Mercoledì, 16 Dicembre 2020 20:16

Sequestrato il cantiere del nuovo ospedale di Vibo, il Pd: «Si convochi un tavolo permanente»

Scritto da Redazione
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«Apprendiamo dagli organi di informazione del sequestro preventivo cui sono state sottoposte le opere complementari relative al nuovo ospedale di Vibo Valentia e la contestazione di ipotesi di abuso d’ufficio e disastro colposo. L'accertamento di eventuali responsabilità penali sui fatti contestati sarà compito dell'autorità giudiziaria, nei confronti della quale riponiamo la nostra fiducia». Lo scrive in una nota il segretario provinciale del Partito democratico Vincenzo Insardà. «Esprimiamo la nostra preoccupazione sul quadro rappresentato dalle indagini - prosegue Insardà - poiché, a seguito degli interventi realizzati, risulta aggravata la tenuta idrogeologica del sito e, di conseguenza, compromessa la realizzazione della nuova struttura. In ragione di questi accadimenti, è ancora di più urgente programmare le azioni e le risorse necessarie per assicurare l’erogazione dei servizi sanitari del già esistente ospedale della città e delle strutture di assistenza provinciali. Il nuovo ospedale è per questo territorio una infrastruttura indispensabile e il percorso di questo progetto è stato segnato da importanti battute d’arresto sin dall’inizio. Ciò premesso, riteniamo sia opportuno convocare il tavolo permanente presieduto dal prefetto e alla presenza dei soggetti pubblici e privati competenti per fare il punto della situazione».

Sulla questione sono intervenuti anche i portavoce del Movimento Cinque Stelle Elisa Scutellà, Alessandro Melicchio, Anna Laura Orrico, Laura Ferrara, Giuseppe Fabio Auddino e Riccardo Tucci, secondo i quali «non c’è mai fine al peggio e se l’ospedale di Vibo sembrava stesse per intravedere la luce, dall’ultima operazione della Guardia di finanza di Vibo Valentia, si riscoprono nuove nubi all’orizzonte». «Le accuse a carico degli indagati - aggiungono i rappresentanti del M5S - sono pesantissime: disastro ambientale colposo e abuso d’ufficio in quanto la Regione avrebbe distratto i fondi pubblici ministeriali utilizzandoli strumentalmente per altri fini e aggravando, tuttavia, il rischio idrogeologico del luogo. Se le accuse fossero confermate ci troveremmo di fronte all’ennesima fotografia di una classe dirigente calabrese inadeguata e discutibile. Lo sperpero di fondi pubblici accertato dalle indagini e il prospettato rischio di aggravamento dell’incolumità dei cittadini vibonesi, dovuto all’ipotizzata esondazione delle acque meteoriche dal fosso Calzone-Rio Bravo, sono l’ennesima istantanea di una malagestione della cosa pubblica che prosegue inesorabilmente il suo malsano cammino. La sanità calabrese - concludono i parlamentari 5 stelle - già pesantemente messa in ginocchio da anni di incuria e ruberie a danno dei nostri ammalati e delle loro famiglie anche stavolta è costretta a subire la sciatteria di una classe politica irresponsabile. Il cambio di passo è necessario, non più rinviabile ed essenziale».

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