Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Nella serata di ieri, a seguito di un servizio specifico finalizzato alla ricerca di piantagioni di cannabis, gli uomini della Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno - unitamente al reparto Cacciatori Calabria e al Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo - hanno tratto in arresto in flagranza di reato S.M., classe '85 e V.M., classe '91, entrambi di Mileto. Su un terreno in località Cappellano a Dinami - dopo più di dodici ore di appostamento - i Carabinieri hanno rinvenuto 150 piantine di cannabis, poi poste sotto sequestro e distrutte. I due, invece, sono stati tratti in arresto e, in attesa del giudizio per direttissima che si terrà nella giornata di domani, è stata disposta nei loro confronti la misura degli arresti domiciliari.
Una signora di 55 anni, Rosanna Gullo, residente a Pizzo, è stata accoltellata dalla figlia in seguito ad una lite. La donna avrebbe riportato ferite gravi in tutto il corpo. Ancora incerto il motivo del gesto ma le forze dell'ordine sono già a lavoro per cercare di fare luce sull'episodio. I medici dello “Jazzolino” di Vibo, vista la gravità della situazione, hanno sottoposto ad intervento chirurgico la malcapitata.
La figlia, invece, è stata tratta in arresto. Ora, però, i carabinieri di Pizzo sono alla ricerca di una struttura sanitaria dove farla ospitare, visto che la 30enne soffrirebbe di disturbi psichici. La madre, dopo aver subito un delicato intervento, si trova adesso ricoverata in prognosi riservata all' ospedale di Vibo, con ferite alle gambe, all'addome e al torace.
Si è tenuto nella giornata di ieri presso il tribunale di Vibo Valentia il giudizio per direttissima nei confronti di Z.G.G., 65enne di Serra San Bruno, arrestato due giorni fa per il furto di un cellulare. Il giudice Di Lauro non ha, però, convalidato l'arresto, dopo che l'uomo era stato inizialmente condotto ai domiciliari. Il 65enne, dunque, torna in libertà.
L'uomo si trovava in un ospedale del luogo dove si era recato per trovare un congiunto quando, ad un certo punto, avrebbe visto un Iphone e non ha esitato a prenderlo e portarlo con sé.
Evidentemente, però, non aveva tenuto conto del fatto che la proprietaria del dispositivo, anche lei residente nel popoloso centro montano, aveva con sé un altro cellulare che gli ha consentito di localizzare l'Iphone rubato attraverso un'apposita applicazione.
Rendendosi conto del fatto che il cellulare si trovava addirittura nei pressi del Bivio Angitola, la donna ha immediatamente avvertito gli agenti del commissariato di Polizia di Serra San Bruno i quali, dopo alcuni minuti, si sono recati sul luogo indicato ed hanno tratto in arresto il 65enne, nei confronti del quale era stata inizialmente disposta la misura degli arresti domiciliari.
SERRA SAN BRUNO – Nella tarda serata di ieri, gli agenti del locale commissariato di Polizia hanno tratto in arresto Z.G.G., 65enne del luogo, per il reato di furto. In base a quanto siamo riusciti ad apprendere, l'uomo si trovava in un ospedale del luogo dove si era recato per trovare un congiunto quando, ad un certo punto, avrebbe visto un Iphone e non ha esitato a prenderlo e portarlo con sé.
L'uomo, però, non ha tenuto conto del fatto che la proprietaria del dispositivo, anche lei residente nel popoloso centro montano, aveva con sé un altro cellulare che gli ha consentito di localizzare l'Iphone rubato attraverso un'apposita applicazione.
Rendendosi conto del fatto che il cellulare si trovava addirittura nei pressi del Bivio Angitola, la donna ha immediatamente avvertito gli agenti del commissariato di Polizia di Serra San Bruno i quali, dopo alcuni minuti, si sono recati sul luogo indicato ed hanno tratto in arresto il 65enne, nei confronti del quale sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Inosservanza degli obblighi imposti dal regime di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Con questa accusa, i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile - diretti dal maresciallo Rosario Scala e coordinati dal comandante della Compagnia di Serra San Bruno, Giuseppe Grillo - hanno tratto in arresto nella serata di mercoledì Francesco Maiolo, 35enne disoccupato del luogo, sottoposto alla sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con l’obbligo di soggiorno.
Intorno alle 22, i militari si sono recati presso l'abitazione del giovane per effettuare un controllo e, una volta dentro, si sono accorti della presenza di un'altra persona, già nota alle forze dell'ordine. Nei confronti di Maiolo sono scattate, dunque, le manette.
L'uomo, al momento, si trova agli arresti domiciliari, in attesa della convalida dell'arresto.
Nella mattinata di ieri, i militari della Stazione dei Carabinieri di Arena, guidati dal Maresciallo Giovanni Bonaccorso, durante un’ispezione finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio, hanno tratto in arresto Mimmo Sette, 46 anni, panettiere pregiudicato residente a Dasà.
L’uomo, colto in flagranza di reato, è stato fermato per furto aggravato di corrente elettrica. Infatti, nel corso del controllo, i Carabinieri - assistiti dagli operatori dell’Enel - proprio nell’ambito di una perquisizione effettuata presso il domicilio di Sette e l’annesso laboratorio di panificazione, hanno rinvenuto un collegamento abusivo all’impianto di distribuzione Enel, grazie al quale il 46enne sottraeva corrente elettrica con lo scopo di rifornirne la propria abitazione.
Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari in attesa del giudizio per direttissima.
Si è tenuto nella mattinata di oggi il processo per direttissima nei confronti di C.C., 53enne allevatore di Serra San Bruno, arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri della locale Compagnia, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, con l'accusa di furto di energia elettrica. Il giudice, la dottoressa Rombolà, ha convalidato l'arresto e ha disposto nei confronti di C.C. - difeso dall'avvocato Michele Ciconte - l'obbligo di firma. L'uomo avrebbe, in sostanza, rotto il sigillo a monte del contatore Enel, allacciandosi dunque abusivamente, in modo tale da illuminare il piazzale antistante il terreno agricolo. Il contratto che prevedeva la fornitura di energia elettrica era stato chiuso nel lontano '97.
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