L’etimo della bevanda più famosa al mondo dipende dalla quantità, dal servizio o dal genere e col tempo è diventato anche un toponimo. Spavaldo della sua fascinazione, il caffè, come una religione e in tutte le sue metamorfosi, ha sedotto anche l’identità dei popoli, per lo stesso motivo per il quale uno piuttosto che un altro sostiene di preferire il brodo Americano, la brutta copia Francese, il “sofisticato” Turco, l’esagerato Viennese… il sublime Italiano (sono di parte!), con le sue irripetibili varianti locali… Come il Certosino ad esempio. Domenico Scrivo, giovane barman serrese, ha deciso di fare una sua personale variante di caffè per Serra San Bruno. «Ho pensato di dedicare – ci ha raccontato – una specialità alla Certosa e al mio paese. Se a Venezia si può bere il veneziano, io vorrei che a Serra si potesse bere il Certosino». Il suo prematuro esperimento ha già conquistato una copiosa platea di clienti, intenti a gustare la nuova specialità: bicchiere bardato di sciroppo di nocciola, fondo di caffè espresso, copertura in panna e biscotto alla cannella in cima. Apprezzatissima ricetta che presto sarà pubblicata sul sito della Fabbri 1905.

Come anticipato dal giovane barman, e se in futuro, con la complicità di qualche pasticcere amico, il biscotto alla cannella venisse sostituito dal tradizionale ‘nzullo? Più certosino e serrese di così… non si può!