Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
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Sembra si siano ulteriormente inaspriti i rapporti di forza interni al Partito democratico di Serra San Bruno e in chiave Amministrative le conseguenze potrebbero essere rilevanti. Alcuni di quelli che finora erano considerati esponenti di primo piano dei dem locali, non poco rappresentativi in termini di consensi, pare stiano insorgendo contro i diktat imposti da Bruno Censore. Oggetto della contesa la scelta del candidato a sindaco. Una scelta che l’ex parlamentare vorrebbe, all’insegna del «rinnovamento», far ricadere ancora su una figura giovane del partito (in pole position resta la presidente del consiglio comunale uscente Maria Rosaria Franzè) o, in alternativa, su una figura considerata “terza” (in tal senso prenderebbe invece quota l’ipotesi Antonio Procopio). In ogni caso, però, si tratterebbe, secondo quanto contestano alcuni dem locali, di scelte attorno alle quali non sarebbe stato avviato alcun confronto propedeutico. Censore, infatti, si starebbe rifiutando anche semplicemente di far incontrare contestualmente attorno ad un tavolo tutte le parti in causa, in maniera da avviare una discussione franca e diretta. Il che avrebbe fatto emergere più di un malumore tanto da mettere sotto pressione la tenuta interna al gruppo, con una costola del Pd pronta a staccarsi.
A guidare le fila degli “scissionisti” è Vincenzo Damiani, medico serrese da anni impegnato in politica all’interno del Partito democratico (la moglie Gina Figliuzzi è un assessore uscente e lui stesso ha già alle spalle diverse esperienze amministrative), e pronti a seguirlo sarebbero anche un’altra componente della ex maggioranza, Adele La Rizza, e altri sostenitori tra i quali in particolare Raffaele Callà. In tal caso le obiezioni sollevate dal gruppo rispetto alla linea imposta da Censore sono semplici e chiare: «Chiediamo che si agisca all’insegna della totale condivisione, nulla di più. Non accetteremo candidature calate dall’alto. Se ci sono dei veti imposti sulla figura di Vincenzo Damiani che si chiarisca quali sono le motivazioni. Non abbiamo mai messo in discussione la nostra appartenenza al Pd, ma se continueranno a tenerci all’oscuro di tutto la spaccatura sarà inevitabile».
Damiani, proprio per la forte vicinanza dimostrata nel tempo a Censore, più volte è stato al centro di indiscrezioni che lo volevano in prima linea per impegni importanti: il suo nome era già circolato come potenziale candidato alla carica di primo cittadino nelle ultime due tornate elettorali, sia alle Comunali del 2011 sia a quelle del 2016 (sempre in quota centrosinistra), ma anche come aspirante consigliere regionale alle elezioni del marzo scorso quando fu costretto però, ancora una volta, al passo indietro a vantaggio di Luigi Tassone. Ma, nei piani di Bruno Censore, neanche ora, in previsione delle Amministrative di settembre, pare possa essere arrivato il turno di Damiani, che tra l’altro ha rivestito per pochi mesi anche il ruolo di direttore del distretto sanitario unico provinciale (carica assunta nel novembre 2017 e sospesa nel giugno 2018 dal Tribunale di Vibo Valentia). Il medico serrese, viste le continue resistenze palesate nei suoi confronti, starebbe dunque valutando la possibilità di intraprendere un percorso distante dalla maggioranza uscente. «Si tratterebbe – fanno sapere persone a lui molto vicine – di una scelta dolorosa, ma necessaria». In tal caso allora sarebbe già avviata la discussione intavolata con diversi esponenti di centrodestra. A tessere i contatti più fitti con Damiani sarebbe l’ex sindaco Bruno Rosi, esponente di FdI che è tra i fautori della costruenda “terza lista” e che in questi ultimi giorni si sarebbe reso autore di «un assiduo corteggiamento» nei confronti di Damiani stesso. Il gruppo conterebbe l’apporto di altri elementi noti dello scenario politico locale, come Michele Ciconte, Adriano Tassone, Domenico Zaffino, Cosimo Polito (tutti di estrazione centrodestra), ma anche di altri ex Pd che in tempi e circostanze diverse hanno preso le distanze da Bruno Censore. Tra questi Giuseppe Raffele (ex consigliere provinciale), Walter Lagrotteria e Valeria Giancotti (consiglieri comunali uscenti), che però pare che ancora abbiano, almeno in parte, un dialogo aperto anche col movimento Liberamente. Tutto resta insomma aperto e le dinamiche, in continua evoluzione, danno l’idea di un quadro politico tutt’altro che scontato e definito.
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