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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo il testo integrale della lettera che, i deputati del Movimento Cinque Stelle Dalila Nesci, Federica Dieni e Paolo Parentela, hanno inviato ai prefetti di Catanzaro, Vibo e Reggio, al governatore della Regione Calabria, alla Procura della Repubblica di Vibo, ai Ministeri della Salute e dell'Ambiente e al Comitato Civico Pro-Serre in merito alla vicenda Alaco
Lo scorso 23 aprile scrivemmo ai Prefetti di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria per promuovere un tavolo tecnico sul caso dell'acqua potabile nei comuni serviti dal lago Alaco, dopo il sequestro disposto dalla Procura di Vibo Valentia nell’inchiesta «Acqua sporca», accompagnato da ipotesi di omissioni plurime di controlli e gravi violazioni nella classificazione delle acque.
La suddetta lettera giungeva dopo la presentazione di nostre interrogazioni parlamentari affinché il governo nazionale rispondesse – per la tutela della salute e dell'ambiente – sull'annoso problema delle acque dell'Alaco, che potabilizzate riforniscono la rete idrica di numerosi comuni tra Vibonese, Catanzarese e Reggino.
In seguito alla riferita lettera, il 21 maggio 2014 incontrammo l’allora prefetto di Catanzaro, dottor Raffaele Cannizzaro, il quale si dichiarò disponibile ad affrontare la questione, lavorando in sinergia anche con la Prefettura e la Procura della Repubblica di Vibo Valentia. In quell’occasione ribadimmo la necessità di convocare un tavolo tecnico, interessando anche l’Ispra, per arrivare a una soluzione definitiva del problema, anche insieme a comitati e associazioni.
Secondo quanto sta emergendo, stando alle ultime notizie stampa, i carabinieri hanno notificato dieci nuovi avvisi di garanzia – sette a funzionari pubblici in servizio presso la Regione Calabria e tre a imprenditori ritenuti responsabili a vario titolo di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di avvelenamento colposo di acque – nell'ambito dell'inchiesta condotta dal sostituto procuratore di Vibo Valentia Michele Sirgiovanni sull'utilizzo dell'acqua proveniente dal bacino in argomento. I militari del Nas hanno pure proceduto con perquisizioni, acquisendo atti presso gli uffici dei dipartimenti Ambiente, Obiettivi strategici e Lavori pubblici della Regione Calabria e negli uffici di tre società, una a Vibo Valentia e due a Roma.
Tra gli indagati ci sarebbe anche un ex commissario per l’emergenza ambientale, che avrebbe assegnato fondi originariamente destinati all’implementazione tecnico-organizzativa dell’Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria), ma che sarebbero poi stati dirottati verso un’azienda privata tramite lo svolgimento di una gara d’appalto ad hoc relativa al "Sistema di rilevamento quali/quantitativo dei corpi idrici superficiali" per la quale, secondo l’accusa, è stata illecitamente trovata la copertura finanziaria soltanto dopo la sua aggiudicazione.
Dalla nuova indagine, denominata «Acqua sporca 2», emergerebbe anzitutto che l'utilizzo ai fini potabili dell'acqua dell'Invaso dell'Alaco si sia rivelata non idonea al consumo umano. Ciò risulterebbe evidente dalla comparazioni dei militari del Nas sui dati forniti dalle analisi eseguite su campioni di acqua presi in vari punti dell'invaso dell'Alaco, scoprendo che lo stesso bacino idrico non era mai stato classificato. Anzi, scrivono i militari, «è emerso che anziché procedere alla classificazione previa analisi delle acque del bacino, erano state analizzate e classificate le acque di due numerose fiumare affluenti, pertanto la classificazione di acque potabili previo trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione (A3) dell'invaso assegnata dalla Regione risultava non corrispondente al vero».
Non solo. Secondo quanto riferito da «Il Corriere della Calabria», la prima tranche dell’inchiesta ha portato proprio in queste ore alla richiesta di rinvio a giudizio per altri 16 indagati tra funzionari pubblici e dirigenti Sorical (Società Risorse Idriche Calabresi). Tra questi anche il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo che, come il suo predecessore Geppino Camo, è indagato in qualità di ex presidente del cda di Sorical.
Riceve la presente, per opportuna conoscenza, anche il governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio.
Perché sia fatta definitivamente chiarezza e per favorire l'adozione dei provvedimenti di competenza, preghiamo Loro Prefetti di convocare con urgenza un tavolo istituzionale presso la Prefettura di Catanzaro, con la presenza del governatore regionale della Calabria e dei sottoscritti.
Dalila Nesci
Federica Dieni
Paolo Parentela
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