Aveva soltanto 20 anni e ancora una vita intera davanti Simona Cavallaro, la giovane di Soverato morta giovedì scorso dopo essere stata assalita da un branco di cani da gregge in località Monte Fiorino, a Satriano. Oggi pomeriggio, nel cortile dell’oratorio salesiano, si sono svolti i funerali, celebrati dal parroco Alfonso Napolitano. Alle esequie non c’erano soltanto i parenti e gli amici, ma anche semplici conoscenti, tutti uniti in un abbraccio ideale a una famiglia affranta dal dolore per aversi visto strappare dalle braccia una ragazza con ancora tanti sogni da realizzare.

Anche il sindaco del capoluogo di regione e presidente della Provincia di Catanzaro Sergio Abramo ha voluto ricordare Simona. «Morire a questa età per essere stata aggredita in un bosco, durante una serena passeggiata, da un branco di cani randagi - afferma Abramo - è qualcosa di così assurdo che rende impossibile trovare le parole per commentare un dolore che non conosce misure. Dal giorno del drammatico accaduto, tutti noi, credo nessuno escluso, ci siamo immedesimati nei panni della mamma, del papà, dei parenti e degli amici più stretti a cui un destino aberrante ha tolto la gioia di continuare a vedere il sorriso di Simona, ha negato la felicità di trascorrere del tempo con lei, di vederla crescere e realizzare i suoi sogni, di osservare i suoi occhi sognanti mentre pensa alla sua vita futura. Trovare in questo momento le parole giuste che possano rendere un po’ di sollievo è un’arte impossibile. L’inspiegabile morte di Simona non dà e non darà pace ai suoi cari, ma un dolore sordo ha invaso tutti, rimbombando nello stesso istante nei diversi angoli delle nostre città e della nostra Calabria. Personalmente - conclude Abramo -, voglio rivolgere una carezza a tutti coloro che volevano bene alla giovanissima Simona, incapace di esprimere una parola consolatoria nei loro confronti perché un senso a quello che è accaduto non c’è».