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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo:
Era il 1121 quando il Pontefice Callisto II, si trovò ad attraversare l'antico Borgo di Spadola. Pare che per uno scherzo del destino, fu costretto a una breve sosta proprio nel piccolo abitato di Spadola. L'evento eccezionale fece accorrere gli abitanti del borgo che, come da consuetudine si protendevano a baciare il piede dell'illustre passeggero. qualcuno della folla, ebbe l’idea di sottrarre furtivamente dal piede del pontefice, una delle due pantofole di seta rossa con la croce d'oro ricamata sulla tomaia. Il Papa adirato per l’insano gesto, lancia anatemi e maledizioni per la scomunica dell'intera popolazione. L'antica memoria popolare racconta che il Santo Padre, abbia malaugurato la crescita della popolazione. Molti secoli dopo, la comunità di Spadola, volle riconciliarsi con lo stato pontificio e, nell’occasione della visita di Giovanni Paolo II, avvenuta il 5 Ottobre 1984, restituirono simbolicamente la pianella che i loro antenati avrebbero sottratto a Callisto II. E così con la benedizione apostolica arrivò la bramata riconciliazione col successore di Pietro e la popolazione di Spadola è ripresa a crescere tant'è che oggi conta 870 unità, così come dimostra anche il dato demografico ISTAT. Pare che la maledizione però, da allora si sia trasferita nel vicino borgo di Brognaturo che non cresce più e sfiora il suo minimo storico, di poco più di 670 anime nel 2011 . Il memorabile dato è quanto mai allarmante e spiega che più che di una maledizione, nel caso di specie, si tratta di mala amministrazione, difatti la curva demografica lunga 140 anni, tracciata nel grafico dell’Istituto Nazionale di Statistica, inizia a flettere incontrovertibilmente negli anni ottanta e ad oggi ancora la rotta non si inverte. Nel medesimo periodo storico il paese è guidato dalla stessa compagine, che piuttosto di redigere, in questi lunghi anni, un piano di fabbricazione per creare l’opportunità di costruire nuovi e moderni spazi abitativi, per migliorare la qualità della vita e per incentivare le giovani coppie a rimanere, ha ben pensato invece, di urbanizzare la Lacina con inutili colate di cemento su un polmone verde nel cuore della montagna. Come per un desiderio inconscio e recondito di scalare l’albero genealogico e risalire sino al porcaro suonatore di brogna, che pare ci abbia dato origini. E ancora oggi non se ne parla, pare che siano impegnati ad assecondare le frivolezze della clientela, piuttosto che il bene del paese che rischia di implodere in un cumulo di macerie.
Francesco Tassone
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