L’11 ottobre è una data impressa nella memoria dei familiari di Pasquale Andreacchi. Undici, come il giorno della scomparsa; undici, come gli anni trascorsi da quell’ottobre del 2009, quando il giovane fu ucciso brutalmente da mano ancora ignota.

Di Pasquale, ragazzo taciturno e introverso, si persero le tracce l’11 ottobre 2009 quando il 18enne, dopo aver fatto ritorno a casa dal maneggio di famiglia, esce di nuovo per comprare le sigarette al tabacchino situato nei pressi della sua abitazione, a pochi passi dal Municipio. Una volta uscito di casa, però, Pasquale non fa più ritorno. La mattina seguente, la madre, Maria Rosa, non vedendo il figlio a letto, sente parenti e amici per capire se qualcuno lo avesse visto ma, non riuscendo ad avere notizie, i genitori di Pasquale decidono di recarsi presso il locale Commissariato di polizia per sporgere denuncia. Passano le ore. Ore che diventano giorni, ma di Pasquale nessuna traccia. Due mesi dopo la scomparsa, il 9 dicembre dello stesso anno, alcuni operai comunali scoprono in un cassonetto della spazzatura un cranio con un foro provocato da un colpo di pistola e un femore spezzato piuttosto lungo. Il 27 dicembre, poi, vengono ritrovati altri resti umani e il 15 gennaio successivo gli esami del DNA confermano che quei resti appartengono proprio a Pasquale, fatto inginocchiare e ucciso senza pietà.

Da quel tragico 11 ottobre 2009 sono trascorsi undici anni. Un lasso di tempo lungo, lunghissimo che, evidentemente, non è bastato per dare giustizia a un giovane di 18 anni con ancora una lunga vita davanti a sé. 

Per l’occasione è stata organizzata una Santa Messa che verrà celebrata oggi, alle 16.30, nel Santuario regionale di Santa Maria del Bosco.