Sabato, 12 Agosto 2017 14:21

Monitoraggio di Goletta Verde sullo stato delle acque: «Nel Vibonese bocciati 2 campionamenti su 5»

Scritto da Redazione
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Nicotera Marina, foce del torrente Britto (foto di Anna Paola Montuoro) Nicotera Marina, foce del torrente Britto (foto di Anna Paola Montuoro)

Nove dei ventiquattro punti monitorati lungo le coste calabresi presentano cariche batteriche elevate, in prossimità di foci di fiumi e torrenti dove molto spesso gli ignari bagnanti continuano a fare il bagno, visto che sono molto rari se non inesistenti i cartelli di divieto di balneazione e quelli obbligatori per legge sulla qualità delle acque. Con situazioni critiche ormai non più sostenibili che si ripetono anche da sette anni.

È quanto emerge dalle analisi di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente - realizzata anche grazie al sostegno del Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e dei partner tecnici Aquafil, Novamont e Nau - che ha fatto il punto sulla situazione dei mari italiani. In provincia di Vibo Valentia, bocciati due dei cinque campionamenti. Fortemente inquinato l'esito del prelievo effettuato alla foce del torrente Ruffa a Ricadi; inquinato quello alla foce del torrente Britto a Marina di Nicotera.

«Il nostro monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari – dichiara Mariateresa Imparato, portavoce di Goletta Verde -. Una fotografia che anche quest’anno presenta diverse criticità anche qui in Calabria. Parliamo non a caso di malati cronici, situazioni che segnaliamo addirittura da otto anni, ma per le quali evidentemente nulla è stato fatto. Un problema, quello della cattiva depurazione che affligge purtroppo tantissime zone dell’Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che l'Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi. Ritardi – conclude Imparato - che si ripercuoto anche sulle tasche dei cittadini, visto che le inadempienze dell’Italia nell’attuazione della direttiva comunitaria hanno portato a procedure di infrazione, in alcuni casi seguite da condanne che si tramutano in multe salatissime».

Il monitoraggio di Goletta Verde (eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente tra l’11 e il 14 luglio 2017) prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare.  I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e «abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori».

 

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