo sciopero della fame fino a quando l'amministrazione comunale non avrà svolto tutte le pratiche necessarie per l'erogazione delle somme dovute. Solo dopo che tutto l'iter burocratico sarà completato potremo andare via e tornare a casa dalle nostre famiglie e al nostro lavoro. Non bastano più le parole. E' da un anno che fanno parole. Un grazie a tutti per la solidarietà dimostrata».
La vincenda - che sta guadagnandosi l'attenzione mediatica regionale - sembrava potersi risolvere entro la giornata di oggi, soprattutto in seguito ai contatti avuti tra il legale di De Paola e gli esponenti dell'amministrazione locale, pronti - si diceva - a sottoscrivere immediatamente un accordo per giungere ad una risoluzione positiva dei fatti. Secondo quando trapelato, il sindaco avrebbe espresso la volontà di coprire il debito con le disponibilità del bilancio comunale, riconoscendo quindi esplicitamente le responsabilità dell'ente, ma - inspiegabilmente - nel pomeriggio si è registrata l'ennesima fase di stallo, tanto che la Giunta comunale non si è riunita per deliberare alcuna decisioni in merito. Domani dovrebbe giungere a Serra un referente dell'agenzia regionale Iscapi, soggetto attuatore del progetto. Intanto i tre passeranno la notte all'interno del comune, ancora in sciopero della fame.
Ennesima giornata di mobilitazione per i precari calabresi afferenti al bacino Lsu-Lpu, ancora impegnati, su tutto il territorio regionale, in una serie di manifestazioni e presidi per rivendicare la tanto agognata stabilizzazione. La manifestazione è stata indetta dai sindacati per chiedere risposte al governo nazionale e a quello regionale anche sulle coperture finanziarie necessarie a garantire i pagamenti delle spettanze. Lo sciopero di questa mattina è stato caratterizzato dall’occupazione strategica di infrastrutture e snodi viari. I presidi sono scattati a Lamezia Terme, Roseto Capo Spulico, Reggio Calabria e Crotone.
A Cosenza lo svincolo autostradale è stato chiuso preventivamente, già dalle prime ore del mattino, dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Al momento non si registrano disagi, ma l’allarme resta alto. Un gruppo di oltre 200 precari, verso le 10, dalla sede Rai si è diretto verso l’uscita dell’A3 Cosenza Sud.
Bloccato il traffico sulla 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico, sempre nel Cosentino, da un corposo corteo di lavoratori Lsu-Lpu del comprensorio. Presenti sul posto le forze dell’ordine e molti sindaci, con addosso la fascia tricolore, solidali con i precari.
A Lamezia Terme, i lavoratori, circa 150 persone, stanno protestando invece all’ingresso dell’aeroporto. Anche in questo caso non si sono registrate disfunzioni e l’attività dello scalo prosegue normalmente. Qualche disagio solo nelle operazioni di imbarco.
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