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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
A distanza di dieci giorni esatti dall’ultimo rimpasto di giunta operato all’esecutivo comunale dal sindaco Bruno Rosi, ecco che uno degli esclusi, l’ex assessore con delega agli Eventi e Spettacoli, Carmine Franzè, non manca di rendere noto tutto il suo malcontento rispetto alla scelta operata dal primo cittadino.
«Qualche giorno fa, in seguito alla sua rimodulazione, sono stato escluso dalla giunta comunale – dichiara Franzè in una notà stampa diffusa qualche istante fa –. Per un po’ ho preferito tacere, per capirne le ragioni. Ma nonostante un’approfondita riflessione sull’azione amministrativa svolta, non sono riuscito a comprenderne il motivo. E allora occorre ripartire dalla domanda base: perché sono stato sostituito nell’esecutivo comunale?». Franzè, dunque, spiazzato dalla scelta di Rosi, che evidentemente non gli era stata comunicata per tempo o comunque con un adeguato margine di anticipo, si è trovato di fronte ad un bivio che lo avrebbe messo nella precaria condizione di poter anche decidere di lasciare l’amministrazione comunale. «Tutto ciò – spiega infatti l’esponente di Forza Italia – ha suscitato sentimenti contrastanti. Da un lato ho meditato di abbandonare il campo politico. Dall’altro, invece, ho pensato l’esatto contrario e cioè di intensificare tale impegno. Ha prevalso quest’ultima opzione».
La nota di Franzè pone, inoltre, in risalto come la sua posizione sia divenuta nel tempo marginale all’interno della compagine di maggioranza, tanto che rispetto alla sua esclusione aggiunge: «Non ho avuto l’onore di ricevere risposte di alcun tipo. Eppure non mi sembra un passaggio secondario. La disinvoltura con cui è stata elusa questa domanda è disarmante. Perché non si è data risposta in merito alle ragioni di tale esclusione? Tutto sommato la risposta non dovrebbe implicare un eccessivo dispendio di energie temporali. Un riscontro a tale basilare interrogativo non solo sarebbe atto dovuto, ma anche supportato da un adeguata motivazione. Quali sarebbero le gravi devianze rispetto al programma di cui mi sarei reso autore? Quali omissioni, inadempimenti, errori? Allo stato è tutto relegato nel più fitto dei misteri che, si spera, venga risolto rapidamente».
Molti dunque gli interrogativi posti dall’ex assessore berlusconiano, che intende anche tornare sull’attività svolta in questi ultimi anni da componente dell’esecutivo comunale: «Mi preme ribadire, ai cittadini e in particolare modo ai miei elettori, sentimenti di profonda lealtà. Da sempre, la mia azione politica è animata da fiducia e da un legame profondo con il territorio e con la comunità in cui vivo. Il bene della comunità, la sua crescita, lo sviluppo armonico e coordinato alle esigenze della contemporaneità rimangono gli obiettivi primari della mia azione amministrativa comunale. E sulla base di tale analisi, sosterrò se coinvolto attivamente le problematiche che sono esclusivamente di interesse della collettività. In conclusione ribadisco, ancora una volta, di essere in attesa di conoscere le motivazioni della mia esclusione dalla giunta comunale. Nella speranza che prevalga il senso della verità e della franchezza».
Un auspicio, quello messo nero su bianco da Franzè che, secondo molti, sarebbe in realtà già stato tradito dai suoi colleghi di maggioranza. Il dubbio, sempre più crescente, rispetto alla sua esclusione è infatti che questa fosse stata determinata da una mera strategia politica, secondo la quale l’ex assessore è stato, nel corso delle settimane, posto ai margini della squadra di maggioranza semplicemente per la sua appartenenza alla corrente del partito che fa diretto riferimento non al consigliere regionale Nazzareno Salerno, dominus del locale centrodestra e capogruppo della stessa maggioranza comunale, ma, piuttosto, all’area che fa capo al consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. Una discriminante, questa, che per molti avrebbe pesato non poco per la defenestrazione dalla giunta di Carmine Franzè, ridotto adesso al ruolo di consigliere comunale.
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