Ad esprimere contrarietà questa volta direttamente la Rsu dello stesso ufficio del Governo, che manifesta la propria perplessità in merito al traferimento nella città capoluogo di regione distante 80 km dall'attuale sede. I rappresentanti sindacali, attraverso un comunicato diffuso alla stampa dichiarano: «A tal proposito si vuole ricordare le caratteristiche che certamente non sono state ben vagliate da chi intende effettuare questo taglio, che, se da una parte creerà un notevole disagio sia in termini di servizi che di sicurezza per l'intera comunità provinciale, dall'altra determinerà un taglio di spesa decisamente irrisorio rispetto ai vari sperperi di risorse finanziarie pubbliche, che vengono ancora continuamente attuate nell'ambito dell'amministrazione pubblica (consulenze, auto blu, doppi incarichi ecc)».
Da punto di vista della sempre più crescente criminalità nel Vibonese, la Rsu si rivolge al Governo rammentando  «le gravi criticità che assumono i caratteri di vera e propria condizione emergenziale a causa dell'escalation di violenza connessa al riaccendersi di una guerra tra clan mafiosi».
A tal proposito i rappresentanti sindacali ricordano i frequenti episodi di intimidazione ai danni di imprenditori, i 14 comuni che nell'ultimo decennio hanno subito lo scioglimento per infiltrazioni di tipo mafioso, lo sbarco dei migranti e tante altre emergenze che fanno riferimento alla presenza di u nuffico territoriale del Governo. «Confidiamo – dicono in ultimo – che qualunque autorità governativa, che abbia a cuore la tutela di ogni metro quadrato del proprio territorio nazionale, miri a rafforzare la presenza sul territorio dello stato e non proporre viceversa alcun tipo di taglio né di strutture né di personale».