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Sta facendo discutere e non poco la decisione che di fatto da circa due settimane ha determinato la sospensione della celebrazione della messa in programma, come da consuetudine, ogni giorno alle 7,30 del mattino nella Chiesa “Matrice” di Serra San Bruno. Si tratta della prima celebrazione della giornata, affidata all’ex parroco oggi in pensione don Gerardo Letizia che, nonostante la messa a riposo, da qualche anno ha comunque mantenuto la possibilità di celebrare il rito in quella che fu la sua “casa” per tantissimo tempo. Una concessione durata però fino a pochi giorni addietro, perché – come già detto – ora sarebbe intervenuto un impedimento che di fatto avrebbe determinato l’impossibilità sia per i fedeli che per lo stesso prete di mettere piede all'interno della chiesa nel consueto orario di celebrazione. Porte sbarrate e niente messa. I motivi alla base della decisione sembra stiano, seppur a distanza di ben due settimane, mantenendo dei confini abbastanza “sfumati”, poco definiti, se si pensa che al momento non vi sarebbe stata alcuna comunicazione pubblica e ufficiale per informare i fedeli sulle reali cause della sospensione del rito religioso. Il clima in paese, attorno alla vicenda, pare farsi però sempre più teso, tanto che in molti starebbero avanzando dubbi, se non sulla legittimità dell’iniziativa, quantomeno sulla sua effettiva utilità, visto che tanti a causa degli impegni lavorativi e privati della giornata avevano maggiore comodità nel partecipare alla messa proprio nella prima parte della mattinata. Altro aspetto che pare stia emergendo in maniera netta è quello che invece risulta figlio soprattutto di una valenza affettiva da parte di una nutrita comunità di fedeli nei confronti della figura di don Gerardo Letizia, percepita ancora come quella di una vera e propria istituzione per il locale tessuto sociale, e che per tanti risulterebbe come la reale “vittima" di una decisione posta in essere essenzialmente "a suo danno". In tutta risposta però lo storico parroco serrese, data l’impossibilità di svolgere la funzione religiosa all’interno della “Matrice" avrebbe ovviato “trasferendo” temporaneamente la celebrazione nella cappella dell’ospedale cittadino su concessione del referente parrocchiale di zona don Stephen (della quale è lui stesso cappellano). Insomma, un caso che pare destinato a fare via via sempre più rumore, e che a questo punto potrebbe essere chiarito solo a seguito di una presa di posizione pubblica, utile a calmare gli animi e a dissipare ogni dubbio, che arrivi magari per bocca del parroco a cui è attualmente affidata la stessa parrocchia “Matrice" di San Biagio, don Leonardo Calabretta oppure direttamente dall'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace retta dall'Arcivescovo Vincenzo Bertolone.
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