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Sono 23 le persone che hanno optato per il rito abbreviato nell’ambito del procedimento denominato “Orthrus”, istruito dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Iozzo-Chiefari, radicata, in particolare, nei comuni catanzaresi di Torre di Ruggiero e Chiaravalle Centrale. In 6, invece, hanno scelto il rito ordinario. Le accuse vanno dall’associazione mafiosa, alle estorsioni aggravate, passando per il traffico di stupefacenti, delitti in materia di armi e omicidio. Oltre all’ex sindaco di Torre, Giuseppe Pitaro, hanno optato per l’abbreviato Marco Catricalà, Domenico Chiefari, Giuseppe Chiefari, Nicola Chiefari, Pietro Antonio Chiefari, Vito Chiefari, Alexandr Daniele, Stefano Dominelli, Damiano Fabiano, Giuseppe Garieri, Mario Salvatore Garieri, Giuseppe Giovanni Iozzo, Raffaele Iozzo, Andrea Maida, Antonio Maiolo, Claudio Marchese, Giuseppe Marco Marchese, Stefano Pasquino, Antonio Rei, Salvatore Russo, Marta Sanginiti e Fabio Romeo. Per loro il processo inizierà il 25 novembre.
Sono stati rinviati a giudizio e il processo per loro avrà inizio il 6 novembre Antonio Chiefari, Antonio Gullà, Giuseppe Gregorio Iozzo, Luciano Iozzo, Mario Iozzo, Marco Sasso.
A giudizio dei magistrati della Dda di Catanzaro, la famiglia dei Iozzo avrebbe, nella sua disponibilità, armi di uso comune e da guerra e sarebbe dedita alle estorsioni ai danni dei commercianti e degli imprenditori boschivi oltre al traffico di droga. Sotto il controllo della famiglia Chiefari ci sarebbero, invece, varie attività imprenditoriali: dal settore degli scavi e del movimento terra, nonché del settore agricolo. Controllerebbero il territorio, in particolare quello di Torre Ruggiero, attraverso la forza intimidatrice originata dal vincolo associativo che permetterebbe loro di interferire nelle attività economiche della zona e, in particolare, sulle grandi opere relative alla costruzione della “Trasversale delle Serre”. Non solo, i Chiefari avrebbero anche gestito il business degli spazi alla fiera della Madonna delle Grazie di Torre Ruggiero imponendo e dettando le loro regole.
L’inchiesta ha anche fatto luce su un duplice omicidio e un tentato omicidio. Il duplice omicidio è quello di Giuliano Cortese, di 48 anni, e della sua compagna Inna Abramovia, di 35, di nazionalità ucraina, uccisi a Chiaravalle il 27 aprile 2009. L’agguato fu portato a termine davanti alla scuola materna dove la coppia aveva lasciato le due figlie piccole. Mentre i due si stavano allontanando a bordo di un’auto, furono affiancati da un’altra autovettura, dalla quale furono sparati diversi colpi di pistola.
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