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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
I lavoratori impiegati nei due rami aziendali dell’ex Infocontact, dopo il rinvio del tavolo tecnico dello scorso martedì 2 marzo al Mise, tornano a farsi sentire.
L’azienda, fallita da mesi, è stata scissa in due tronconi: quello afferente alla sede di Rende, acquisito dalla Comdata, e quello di Lamezia Terme, che è invece stato assegnato alla Abramo Customer Care. Oggi sono stati i primi a scioperare per portare avanti la propria vertenza, arrivando anche a bloccare l'uscita Cosenza nord dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, e provocando di conseguenza disagi e rallentamenti alla circolazione stradale. La protesta e' stata attuata da circa 300 dipendenti che hanno aderito allo sciopero proclamato ieri, mentre per quel che riguarda la sede di Lamezia ed i centri periferici collegati, paradossalmente, si è deciso di continuare a lavorare.
In tal caso, a quanto pare, sarebbero stati proprio i lavoratori a decidere di insistere nel continuare a svolgere le attività dei call center. Una scelta che appare ancora meno legittima nei centri del Vibonese ubicati a Serra San Bruno e Stefanaconi, considerati marginali dai nuovi acquirenti, e dove gli operatori si sono in definitiva dimostrati restii ad intraprendere azioni dure per tutelare una posizione occupazionale che, comunque, probabilmente, tra poche ore non avranno più. Gli stessi, infatti, sono ormai fuori dalla discussione avviata dal tavolo tecnico romano, che dovrebbe riprendere domani alle ore 15.00, e che si starebbe concentrando quasi esclusivamente sulle drastiche riduzioni di orario e di salario valute dalle nuove proprietà, e non piuttosto sul futuro delle sedi periferiche i cui dipendenti vertono, però, in realtà in una condizione di gran lunga peggiore rispetto a quella dei colleghi delle sedi centrali. Molti di loro infatti, sarebbero costretti anche a rifiutare del tutto la posizione occupazione, per via della soppressione definitiva dei relativi centri e del trasferimento coattivo presso la sede principale. Provvedimento, questo, che li spingerebbe, in definitiva, a dover rinunciare al posto di lavoro, visto che, rispetto agli stipendi percepiti, le spese di viaggio per raggiungere quotidianamente la nuova sede sarebbero difficilmente sostenibili.
Pare però che anche i lavoratori di Lamezia abbiano deciso di indire lo sciopero per la giornata di domani. Un’iniziativa alla quale potrebbero, finalmente, associarsi anche quelli di Serra e Stefanaconi che forse fino a questo momento hanno dimostrato troppa fiducia nel sostegno di istituzioni che in realtà, molto probabilmente, li hanno già scaricati, evitando di contro l'avvio di qualsiasi forma di contestazione autonoma per rivendicare una vertenza che ha ormai raggiunto un punto quasi irreversibile.
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