Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Pensavo ai fatti miei quando ad un tiro di sigaretta mi viene in mente la democrazia delle acque, che per natura sono un’occasione per tutti. Pensavo ai fatti miei quando ad un tiro di sigaretta immagino la democraticità dell’acqua che ho di fronte. Acqua, democrazia, Italia, politica, sogni, Calabria, passioni. Pensavo ai fatti miei quando ad un tiro di sigaretta immagino il lago di Lacina come fosse il Parlamento di uno Stato in cui i punti della Costituzione sono le correnti che ne determinano il percorso.
“Quale poesia / quale intuizione / quasi non sia / questa nazione”. Ma lo è. Ed ecco che pur volendomi bagnare le mani mi rendo conto che l’acqua non è quello che mi aspettavo. Uno strano parallelo mi si pone di fronte: l’acqua del lago figlio del bacino dell’Alaco è corrotto come la democrazia dello Stato che dovrebbe averne cura? E penso allora che sarebbe bene analizzare la questione: se l’H2O è da considerarsi alla pari dell’Istituzione, quali sono gli elementi inquinanti?
Di certo c’è del Ferro (Fe, in chimica) che ne arrossisce il colore e ne peggiora il sapore, come i partiti ed i loro simboli ruffiani pronti all’usa e getta di una qualunque tornata elettorale.
Non manca il Diossido di Cloro (ClO2), tipico dei trattamenti per la disinfezione delle acque, che mi dà l’impressione di quei residui inquinanti, come fossero le bave a tracciare il percorso intrapreso dai mesterianti della politica ad ogni spostamento da banco a banco, da schieramento a schieramento, da bandiera a bandiera. Nulla a che fare con gli ideali, per quelli c’è lo sbiancamento ed i cloriti sono qui a dimostrarcelo.
Trovo parti di Manganese (Mn) e la sgradevole sensazione dei partiti minori che si giocano il loro poco percentuale mi assale, come l’olfatto è assalito da un odore acre e sgradevole tipico dell’alterazione delle caratteristiche organolettiche dell’agente Mn nelle acque.
Comincio a sentirmi male quando penso ai batteri patogeni di origine fecale che non possono certo mancare (la formula chimica cercatevela a piacimento). E non possono certo mancare perché tutta la cacca scaricata dagli sciacquoni, anche quelli delle migliori famiglie, arriveranno pure da qualche parte, che credi? È la stessa cacca mediatica che quotidianamente viene da “lor signori” affermata e poi smentita, confermata e travisata, contestata e poi sedata dall’intervento delle forze dell’ordine che rispondono ai comandi dall’alto per salvaguardare “il bene della comunità”. Ebbene si: anche le istituzioni hanno i bagni, magari saranno dorati e lucidati ogni quarto d’ora da domestici meticolosi offerti dalla casa, ma l’uso, stanne pur certo, rimane quello consueto.
Quando poi penso a quegli stronzi dei Trialometani (si può dire “stronzi” sulle rive di un lago, credo di si) frutto della reazione del Cloro (Cl) con i componenti organici dell’acqua nei trattamenti di disinfezione, non posso fare a meno di intenderli come le ingerenze dei partiti nella comunicazione di massa. Quella che dovrebbe informare ma che invece inforna i cervelli e li serve caldi e croccanti al buffet quotidiano di un Montecitorio qualunque.
Attendo i risultati delle analisi ma sono convinto che ci sarà del Piombo (Pb) in queste acque calme e placide. Al passaggio di una mano magari potrebbe sfuggire perché quest’elemento capace di danneggiare il sistema nervoso di un essere umano si nasconde alla vista come d’altro canto il suo surrogato istituzionale: il Presidente. E resti inteso che le controindicazioni rimangono identiche a prescindere dalla natura della presidenza, fosse quella di una circoscrizione o di una segreteria politica, quella di una commissione Salute o quella della Repubblica. Il sistema nervoso è sotto attacco, non ci sono dubbi in merito. Piombo, che anni complessi quelli, anche se per dovere di cronaca e per amore della scienza aspetto le analisi per tornare sull’argomento.
“E che sarà mai!”, penso tra me e me mentre accarezzo con il palmo della mano l’acqua, quasi a chiederle scusa. Ma al tatto la viscosità del liquido mi fa pensare che non è solo acqua quella che ho davanti. C’è dell’altro. Sarà petrolio? Saranno derivati del benzene? Eppure l’agenzia di protezione ambientale EPA ha fissato il tasso limite di benzene nelle acque potabili a 5 ?g/l e per quanto è dato sapere, le istituzioni mi dicono di bere l’acqua dell’invaso dell’Alaco e di farlo senza sbarramenti di sorta, non siamo mica in campagna elettorale. Non stiamo certo giocando con la vita delle persone, nella fattispecie con la mia.
Ma a pensarci un attimo torno alla poesia, torno alla cultura, torno alla natura e torno allo spettacolo di una coscienza civile capace di mettermi nella condizione di godere appieno dei beni comuni per poi permettermi di lavorare al bene individuale.
E a pensarci ancora un attimo (non si pensa mai abbastanza ed un attimo possiamo concederlo al ragionamento): chi si fida delle autorità? Chi si fida di queste autorità che a parte aver usurpato la terminologia istituzionale, di autoritario ed istituzionale non hanno davvero niente se non la presunzione, a detta loro legittima, del posto che occupano?
La sigaretta è finita e la sensazione che almeno le informazioni sul pacchetto erano state chiarissime mi induce a pensare di volerci capire di più. La poesia mi aiuterà, questo è certo. Ma per dissetarsi, il mio corpo avrebbe bisogno di un buon bicchiere d’acqua.
Certo è che però adesso ho il voltastomaco. Ed il turbinio di frasi fatte, di sorrisi falsi come nei manifesti elettorali e di continue presunzioni, mi costringe a rinfrescarmi per superare il momento. Ho sete. Ho tanta sete.
E mi rendo conto che devo stare attento, molto… molto… attento, perchè ringraziando coloro i quali ringraziano Dio, adesso alla mia fonte anche un sorso d’acqua non ha più nulla a che vedere con la democrazia.
Francesco Villari
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