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Sarà una sfida all’ultimo voto quella che già in questi giorni sta animando il collegio Vibo e che si chiuderà solo il prossimo 4 marzo a urne svuotate e con i primi esiti resi dagli scrutini delle Politiche 2018.
La tornata nella circoscrizione che, per la Camera, comprende tutti i Comuni della provincia di Vibo Valentia, quelli del Chiaravallese e del basso Ionio catanzarese sembra avere però già due protagonisti assoluti. Perché la sfida secca all’uninominale che mette in palio uno scanno a Montecitorio sarà soprattutto un match ai punti fra il deputato uscente Bruno Censore e l’ex consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. Avrà la meglio chi riuscirà ad incassare anche un solo voto in più rispetto al competitor diretto, e nessuno degli altri candidati al collegio uninominale pare possa in alcun modo impensierire i due “big” del Vibonese.
Partito democratico contro Forza Italia. La presenza robusta sul territorio saldata da vincoli di conoscenza quasi intimi con larga parte degli elettori per il commercialista e docente dell’Itc di Serra San Bruno, Bruno Censore, che tra pochi mesi toccherà la soglia dei 60 anni; il viso pulito, un curriculum di tutto rispetto e il vento in poppa di una coalizione, quella di centrodestra, che pare possa sbancare in tutta Italia sono invece i punti di forza del 42enne di Vibo Valentia, medico e imprenditore del comparto sanitario, Giuseppe Mangialavori. La sfida tra i due non ripropone affatto l’eterna dicotomia fra le montagne delle Serre e il capoluogo di provincia, perché entrambi ormai da tempo hanno issato solide bandierine in larga parte del territorio, ognuno con i propri uomini fidati, con i propri centri di potere, piccoli o grandi, che sono già all’opera per riuscire a racimolare un numero sempre crescente di preferenze. Non si è trattato dunque di candidature sudate, la presenza all’uninominale per Censore e Mangialavori non è mai stata messa in discussione fra le fila di Pd e Forza Italia, perché il loro identikit traccia il profilo migliore per i procacciatori di voti piazzati ai blocchi di partenza dell’uninominale, dove sarà la quantità a fare la differenza.
Molto sofferta, invece, tanto da essere definitivamente svanita, la candidatura in Liberi e Uguali per l’ex aspirante primo cittadino al Comune di Vibo Valentia, Antonio Lo Schiavo. Il notaio 40enne dopo aver cercato per settimane la posizione di testa al listino proporzionale, ha infatti annunciato ieri di rifiutare la candidatura all’uninominale – dove avrebbe dovuto scontrarsi proprio contro Censore e Mangialavori – offertagli dai dirigenti nazionali della coalizione di Pietro Grasso. Lo Schiavo si è dunque congedato dalla partita per le Politiche 2018 con un post pubblicato su Facebook che ha fatto emergere tutta la sua delusione: «Alla fine ho ascoltato tutti, ho valutato tutte le condizioni, e ho preso una decisione. Non mi candiderò alle prossime elezioni politiche. Grazie a chi ha riposto in me la fiducia per questa candidatura, in primis ai tanti amici e compagni che mi sono da sempre vicini e che continueranno, come me, a volere cambiare il modo di intendere e di fare politica in Calabria». Il leader vibonese di Mdp proprio in extremis ha dovuto dunque abdicare a favore del crotonese Nico Stumpo, uomo di fiducia di Pier Luigi Bersani.
È riuscita a evitare la complicata casella dell’uninominale la pentastellata Dalila Nesci, con già una legislatura all'attivo e che tenterà la rielezione da capolista nel proporzionale per un seggio alla Camera nel collegio Calabria 2. Si tratta per la 31enne di Tropea, laureata in Giurisprudenza, di una posizione scontata visto che la soluzione “comoda” per la rielezione degli uscenti è stata adottata dal Movimento nei collegi di tutta Italia. In quota M5S si registra però anche la presenza, sempre nel proporzionale ma al quarto posto, di Riccardo Tucci, espressione del MeetUp di Vibo.
Il tempo stringe per gli altri schieramenti che ancora non hanno fatto emergere neanche delle candidature ufficiose, se non per il listino di Fratelli d’Italia dove dovrebbe trovare spazio l’ex assessore comunale di Vibo, Pasquale La Gamba.
Per Civica Popolare, il nuovo partito di Beatrice Lorenzin annesso alla coalizione del centrosinistra, resta un punto interrogativo sulla candidatura del presidente del Consiglio comunale di Vibo, Stefano Luciano, che sembrava scontata almeno fino all’imprevisto dietrofront dell’ex coordinatore di Ap Tonino Gentile. Libere, almeno al momento, le caselle del Partito socialista.
Fuori da ogni schema invece il nuovo soggetto di sinistra Potere al popolo che già da giorni ha ufficializzato le candidature di Amerigo Fiumara (uninominale alla Camera) e Ferruccio Codeluppi (terzo per il proporzionale alla Camera).
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