Già nei giorni scorsi le rivelazioni di Moscato avevano portato all’arresto di diversi soggetti direttamente implicati nell’omicidio di Fortunato Patania, ucciso nel settembre del 2011 in un agguato. A fine marzo erano state due infatti le ordinanze di custodia cautelare eseguite a carico di esponenti della cosca dei "Piscopisani", ritenuti mandanti e esecutori materiali dell'omicidio. A finire in manette erano stati Francesco Labella, 42 anni, e Michele Russo, 26 anni. Ai due era stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro che ha, dunque, accolto la richiesta della Dda. Mentre, Salvatore Tripodi, terzo coinvolto nell’operazione, risulta ancora irreperibile.

Moscato – secondo quanto riferito questa mattina dall’Agi –, in questi giorni sta continuando a collaborare con la Procura antimafia di Catanzaro, offrendo agli inquirenti elementi importanti anche rispetto alla cerchia di imprenditori collusi, e sui relativi prestanome, grazie ai quali il clan avrebbe messo a punto un rodato sodalizio utile ad allungare i tentacoli del malaffare su una vasta fascia territoriale d’azione, comprendente non solo la località di Piscopio, ma anche le altre frazioni Vibo Marina, Bivona, Porto Salvo, Briatico e l’intero territorio del comune di Cessaniti. Gli inquirenti avrebbero quindi appreso da Moscato dell’influenza diretta del clan anche sui lavori effettuati, negli anni passati, al porto di Vibo Marina.

Moscato, il 22 aprile, collegato in videoconferenza con il Tribunale di Vibo Valentia, testimonierà come collaboratore di giustizia nel processo “Libra” contro il clan Tripodi.