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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
STEFANACONI - Ha lasciato il carcere per passare ai domiciliari Bruno Patania, figlio del boss di Stefanaconi, Fortunato Patania, ucciso nel settembre del 2011 nel piazzale di un distributore di benzina situato nella valle del Mesima, nell'ambito della guerra di 'ndrangheta con i rivali dei piscopisani.
Gli agenti del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno, guidati dal dirigente Antonio De Tommaso, hanno tratto in arresto Walter Loielo, 20enne di Gerocarne, con l'accusa di detenzione abusiva di arma da fuoco, cartucce e coltelli. Nel corso di una normale perquisizione presso l'abitazione del giovane, è stata rinvenuta una pistola Beretta calibro 7,65 pronta all'uso, numerose cartucce, due ricetrasmittenti ed un passamontagna. Il tutto sarebbe servito per il compimento di un agguato. Espletate le formalità di rito, Loielo è stato tradotto nel carcere di Vibo Valentia, dove rimarrà a disposizione della magistratura. In base a quanto accertato dagli inquirenti, l'uomo apparterrebbe all'omonima famiglia coinvolta nella guerra di mafia contro il clan degli Emanuele, che sta insanguinando il territorio delle Serre vibonesi. Il fratello Cristian, inoltre, sta scontando una pena in carcere nell’ambito dell’operazione “Gringia”, scattata nel 2012 per far luce, da un lato, sulla faida fra i Patania di Stefanaconi e le consorterie di Piscopio e, dall’altro, sulla guerra che ha ha opposto gli stessi Patania ad altri clan rivali di Stefanaconi, legati al gruppo dei Bartolotta. Walter Loielo è anche cugino di Valerio, ferito nel luglio scorso di un agguato scattato tra Sorianello e Soriano, e di Rinaldo Loielo, arrestato l’anno scorso a Gioia Tauro perché trovato in possesso, dopo la perquisizione della sua autovettura, di una bomba che doveva essere utilizzate nel corso della faida per colpire i piscopisani.
È stato posto a fermo l’ex comandante della Compagnia dei carabinieri di Sant’Onofrio, Sebastiano Cannizzaro. L'ex maresciallo - accusato del reato di concorso esterno in associazione mafiosa - avrebbe agito, abusando del proprio ruolo, per agevolare le attività illecite poste in essere dalla cosca Patania di Stefanaconi. Oltre all'ex maresciallo - già indagato, sospeso dall’arma nel maggio 2012 ed in seguito definitivamente radiato nel febbraio scorso - la Dda di Catanzaro ha disposto anche il fermo di altre dieci persone, tutti presunti affiliati e fiancheggiatori della cosca Patania.
Gli indagati sono accusati a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione, danneggiamento, porto, detenzione e cessione di armi, anche da guerra, possesso di segni distintivi contraffatti e favoreggiamento personale, commessi in concorso e con l'aggravante delle modalità mafiose.
Le operazioni sono state effettuate dagli uomini del Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia, coadiuvati dallo squadrone eliportato Cacciatori Calabria. Gli arresti condotti, quindi, questa notte hanno interessato la provincia di Vibo e i comuni lombardi di Rozzano (Milano), Cantù (Como) e Carugo (Como).
La stessa operazione, denominata "Romanzo criminale", ha quindi determinato i fermi di:
Bruno Patania, 39 anni residente a Stefanaconi;
Alessandro Bartalotta, 23 anni, di Stefanaconi;
Antonio Sposato, 38 anni, di Stefanaconi;
Sebastiano Cannizzaro, 59 anni, maresciallo dei carabinieri già alla guida della Stazione di Sant'Onofrio;
Iliya Krastev, 33 anni, bulgaro, domiciliato a Stefanaconi;
Maria Consiglia Lo Preiato, 31 anni, di Stefanaconi;
Caterina Caglioti, 32 anni, di Stefanaconi;
Alex Loielo, 21 anni, di Gerocarne;
Natale Michele De Pace, 62 anni, domiciliato a Rozzano;
Toni Mazzeo, 38 anni, residente a Carugo;
Riccardo Cellura, 32anni, di Cantù.
VIBO VALENTIA - La Squadra Mobile di Vibo ha tratto in arresto due soggetti: si tratta di Rosario Battaglia, 28enne di Piscopio e di Raffaele Moscato, 31 anni di Vibo Marina, entrambi ritenuti affiliati al gruppo di 'ndrangheta dei Piscopisani, contrapposto al clan Patania di Stefanaconi nella guerra di mafia che sta interessando i centri alle porte di Vibo Valentia. I due, arrestati ad aprile per il possesso di una pistola nel corso delle indagini su un omicidio, erano stati poi scarcerati il 9 ottobre scorso per decorrenza dei termini massimo di carcerazione preventiva.
Sono stati sorpresi all'interno di una masseria a Stefanaconi, alle porte di Vibo, nella quale si nascondeva il latitante Saverio Patania, arrestato di recente dagli uomini del Comando provinciale dei Carabinieri. Antonio La Rocca, 35 anni, di Gerocarne, Alessandro Bartalotta, 22 anni, di Stefanaconi, e Valer Dumitras, 50 anni, pastore romeno, erano stati arrestati con l'accusa di favoreggiamento personale al latitante. Il gip Grabiella Lupoli, però, non ravvisando gli estremi per convalidare gli arresti, ha deciso per la scarcerazione delle tre persone fermate. Patania, dal canto suo, durante l’interrogatorio di garanzia non ha risposto alle domande del giudice che ha trasmesso poi gli atti al competente gip distrettuale antimafia di Catanzaro. Saverio Patania è infatti coinvolto nell’operazione antimafia denominata «Gringia» con l’accusa di essere stato il mandante di un omicidio e di quattro tentati omicidi.
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