Martedì, 24 Aprile 2018 09:00

Oliverio dove sei?

Scritto da Salvatore Albanese
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Sono passati solo quattro mesi da quella «grande manifestazione» tenuta il 27 ottobre scorso in previsione del voto per le amministrative 2017 che, il 5 novembre successivo, avrebbero incoronato Antonio Demasi a primo cittadino del Comune di Nardodipace. Una serata che era servita a suonare la carica rispetto alle imminenti consultazioni e a mettere in mostra tutti i muscoli di un sostegno incondizionato alla lista civica “Nardodipace riparte”.

La sala del polifunzionale, completamente gremita, aveva infatti accolto lo “stato maggiore” del Partito democratico vibonese con la presenza dell’allora deputato Bruno Censore e del consigliere regionale Michele Mirabello. Ma la vera ciliegina sulla torta, quella che avrebbe sgombrato il campo da ogni potenziale equivoco rispetto al ruolo che il nuovo corso di Demasi avrebbe assicurato alla rinascita di Nardodipace, era garantita soprattutto dal presidente della Regione Calabria Mario Oliverio in persona che non si era risparmiato rispetto a promesse e proposte in termini di «sviluppo delle zone interne». E più zona interna di Nardodipace non si può: paese fino a qualche anno fa noto alle cronache nazionali come “Comune più povero d’Italia” e subito dopo come “Comune sciolto per ‘ndrangheta per ben due volte nell’arco di soli quattro anni”, abitato oggi da poco meno di 1400 cittadini stanziati, tra frazioni e Nuovo Abitato, sull’impervio margine sud-orientale delle Serre Calabresi. In alcune contrade l’erogazione dell’acqua va interrotta per due giorni consecutivi per dare tempo ai serbatoi di tornare a raggiungere un livello idrico sufficiente per l’approvvigionamento del resto della settimana; la disoccupazione giovanile non lascia superstiti; parlare di viabilità è ridicolo e ancora di più di servizi e qualità della vita in genere; come una mannaia impietosa sull’ente di piazza Municipio è arrivato di recente anche l’insindacabile dissesto finanziario. Insomma, un luogo sempre più difficile da raggiungere e sempre più facile da abbandonare.

E rispetto a questo ieri il neo sindaco Demasi ha fatto squillare forte il campanello d’allarme di una «comunità che in silenzio chiede aiuto» caratterizzata da un «indice di anzianità che preclude ogni forma di sviluppo» e in cui «i giovani emigrano e portano altrove il futuro» determinando «la scomparsa di identità, memorie, tradizioni, leggende, storie delle persone che hanno vissuto in quei luoghi». Demasi ha affidato alla stampa i propri “pensieri”, in una lettera aperta rivolta alle istituzioni insensibili, intestandola, ironia della sorte, al «Signor Presidente Mario Oliverio». Proprio lui, quello stesso Oliverio che solo quattro mesi fa aveva garantito un canale privilegiato tra la zona interna del Comune di Nardodipace e la cittadella regionale.

Quanto meno singolare è, dopo così poco tempo, che le comunicazioni istituzionali fra i due enti siano relegate ad un rapporto epistolare unilaterale, reso pubblico tra l’altro da parte di Demasi che ha deciso di affidarsi alla carta stampata per presentare all’attenzione del governatore un articolato progetto di sviluppo economico e sociale, come per rendere di pubblico dominio i nervi scoperti di un territorio finito ormai quasi completamente in ginocchio. L’amara missiva partita dal paesino dei Megaliti si chiude infatti con la richiesta di «un incontro tecnico-politico» utile alla verifica della «fattibilità di un progetto» definito proprio «Programma di sviluppo», descritto meticolosamente e che andrebbe a interessare i comparti «dell’agricoltura, della forestazione, dell’agroalimentare, del turismo, dei beni culturali e ambientali» per interventi «organizzativi, di potenziamento, incentivazione e promozione dei servizi». Un elaborato corredato da una serie di tecnicismi, tanto articolato da risultare degno non delle colonne di un giornale ma più di un faldone aperto di fronte agli addetti ai lavori su un tavolo del dipartimento regionale per lo Sviluppo economico. Quante volte il sindaco di Nardodipace avrà tentato di contattare Oliverio prima di affidarsi ai giornali? E quante volte avrà ricevuto risposta? Perché chiedere ufficialmente un incontro a un presidente di Regione del tuo stesso colore politico affidandoti alle redazioni dei giornali e non ai consueti canali istituzionali rispetto a pianificazioni progettuali che in genere si discutono negli uffici e non sulla carta stampata? Ma per discutere c’è forse bisogno di una controparte che sia disposta ad ascoltarti. Un qualcuno che non sia passato dalla rassicurante presenza dei giorni della campagna elettorale all’assenza irritante di adesso che raccogliere voti non va più di moda.

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