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La presidente della Fondazione “Caterina Chimirri”, Ernesta Zadra, ha inviato una lettera indirizzata al sindaco del Comune di Serra San Bruno, Luigi Tassone e, per conoscenza, al presidente del Consiglio comunale, Maria Rosaria Franzè e ai gruppi consiliari di maggioranza e opposizione.
Nella missiva, datata 9 agosto, la Zadra chiede al primo cittadino la «revoca del decreto numero 22 del 19 luglio scorso» - con il quale si è proceduto alla nomina del nuovo Cda della Fondazione (che gestisce lo storico istituto scolastico per l’infanzia) nelle persone di Salvatore Francesco Amato, Raffaella Nicotera, Raffaele Tassone e Teresa Tucci – e la convocazione del consiglio comunale per la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione. Per la presidente, il sindaco avrebbe dovuto «convocare un consiglio comunale, per come previsto dall’articolo 10, 2° comma, dello Statuto della Fondazione» e non «indicare monocraticamente i signori Salvatore Francesco Amato, Raffaella Nicotera, Raffaele Tassone e Teresa Tucci quali nuovi componenti del Cda dell’Asilo». Una nomina, questa, ritenuta «illegittima» e «radicalmente nulla, in quanto adottata, in assoluta carenza di potere, all’esito di una interpretazione del tutto errata dell’articolo 50, comma 8, del TUEL ed in totale inosservanza dello spirito, prima ancora che della lettera, dell’articolo 10 dello Statuto della Fondazione, il quale stabilisce inequivocabilmente che i componenti del Cda siano individuati dal Consiglio comunale di Serra San Bruno e non da altri».
«Più precisamente – fa sapere la Zadra - quanto alla inapplicabilità nella nomina che ci riguarda della norma contenuta nel comma 8 dell’articolo 50 del TUEL (e così anche dell’ “omologo” art. 15 della legge 81/1993, anch’esso richiamato nel corpo del Suo decreto num. 22/2017) , si è già accennato che tale norma attribuisce al sindaco esclusivamente il potere di nomina di quei soggetti che, nell’interesse del Comune, devono svolgere funzioni di carattere pubblico e rappresentanza politica all’interno di società, enti o istituzioni aventi natura pubblica, restando dunque esclusa da tale ambito applicativo la nomina di quei rappresentanti che devono invece essere indicati dall’assise comunale per operare all’interno di associazioni, enti e fondazioni aventi natura privatistica allo scopo di offrire, attraverso le proprie particolari competenze e caratteristiche personali, il necessario supporto operativo».
La Zadra, in sostanza, chiede al sindaco la «revoca del decreto numero 22 del 19 luglio scorso» e la convocazione del consiglio comunale per la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione. «In caso contrario – conclude la presidente – sarò costretta ad investire della questione l’autorità giudiziaria competente per l’assunzione delle determinazioni del caso».
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