Non si ferma la protesta da parte della signora Rosaria Scarpulla, madre di Matteo Vinci, ucciso con un’autobomba il 9 aprile scorso a Limbadi, che da ieri si trova all’interno della Prefettura di Vibo Valentia.

Secondo quanto riportato dall’Agi, la donna - accompagnata dal suo avvocato Giuseppe De Pace - ha tentato di sfondare una porta per farsi ricevere dal prefetto chiedendo di essere protetta da una scorta. Per l’attentato costato la vita a Matteo Vinci, ieri la Dda di Catanzaro ha eseguito sei fermi di indiziato di delitto a carico dei componenti della famiglia Mancuso-Di Grillo, vicini di casa dei Vinci-Scarpulla. La donna ha poi accusato un malore e si è reso necessario l’arrivo di un’ambulanza. Sul posto anche il dirigente della Digos della Questura di Vibo Valentia, Antonio Lanciano.

Rosaria Scarpulla chiede la scorta per andare a trovare il marito, tuttora ricoverato nel centro Grandi ustioni dell’ospedale di Palermo dopo l’attentato del 9 aprile scorso.

In una nota, intanto, la Prefettura di Vibo esprime «viva soddisfazione per l’operazione condotta dal Comando provinciale dei carabinieri, con il coordinamento della Dda di Catanzaro, che ha condotto al fermo di sei persone, ritenute responsabili del gravissimo episodio» avvenuto il 9 aprile scorso.

L’Ufficio territoriale del governo rende noto altresì che l’«attenzione sulla sicurezza della signora Scarpulla è massima e la vicenda relativa alla sua situazione personale è costantemente e quotidianamente monitorata». Nella giornata di ieri, martedì 25 giugno, si è tenuta un’ulteriore riunione di coordinamento con le forze di polizia, alla quale ha preso parte anche la Dda di Catanzaro. Nell’occasione, è stata esaminata, nel suo complesso, la vicenda relativa alla situazione personale della Scarpulla.   

«Ulteriori aggiornamenti - fanno sapere dalla Prefettura - saranno effettuati nei prossimi giorni».