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Direttore responsabile: Bruno Greco
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«Il provvedimento di chiusura della Prefettura di Vibo Valentia, contenuto nel progetto di riorganizzazione voluto dal ministero dell'Interno, rappresenta un preoccupante segnale di disattenzione verso un territorio, quello vibonese, ad alta densità mafiosa, segnato da sempre maggiori difficoltà economiche e occupazionali».
A dirlo, in una nota, è il capogruppo di "Pd e indipendenti" al consiglio comunale di Vibo, Antonio Lo Schiavo.
«La decisione di sopprimere proprio l’ufficio territoriale di Vibo (peraltro l’unico calabrese tra i 23 che chiuderanno in tutta Italia) accorpandolo a quello di Catanzaro - prosegue il rappresentante del centrosinistra - deve necessariamente comportare l'unione di tutte le forze politiche e di tutti i riferimenti istituzionali e parlamentari del territorio, verso una grande mobilitazione il cui significato non può essere ridimensionato a questione puramente locale ma che, in realtà, attiene al ruolo e alla presenza dello Stato e dei suoi presidi democratici nel Mezzogiorno e, in particolare, nei territori maggiormente esposti a storiche debolezze economiche e sociali. La politica deve, in questa vicenda, dimostrare maturità superando ogni divisione e riacquistando quell’autorevolezza che in passato ha consentito a Vibo Valentia di acquisire il rango di Provincia. Da parte mia - conclude Lo Schiavo - sarò al fianco di quanti, a prescindere dal colore politico, si batteranno per non far penalizzare, ancora una volta, il territorio vibonese».
Ad intervenire sulla questione, però, è stato anche il presidente della Provincia, Andrea Niglia, secondo il quale quello del governo sarebbe «un colpo da ko per il territorio della provincia di Vibo Valentia che deve ricorrere a tutte le sue energie per fronteggiare la scelta e lottare per la sua revoca. L’accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia con quella di Catanzaro - aggiunge Niglia - suona come una severa beffa sulle legittime aspettative di un’area che aveva trovato proprio nell’Ufficio territoriale di Governo lo strumento più proficuo per combattere la pericolosità ambientale, favorire la più strenua difesa del posto di lavoro, dibattere la problematica più scottante della società che soffre». Secondo Niglia, dunque, il governo centrale «non può non prendere atto che questa sorta di “punizione” per la provincia di Vibo Valentia non può che diffondere sfiducia nelle popolazioni. Quelle stesse che avevano ripreso a sperare grazie alle garanzie offerte attraverso l’impegno della Prefettura. Tutto questo porta a dover creare una forte mobilitazione capace di impegnare le forze attive della politica, delle istituzioni, degli enti e delle associazioni pronti a promuovere un’azione di forte lotta per far retrocedere il Viminale dalle intenzioni manifestate nella circolare di queste ultime ore. La scelta suona come una severa condanna nei confronti di un territorio impegnato a recuperare la propria condizione proprio mediante il vigoroso aiuto della Prefettura che ha dimostrato, con le sue articolazioni operative, di poter interpretare le giuste esigenze di una provincia che ormai da anni lotta contro l’imperversare della delinquenza organizzata, la galoppante disoccupazione ed il freno ad ogni attività economica ed imprenditoriale. Spetta, adesso, alle rappresentanze politiche ed istituzionali, ai sindacati e alle associazioni - conclude il presidente della Provinia - trovare un momento di forte condivisione su un progetto che dovrà propiziare le condizioni per annullare la penalizzante “volontà” del Viminale. Bisogna metterci la faccia e far capire che il futuro di questa provincia senza la Prefettura non può che finire alle ortiche».
Ha parlato di «inaccettabile arretramento dello Stato», che «rischia di lasciare nel caos un territorio marginalizzato», infine, il deputato del Pd, Bruno Censore, il quale - oltre a sottolineare la «grave situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica nel territorio vibonese» - ha già annunciato che, nei prossimi giorni, presenterà un'interrogazione parlamentare, «contro il decreto che prevede la soppressione di 23 Prefetture, tra cui quella di Vibo Valentia, con accorpamento delle funzioni relative al territorio di Vibo nella Prefettura di Catanzaro».
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