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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
SIMBARIO - Il capogruppo di minoranza Ovidio Romano presenta una richiesta di convocazione per un Consiglio Comunale Straordinario per la trattazione de i seguenti argomenti:
A motivazione della richiesta il consigliere Romano si rifà ”allo stato di grave inefficienza che caratterizza da tempo la gestione delle attività istituzionali da parte dell’amministrazione in carica e alla situazione di notevole disagio in cui versa la comunità Simbariana a causa delle continue disfunzioni che precludono ad ogni possibile soluzione di problemi ormai cronici. In una condizione di totale degrado, nonostante la quale il primo cittadino rifiuta ogni forma di confronto e discussione, diventa necessario avvalersi degli strumenti democratici per costringere un’amministrazione del tutto inadeguata ad assumersi pubblicamente le responsabilità per le gravi inadempienze subite dall’intera comunità. La latitanza del Sindaco e la scarsezza di capacità in chi lo sostituisce stanno facendo scivolare il paese in una grave deterioramento senza via d’uscita. Le coscienze devono svegliarsi ed il Consiglio Comunale sarà un efficace veicolo per far conoscere ai Simbariani le reali condizioni in cui un Sindaco senza idee ha portato il Paese. Si spera che il Consiglio possa essere convocato in un orario tale da permettere una massiccia partecipazione dei cittadini vista l’enorme importanza degli argomenti da trattare, senza il ricorso da parte di chi amministra ai soliti trucchetti da quattro soldi, tipo la scelta di un orario strano ( le nove del mattino), per ridurre al minimo la presenza di Simbariani e quindi i danni collaterali per chi certamente avrà ben poco da dire”.
Significativo il fatto che oltre ai quattro consiglieri di minoranza, firmi la richiesta di convocazione anche il capogruppo di maggioranza, ed attuale Presidente della Comunità Montana, Bruno Tassone.
Simbario, 06/03/2012
Di seguito l'appello del comitato promotore della manifestazione antimafia "Un giorno che non c'è", che si svolgerà mercoledì 29 febbraio a Lamezia Terme.
In Calabria la ’ndrangheta la senti, la tocchi, l'odori, ti passa davanti ogni giorno, al bar, al supermercato, nelle buche delle strade, nei saluti rispettosi...Qui la 'ndrangheta non ha bisogno di teoremi per farsi spiegare. C'è. Lamezia Terme soffre del fenomeno dell’illegalità diffusa.
Raid vandalico, questa notte, nella scuola media statale "Don Saverio Gatti", nel quartiere Capizzaglie a Lamezia Terme. Ignoti sono entrati nella scuola forzando una finestra e hanno allagato le aule con gli idranti di servizio. Ingenti i danni provocati all’intero edificio. I carabinieri di Lamezia Terme, diretti dal capitano Stefano Bove, hanno trovato i registri e il materiale didattico danneggiato e sparso un po' ovunque. Nei bagni della scuola è stato rinvenuto anche del sangue. L'istituto, un luogo simbolo poiché si trova in una delle zone più difficili della città, ospiterà una parte della manifestazione “Il giorno che non c'è” organizzata dalla Cgil e dalla Comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza (foto). Al momento nessuna pista viene esclusa, ma l'ipotesi più accreditata è che il blitz di questa notte rappresenti un inequivocabile messaggio contro un luogo simbolo dell’educazione alla legalità in aree difficili e contro la manifestazione antimafia prevista per il prossimo 29 febbraio, che è comunque confermata.
SERRA SAN BRUNO – Il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, nella giornata di ieri, si è recato in visita privata presso la Certosa di Serra San Bruno, per accertarsi personalmente dei danni subiti a causa del maltempo che ha imperversato nei giorni scorsi proprio nel comprensorio delle serre. La visita del prefetto è da considerarsi come l’attestazione della vicinanza che il rappresentante territoriale del Governo nutre nei confronti della comunità certosina. Ad accogliere l’autorità governativa, oltre al sindaco della cittadina bruniana, Bruno Rosi, il procuratore della Certosa fra Giovanni e l’amministratore Antonio Zaffino che hanno spiegato l’entità del danno riguardante il crollo di una parte del tetto della Cappella dei Frati, un’antica chiesetta che insieme a quella Conventuale, vede i monaci di clausura raccogliersi in preghiera e contemplare l’Assoluto nella maestosità del silenzio. La ditta che, con l’aiuto dei volontari della protezione civile coordinati da Antonio Carnovale e Cosimo Malvaso, ha messo in sicurezza il tetto della cappella per mezzo di lamierati in metallo, ha quantificato il danno che ammonterebbe a circa 160 mila euro. I danni subiti dalla comunità certosina, sono, in ordine di tempo, gli ultimi di quelli che il maltempo ha provocato all’intera comunità del comprensorio montano vibonese che nel giro di poche ore ha visto tramutare la propria vita tranquilla in uno scenario da odissea. Intanto, a causa dei danni provocati delle copiose nevicate che hanno interessato la cittadina bruniana nel mese di febbraio, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Bruno Rosi, ha deciso (con la delibera n.18) di richiedere lo stato di calamità naturale. Il maltempo si era già fatto sentire la scorsa settimana quando una coltre di neve alta 80 cm ha sommerso la cittadina della Certosa, stessa neve che nei centri montani di Fabrizia, Mongiana e soprattutto Nardodipace ha superato abbondantemente il metro di altezza, seminando timori e danni lungo tutto il comprensorio delle serre. I militari della Compagnia di Serra, nella tarda serata del 6 febbraio hanno salvato la vita ad un’anziana signora di 66 anni, V.M.D., residente ad Arena in contrada Berrina che non riusciva ad essere raggiunta dal personale della guardia medica di Arena che ha quindi ha richiesto l’intervento di personale del locale Comando dei carabinieri per raggiungere l’abitazione della donna, rimasta isolata, verosimilmente affetta da un principio di “ictus” e da insufficienza cardio-respiratoria. Un 65enne residente nel centro storico serrese, F.B., tutt’ora rischia di perdere una gamba a causa di un trombo dovuto all'ipotermia causata dal freddo polare di questi giorni che lo ha duramente provato. Sempre nel comprensorio montano un capannone appartenente da un’azienda agricola è crollato a causa delle abbondanti nevicate, uccidendo alcuni maiali che si trovavano al suo interno, stessa sorte anche per alcune pecore appartenenti ad un’altra azienda della zona. Oggi sta ancora nevicando sul territorio delle Serre, ma stando alle previsioni il clima dovrebbe migliorare tra domani e venerdì.
