Sabato, 08 Maggio 2021 10:28

Imponimento, Stillitani si difende: «Non ho mai conosciuto gli Anello»

Scritto da Redazione
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È stato interrogato ieri nell’aula bunker di Lamezia Terme dal gup distrettuale di Catanzaro Francesco Rinaldi l’ex assessore regionale Francescantonio Stillitani, coinvolto nell’inchiesta “Imponimento” che prende il nome dall’operazione scattata nel luglio dello scorso anno contro il clan Anello-Fruci, egemone a Filadelfia e nel territorio che da Acconia di Curinga arriva fino al Lametino. Stillitani è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa perché, secondo l’ipotesi accusatoria della Dda di Catanzaro, avrebbe favorito, come imprenditore turistico del settore alberghiero, il clan Anello-Fruci, consentendo di infiltrarsi negli affari relativi alla gestione delle strutture turistiche del Vibonese e concorrendo nelle condotte estorsive, di cui inizialmente era stato vittima, ottenendo poi protezione e vantaggi.

Accuse, queste, che Stillitani ha respinto nel corso dell’interrogatorio, negando di essere mai venuto in contatto, in maniera diretta o indiretta, con i componenti della cosca Anello-Fruci. Quello dell’ex assessore regionale è stato un lungo excursus, partito dagli anni 80, quando prese in mano l’azienda di famiglia. Nello stesso periodo, l’ex sindaco di Pizzo entra in contatto con un manager di uno dei più importanti tour operator italiani. «Cercava terreni per la realizzazione di strutture alberghiere e così - spiega Stillitani - è iniziata questa collaborazione. Io possedevo un terreno di 30 ettari di cui 15 usati per la realizzazione del villaggio per un investimento di 50 miliardi di lire». La costruzione inizia nel 1993 e Stillitani riesce a vincere la ritrosia degli investitori milanesi, dovuta alla «presenza della ‘ndrangheta sul territorio». I lavori vengono conclusi e il nuovo villaggio viene dato in fitto al Club Mediterranee. Nel 2002, poi, Stillitani inizia la «la realizzazione del secondo villaggio, il Garden, un'iniziativa curata solo da me con la legge 488. Chiedo e ottengo i finanziamenti e inizio i lavori che terminano nel 2005. Anche in questo caso do tutto in gestione con un contratto di management che poi secondariamente diventa contratto di affitto d’azienda nel 2006».

Nel frattempo, Stillitani porta avanti la passione per la politica, che abbandonerà nel 2013, «perché - ha spiegato - mi viene la nausea per una politica che non mi soddisfa più. Mi dimetto sia da assessore che da consigliere regionale. Fatto più unico che raro, forse il primo caso in Italia. Abbandono totalmente la politica».

Sui presunti rapporti con gli Anello-Fruci, l’ex assessore regionale ha detto di «non conoscere nessun componente della famiglia Anello. Non li ho mai incontrati e non ho mai avuto nessun tipo di rapporto fisico, visivo o labiale. Ricordo - aggiunge - che un giorno al bivio Angitola mi sono fermato a un fruttivendolo. Erano gli anni in cui facevo politica e quando mi sono fermato mi sono avvicinate molte persone per salutarmi. Dopo aver stretto qualche mano, qualcuno dei presenti mi avverte che quello che mi si era avvicinato era Anello, non so dire neanche quale dei due fratelli. Questo l’unico rapporto concreto avuto con gli Anello o con i loro emissari. La cosa che più mi ha ferito è che in una relazione della polizia giudiziaria sono stato paragonato a Cetto Laqualunque».

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