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Il Tribunale del Riesame ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per l'ex primo cittadino di Nardodipace, Romano Loielo, coinvolto il 3 febbraio scorso nell'operazione “Uniti per la truffa”, per una presunta truffa aggravata perpetrata ai danni della Regione Calabria e dell'Unione Europea.
I giudici, dunque, hanno accolto la richiesta di revoca dei domiciliari presentata dall'avvocato Giancarlo Pittelli, legale dell' ex sindaco di Nardodipace, sospeso dalla carica di primo cittadino subito dopo l'arresto dal capo dell'Utg, Giovanni Bruno.
La misura restrittiva dei domiciliari era stata inizialmente disposta, oltre che per Loielo, anche per Romolo Tassone - anch'egli però successivamente liberato – figlio di Bruno Rocco, presunto boss del locale di Nardodipace coinvolto nell'operazione “Crimine” del 2010, Mario Carrera e Fabio Rullo. Per i restanti dodici, invece, era scattata la misura dell'obbligo di firma alla polizia giudiziaria.
Al fine di accertare la presenza o meno di infiltrazioni mafiosi nell'attività amministrativa dell'ente, inoltre, il Prefetto di Vibo ha disposto qualche giorno fa l'inivio della commissione d'accesso, composta dal viceprefetto Anna Aurora Colosimo, dal tenente in servizio presso la Guardia di Finanza, Giovanni Torino, dal capitano della Compagnia dei Carabinieri di Serra, Stefano Esposito Vangone e dal funzionario dell'Unical, Domenico Fuoco.
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