Il caso sarebbe emerso a seguito di una conversazione avuto via chat fra il prete ed un finto gay, in realtà camionista residente in veneto. Il prete avrebbe confidato al suo interlocutore di aver avuto in passato diversi rapporti con altri colleghi parroci di tutta Italia e, soprattutto, di aver avuto modo di “intrattenersi” anche con un bambino di 6 anni circa.

In tal caso, sarebbe stato addirittura il genitore del bambino, un cocainomane, ad affidare il figlioletto al prete che avrebbe avuto, inoltre, la possibilità di estinguere con delle “carezze” al piccolo un prestito di 100euro fatto al genitore, impossibilitato a restituire il denaro.

I fatti – che presentano forti profili di responsabilità penale – sarebbero emersi, quindi, dalla denuncia del camionista veneto, pronto a rendere conto di tutti i particolari della conversazione avuta su internet in una denuncia sporta alla stazione dei carabinieri di Rovigo. Ai militari avrebbe anche consegnato alcuni cd con la registrazione delle chat “incriminate”, accompagnate da fotografie.

A questo punto toccherà alla magistratura messinese, alla quale sono stati trasferiti gli atti provenienti da Rovigo, accertare eventuali responsabilità in capo al 42enne originario del Vibonese.