SERRA SAN BRUNO - L’emergenza neve che ha interessato le Serre in questa settimana non ha mancato, come spesso succede ad ogni latitudine, di dare adito ad una serie di polemiche politiche tra amministratori e opposizione. Il sindaco Bruno Rosi, in risposta alle critiche, ha parlato, in una nota già pubblicata dal Vizzarro.it, di “strumentalizzazioni irresponsabili”, elencando gli interventi posti in essere dal comune. Per oggi pomeriggio, inoltre, è stata convocata una conferenza stampa nel palazzo municipale. Dall’opposizione, invece, sono stati espressi nell'immediatezza dell'evento giudizi fortemente negativi sull’operato dell’amministrazione comunale nell’affrontare le difficoltà dovute agli 80 cm di neve che hanno coperto Serra San Bruno.
Secondo Mirko Tassone, consigliere comunale di ‘Al lavoro per il Cambiamento’, “un territorio con un’emergenza ampiamente prevista è stato abbandonato: quello che è certo è che le emergenze si possono pianificare”. Lo stesso Tassone ha rilevato che un mezzo spazzaneve e spargisale di proprietà della Comunità Montana delle Serre, giace completamente inutilizzato nel locali di pertinenza dell’ente. Lo stesso mezzo era stato oggetto di una proposta dello stesso Tassone, ex vicepresidente dell’ente montano, per la creazione di un consorzio dei 13 comuni della Comunità Montana che, accollandosi le spese in parti uguali, avrebbero potuto mantenerlo in servizio. A fronte di alcuni comuni che avevano accolto tale proposta, da altri comuni hanno risposto picche. Allora Tassone ha anche proposto l’utilizzo del mezzo, previo mantenimento, all’amministrazione comunale serrese guidata dall’ex sindaco Raffaele Lo Iacono, che però, spiega sempre Tassone, non ha mai dato alcuna risposta.
Critiche anche dal locale circolo del Pd. Secondo Luigi Tassone, “già dalle prime ore di lunedì la situazione appariva problematica, ma ciò lasciava quasi indifferenti i nostri amministratori che si sono limitati esclusivamente a perlustrare le vie cittadine anziché predisporre adeguati mezzi di soccorso. Nella giornata di martedì – prosegue Tassone – i disagi non sono certo diminuiti; oltre ad essere completamente paralizzate tutte le vie cittadine, si registrava una situazione altrettanto grave anche all’ingresso dell’ ospedale “San Bruno”. Situazione che, ha anche impedito il transito dell’ambulanza. Ancora una volta, come Pd, ci troviamo costretti a denunciare l’inadeguatezza dell’amministrazione comunale targata Pdl e guidata dal sindaco Bruno Rosi, che appare incapace a gestire sia le emergenze che l’ordinario. Diversi sono, infatti, i problemi ai quali l’attuale maggioranza non riesce a trovare soluzioni; difatti, dopo l’emergenza e l’immobilismo sullo smantellamento del presidio ospedaliero e la totale incapacità sulla gestione del ciclo dei rifiuti – con il ritorno dei cassonetti e la trasformazione dell’isola ecologica in discarica – la giunta comunale ha palesato tutta la sua incompetenza nel non saper programmare interventi per limitare i disagi, eccezionali si, ma già ampiamente programmati dalle previsioni meteo”.
Sulla stessa linea Andrea Pisani, sempre del Pd. “L’allerta meteo era stata lanciata da tempo e i vari telegiornali hanno fatto vedere come il maltempo avesse già messo in ginocchio il nord Italia ma evidentemente, visto la vocazione del nostro primo cittadino, l'amministrazione ha preferito rimettersi nelle mani di San Bruno sperando in una sterzata delle nuvole nelle ultime ore. Perché l'amministrazione Salerno-Rosi non ha posto in essere un idoneo piano d'emergenza? Più i mesi passano – afferma ancora Pisani – e più le emergenze si sommano”.
