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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo
La mancata assegnazione delle deleghe da parte del Sindaco ai propri assessori desta non poche perplessità su come l’attuale amministrazione intenda gestire questi ultimi scorci del proprio mandato, ma quello che più mi preoccupa e che, come unica rappresentante femminile in seno al consiglio comunale, ho il dovere di evidenziare, è che lo stesso rimpasto di giunta si appalesa, alla luce delle recenti riforme normative e delle pronunce che si stanno susseguendo in materia, illegittimo.
Il provvedimento col quale il Sindaco ha proceduto (senza ancora darne conto al Consiglio!) alla rideterminazione della composizione dell’esecutivo comunale con la nomina di quattro assessori di sesso maschile non garantisce, infatti, il rispetto delle quote di genere per come imposto dalla legge Del Rio che, all’art. 1, co. 137, stabilisce perentoriamente che "nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”, imponendo, di fatto, l'obbligo di almeno due donne.
Così come sentenziato di recente dal Tar di Catanzaro con riferimento al Comune di Cosenza se pure “è ovvio che tale disposizione non possa essere applicata retroattivamente […], nondimeno non pare dubbio che, a partire dalla data in cui ha assunto vigore di legge, ad essa debba essere prestato rispetto nell’adozione di tutti i provvedimenti che vadano ad incidere sulla composizione della Giunta comunale”.
Pertanto, la nuova normativa troverebbe applicazione non solo per le Giunte di “prima nomina”, ma anche nell'adozione di tutti i provvedimenti adottati successivamente alla sua entrata in vigore, ivi compresi i cosiddetti “rimpasti” come quello recentemente operato dal sindaco Rosi.
Né il provvedimento con cui il Sindaco ha proceduto alla nomina dei nuovi assessori ha minimamente menzionato nelle proprie motivazioni la nuova normativa con ciò dimostrando l’assoluta ignoranza degli obblighi di legge e il mancato espletamento di attività volte alla ricerca di rappresentanti di sesso femminile idonee a ricoprire tale ruolo.
A prescindere dalla questione prettamente politica che mi vede costretta a contestare apertamente l’operato del Sindaco ignaro, ancora una volta, di ciò che gli accade intorno, ciò che è ancor più deprecabile è l’assoluta mancanza di coscienza da parte di molti Sindaci della necessità di coinvolgere le donne nei processi decisionali e garantire la piena realizzazione dei principi della rappresentanza paritaria che, ad oggi, rimangono disattesi su gran parte del territorio calabrese tanto da portare all’azzeramento di diverse giunte.
Tale coinvolgimento deve imporsi, a mio parere, non perché regola di diritto, ma in quanto riconoscimento del grande contributo che molte donne, impegnate o meno in politica, possono dare con le loro professionalità e competenze per il concreto sviluppo del proprio territorio e per un vero “rinnovamento” della politica in senso paritario e democratico.
L’approvazione da parte del Consiglio Regionale dell'emendamento che introduce l'obbligo di rispettare, almeno nella misura del 30 per cento, la rappresentanza di genere nella composizione della Giunta regionale, ha dato in tal senso un’impronta decisiva anche allo Statuto regionale.
Invito dunque il Sindaco Rosi a prendere coscienza, prima ancora che della legge, di questo importante principio di parità e democrazia e provvedere al più presto alla rimodulazione della composizione della Giunta da lui guidata nel rispetto dei principi di rappresentanza di genere e delle norme di legge.
Rosanna Federico
Consigliere comunale Pd
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