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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Il corpo di un bracciante agricolo, Francesco Corrado, di anni 52, è stato ritrovato esanime la notte scorsa a Torre di Ruggiero, in contrada Missà. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri della compagnia di Soverato giunti sul posto, Corrado, la notte scorsa, è stato ucciso con un fucile a pallettoni, e i violenti colpi di arma da fuoco gli hanno quasi tranciato gli arti inferiori.
A Soriano Calabro la terra tremò paurosamente alle ore 20.00 di quel tragico 7 febbraio 1783, quando una forte scossa di terremoto - con un’intensità pari all’undicesimo grado della scala Mercalli - mise letteralmente in ginocchio tutto il comprensorio. Una tragedia comunque annunciata visto che nell’arco delle 48 ore precedenti si era registrato uno sciame sismico di, addirittura, 949 scosse che aveva irrimediabilmente distrutto gran parte dei territori della nostra regione e della Sicilia, mietendo oltre 50mila vittime.
Per ricordare quei tragici giorni, a partire dalle 17.00 di ieri fino al prossimo 2 aprile, proprio a Soriano, nei locali della “Galleria Corrado Alvaro”, la Biblioteca Calabrese ha organizzato una mostra artistico-documentaria denominata “La fine del mondo. Terremoto, ferro e fuoco a Soriano nella Calabria Ultra seconda del 1783”, nell’ambito della quale, si racconteranno proprio le tristi vicende del terremoto del 1783 attraverso l’esposizione di rari documenti storici, stampe, incisioni e “puntesecche” risalenti ai secoli XXVIII e XIX.
«Luogo della memoria è una unità significativa, d’ordine materiale o ideale, che la volontà degli uomini o il lavorio del tempo ha reso un elemento simbolico di una qualche comunità […] Il luogo della memoria ha come scopo fornire al visitatore, al passante, il quadro autentico e concreto di un fatto storico. Rende visibile ciò che non lo è: la storia […]. Questo secondo lo storico francese Pierre Nora. E, tale, probabilmente, era l’idea alla base dell’istituzione, nel 1926, del parco mandamentale delle rimembranze di località San Lorenzo, sito già sede di un monastero basiliano di cui esistono ancora i ruderi, ricadente nel comune di Arena, nel vibonese, ed appartenente alla confraternita del Ss. Rosario di Dasà. Voleva esserlo, almeno nelle intenzioni di Gaetano Corrado, benefattore originario di Dasà ma trasferitosi in Abruzzo, che offrì il terreno e si adoperò affinché lo stato donasse 4 cannoni, residuati bellici conquistati all’Austria, ad imperitura rimembranza dei caduti dei 4 comuni del mandamento: Acquaro e Dinami, oltre ad Arena e Dasà. Ad avvalorare il potere rievocativo di quel luogo, inoltre, alla partecipata e commossa cerimonia d’inaugurazione, che si svolse il 13 giugno del 1926, il Corrado fece preparare ed affiggere sui tronchi di 4 grandi pini, delle targhe a ricordo dei caduti dei 4 centri e, su un quinto, di tutti i caduti della Grande guerra. Il luogo della memoria, quello che avrebbe dovuto rendere visibile la storia, era pronto a svolgere la funzione per cui era sorto: tramandarne le pagine tra le generazioni, affinché sappiano e, dove possibile, evitino gli stessi errori. Voleva esserlo, luogo della memoria, il parco, ma lo stato in cui versa oggi è la chiara dimostrazione che il potere rievocativo non ha svolto bene il suo compito e che la storia, anziché essere resa visibile, è stata, in realtà, cancellata. I cannoni, infatti, sono ridotti in uno stato di ferraglia consunta dalla ruggine, senza le originarie ruote e con molte parti mancanti. I pini, poi, nel frattempo divenuti secolari, così come, tra poco, i cannoni, anch’essi accusano il peso dell’incuria e del tempo. Qualcuno negli anni è caduto, e qualche altro, con il terreno sotto eroso e le radici allo scoperto, è in procinto di seguirlo, mentre, le lapidi che ricordavano i caduti non esistono più. Questa è la situazione attuale del parco. Una circostanza che molti cittadini di Dasà, riuniti nel gruppo di Facebook “Dasà nel cuore”, considerano sacrilega e bisognosa di urgente intervento, ed hanno, a tal fine, promosso anche una petizione on line. In gioco, in effetti, non c’è solo un sito, ma la memoria ed il ricordo di quanti caddero per dare ai posteri un paese libero e unito. In gioco c’è la storia, verso cui non si può rimanere insensibili. Della questione, tramite vari passaggi che, a partire dal sindaco di Dasà - il quale nel 2010 scrisse una lettera al presidente Giorgio Napolitano per la concessione rapida e urgente di un «contributo da destinare al ripristino del sito e dei suoi reperti, per consentire ai miei concittadini di perpetuare il ricordo dei nostri caduti» - è stato alla fine investito l’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri che, assicurando «l’impegno istituzionale dell’ente a valorizzare il patrimonio culturale», ha attivato i dirigenti per i beni culturali della regione. Nel 2012 è ancora tutto fermo, ed i cannoni ed i pini e, soprattutto, ciò che rappresentano, continuano a marcire nell’indifferenza generale. L’appello, a questo punto, va all’assessore Caligiuri ed a quanti hanno a cuore la salvaguardia della memoria, contro una prospettiva di vilipendio alla patria, affinché, con i fatti, si adoperino per salvaguardare e recuperare il parco di San Lorenzo come luogo della memoria. Quella memoria che rende viva la storia e che nessuna crisi, o recessione, possono permettersi di oscurare.
(articolo pubblicato su Calabria Ora; foto www.associazioneculturaledasaese.it)
Sono tutti medici e operatori in servizio presso l'ospedale di Crotone gli 11 indagati per la morte della 19enne Gessica Rita Spina (foto), deceduta il 20 gennaio scorso proprio al "San Giovanni di Dio" dopo aver dato alla luce, due giorni prima, il piccolo Antonio. La procura crotonese ha iscritto nel registro degli indagati, per omicidio colposo, 10 medici e un'ostetrica, ecco i nomi: gli anestesisti e rianimatori Armando Mammone, 59 anni; Salvatore Oliverio, 60 anni; Fulvio Tancioni, 62 anni (primario); Cinzia Federici, 39 anni; Corrado Chiaravalloti, 35 anni; i ginecologi Giuseppe Garofalo, 63 anni (primario), Domenico Galea, 53 anni; Franco Rodio, 57 anni; Luigi Ammirati, 60 anni; Francesco De Fazio, 59 anni, e l'ostetrica Patrizia Dattoli, 40 anni. Domani sarà eseguita l'autopsia.
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