Riceviamo e pubblichiamo:
Stato d’agitazione alla Comunità Montana delle Serre Calabre: disagi e rabbia tra i 14 lavoratori di pubblica utilita'. Siamo ormai stremati e stanchi della nostra condizione di precarietà e disagio sociale in cui viviamo. Il 2011 si e' chiuso all'insegna di ritardi e promesse non mantenute, ancora una volta intoppi amministrativi e lungaggini burocratiche ci lasciano senza sussidi ed integrazioni dell'orario di lavoro, per i mesi arretrati da ottobre a dicembre stessa sorte per il 2012 che si è aperto invece col mancato trasferimento delle somme da gennaio ad oggi, per un totale di quasi 5 mesi in cui 14 nuclei familiari continuano a lavorare in nero e senza essere pagati. Nel frattempo notizie contrastanti da parte della regione calabria comunicano che sono stati preparati senza essere ancora liquidati una parte dei decreti di impegno delle risorse economiche da parte del Dipartimento Lavoro, e' pero' inaccettabile - infatti - che dal 2 di novembre scorso quando lo stesso Presidente Scopelliti insieme all'assessore al bilancio Mancini (foto) assicurarono il saldo delle mensilita' maturate, firmando il verbale con le organizzazioni sindacali che sospesero, in virtu' di tale accordo, lo sciopero generale gia' proclamato, siano passati invano 3 mesi". La Regione, non ha piu' alibi, infatti non ci sono piu’ scusanti perché non ci sono alla data odierna i vincoli derivanti dal patto di stabilita', eppure le risorse necessarie non vengono liquidate e non c’è alcuna notizia sugli organi di stampa, sul perché della mancanza di tali trasferimenti. A questo punto non si capisce cosa ostacola il trasferimento di queste somme che interessano 5200 persone in tutta la regione. Si tratta solo di inefficienza amministrativa oppure manca invece la volonta' politica di affrontare con serieta' la questione, oppure non ci sono le risorse per garantire la copertura di queste mensilità? Allora la domanda nasce spontanea perché si continua a prorogare i progetti se non c’è la relativa copertura finanziaria, perché si continua a far lavorare migliaia di persone senza un progetto serio e fattibile di stabilizzazione, perché si consente a migliaia di lpu/lsu di prestare la propria attività lavorativa in spregio a tutte le forme di contratto presenti in legislazione. Tutte domande a cui molto probabilmente non ci sarà mai una risposta. Oltre modo a questo va aggiunto che l’ente Comunità Montana versa in condizioni economiche disperate in virtu’ dei tagli dei finanziamenti da parte dello stato e che oggi non riesce piu’ a garantire gli stipendi dei dipendenti effettivi che pur vantando un posto fisso da mesi non percepiscono gli stipendi pur essendo in teoria diritti acquisiti. Pertanto non puo’ provvedere ad anticipazioni di cassa per sopperire ai mancati trasferimenti per gli LPU tali da alleviare i tempi di attesa. Si dimentica purtroppo che LPU/LSU rappresentano un bacino di precariato che troppo tempo ha aspettato e che necessita di una soluzione di prospettiva, non sara' certamente il saldo degli arretrati maturati a risolvere il problema, per questi motivi l'Assessore al lavoro Stillitani farebbe bene invece di fare proclami in tv ed invece di spendere decine di migliaia di euro in affissioni di giganteschi manifesti pubblicitari di convocare un incontro serio con tutte le componenti interessate per fare il punto sul processo di stabilizzazione, che deve ripartire dal tavolo nazionale con il Governo, la cui convocazione era negli impegni dell'accordo firmato il 2 novembre con i sindacati, visto che il nuovo Governo e' da tempo in carica ma non risulta in calendario nessun incontro con la Regione Calabria. Riteniamo infatti che la discussione nazionale sulla riforma del mercato del lavoro deve trovare invece al suo interno uno spazio per gli oltre 5.200 LSU e LPU calabresi, affrontare la lotta alla precarieta' in Calabria non puo' che partire proprio dal completare il processo di stabilizzazione di questa forma di precariato crudele perche' ormai quindicennale, insopportabile perche' costringe nel limbo dell'incertezza esistenziale migliaia di giovani e di donne che operano nei comuni e negli altri enti calabresi garantendone il quotidiano funzionamento. Bisogna fare in fretta prima che l’apparente calma sociale mascherata da questi progetti di assistenzialismo sfoci in piazza. Bisogna dire basta a questa assurda ingiusta e indignitosa situazione che da oltre 15 anni, i lavoratori sopportano in silenzio garantendo servizi di fatto in nero nei propri comuni e negli enti. La Regione Calabria deve provvedere ad un piano vero di stabilizzazione che superi i limiti e i paletti del blocco del turn over e dei patti di stabilita' nei comuni.
I 14 Lpu in servizio alla Comunità montana delle Serre
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